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Originario di clusone

Antonio Savoldelli, superstite di Buchenwald, muore a 95 anni: “Era l’ultimo deportato bergamasco ancora in vita”

Nato il 31 luglio 1927 nel paese della Valle Seriana, venne deportato nel giorno del suo 17° compleanno

È morto all’età di 95 anni il bergamasco Antonio Savoldelli, superstite di Buchenwald. Secondo le informazioni in possesso dell’Aned – l’associazione Nazionale ex deportati nei campi nazisti – era l’ultimo deportato bergamasco ancora in vita. “La sua perdita – scrive il direttivo Aned Bergamo in un post su Facebook – è per la nostra sezione dolorosa e significativa: con la sua scomparsa perdiamo l’ultimo testimone diretto delle deportazioni nazifasciste dal nostro territorio. Di fronte a notizie come questa, l’impegno di farci eredi delle vicende di chi ha attraversato in prima persona quel periodo è un’urgenza che si fa sentire ancora di più”.

Antonio Savoldelli nasce il 31 luglio 1927 a Clusone, in Valle Seriana. Durante la Seconda Guerra Mondiale si fa reclutare nell’Organizzazione Todt per provare, attraverso il compenso che veniva promesso, a migliorare le condizioni economiche della sua famiglia. Inviato in un distaccamento della Todt a Tarcento, in provincia di Udine, viene arrestato dai tedeschi il 10 luglio 1944.

Trasferito nelle carceri di Udine, il 31 luglio 1944, giorno del suo 17° compleanno, viene caricato su un convoglio della deportazione (trasporto 68). Il 3 agosto 1944 giunge nel campo nazista di Buchenwald dove viene immatricolato come deportato politico con il numero 34309.

Trasferito nel sottocampo di Dora, viene in seguito avviato su una tradotta che si sposta nelle vicinanze di Colonia per riparare i binari e le strade distrutti dai bombardamenti. Viene liberato dagli americani a Salisburgo il 2 maggio 1945.

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