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Bergamo

Marco Baliani arriva al Sociale con “Una notte sbagliata”

Lo spettacolo andrà in scena giovedì 3 marzo nell’ambito della Stagione di Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti

Bergamo. Nell’ambito della Stagione di Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti, Marco Baliani porta in scena, giovedì 3 marzo alle 20.30 al Teatro Sociale, Una notte sbagliata, spettacolo scritto e interpretato dallo stesso attore e drammaturgo molto conosciuto e apprezzato dal pubblico bergamasco. La regia di Una notte sbagliata è di Maria Maglietta. Scene, luci e video di Lucio Diana. Paesaggi sonori di Mirto Baliani. Costumi d Stefania Cempini. Disegni di Marco Baliani. Produzione Marche Teatro. Durata 1 ora e 25 minuti senza intervallo.

Al termine dello spettacolo è previsto un incontro dal titolo “Il buio della ragione e la ricerca della giustizia” con lo stesso Marco Baliani e con Maria Grazia Panigada, Direttrice Artistica della Stagione di Prosa e Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti.

Con Una notte sbagliata, dopo il successo di Trincea, Marco Baliani sperimenta un’altra tappa del percorso di quello che lui stesso ama chiamare “teatro di post-narrazione”. Il nuovo spettacolo, che si intreccia con l’autobiografia dell’attore e con una complessa riflessione artistica e umana, si caratterizza come un monologo polifonico nel quale l’autore e interprete indaga la zona oscura della violenza. Una notte sbagliata è la storia di un uomo, Tano, ex paziente psichiatrico, uomo tranquillo che vive con la madre e il cagnolino Uni, che ama portare a spasso fra le strade e il giardinetto della desolata periferia in cui abita – e dei suoi aguzzini, allo stesso tempo difensori dell’ordine e autori di un pestaggio insensato. Il filo narrativo del caso di cronaca si spezza, spostando continuamente il focus della vicenda e moltiplicando i punti di vista.

“In questo spettacolo porto in scena il corpo di un essere umano fragile, che in quella notte diventa un capro espiatorio su cui accanirsi», racconta in proposito Marco Baliani, «Entrare e uscire dalle teste e dai corpi dei protagonisti notturni della vicenda è stata la mia gincana d’attore, tra continui cambi percettivi e linguistici, circondato da una rete di rimandi sonori e visivi”.

“La mia ricerca è oggi rivolta a una narrazione dove il linguaggio orale del racconto non riesce più a dispiegarsi in un andamento lineare, ma si frantuma, produce loop verbali in cui il Tempo oscilla, senza obbligati nessi temporali. In Una notte sbagliata flussi di parole prendono strade divaricanti mentre cercano disperatamente di circoscrivere l’accadimento di quella “notte sbagliata”. Quella manciata di minuti, che tanto durerebbe nel Reale il puro accadere dell’evento, si amplifica e diviene big bang di quell’universo di periferia, si espande nelle teste dei partecipanti all’evento, compreso il cane, risucchiando come un buco nero anche chi non è lì su quel pratone d’erba polverosa, ma vicino ai cuori e alle coscienze di chi sta agendo. Un turbine linguistico sostenuto da un corpo che agisce l’evento in maniera performativa, un corpo che si metamorfizza a mano a mano che l’azione prosegue, con gesti che richiamano le esperienze della body art degli anni Settanta, marchiando il corpo come fosse la tela dove l’Assurdo si mostra pienamente, al di là perfino delle parole”.

“Penso che oggi la sfida che il teatro deve affrontare stia tutta nel montaggio drammaturgico, che tenga conto delle nuove percezioni con cui viene veicolata la realtà, forme comunicative con cui il teatro deve misurarsi scompaginandone gli statuti. E questo non può che avvenire attraverso visioni performative, non lineari, dove il dramma viene spezzato da incursioni continue, dove l’oralità dispersiva della voce prevale sulla linearità della scrittura scenica”, conclude Marco Baliani.

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