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Contro la guerra

Per la pace, in piazza a fianco dell’Ucraina attaccata

Sabato alle 15 in piazzale Marconi a Bergamo il presidio contro la guerra

“Dopo due anni di Covid, adesso la guerra?”.

È vero. Siamo logorati, sfiniti dalla paura di questa pandemia che a Bergamo è costata vite umane e sforzi immensi. Nascosti dalle mascherine, il green pass sempre a portata di mano, le mani immerse in disinfettanti e le distanze di sicurezza… eppure ora siamo chiamati a scendere in piazza.

Non possiamo fare altro. Come giornale ci siamo chiesti che cosa potevamo fare nel nostro piccolo? E così abbiamo cercato di rispondere a questa domanda raccontando le storie degli ucraini a Bergamo, la loro preoccupazione, le loro speranze e il loro appello per la pace. Che è diventato subito nostro.

Perché noi stessi abbiamo toccato con mano che cosa significa quella solidarietà e quell’aiuto che arriva da lontano nel momento di difficoltà.

Sommersi da tante immagini è diventato ancora più difficile il nostro compito di informare. Perché una foto di guerra immortala la tragedia che l’Europa oltre settant’anni fa, piangendo i propri morti, decise di allontanare per sempre creando prima la Ceca, poi la Ce e ora la Ue, Unione Europea.

Nella nostra Costituzione l’articolo 11 recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

Ci siamo chiesti che cosa potevamo fare noi, mentre i grandi della terra adottavano le sanzioni, e così abbiamo deciso di suggerire un impegno negli acquisti consapevoli. Qualcuno ci ha insultato, forse perché si è soffermato o si è fatto trarre in inganno dal caviale della fotografia. Ma questa non è né l’ora della polemica né tantomeno il momento di perdersi in chiacchiere.

Bene ha suggerito la giornalista Milena Gabanelli che ha scritto: “I governi stanno facendo grandi condanne a parole, ma temo non applicheranno sanzioni che fanno cambiare idea al criminale del ventunesimo secolo! Saremo come sempre noi cittadini a subirne le conseguenze finali. Ma siamo noi cittadini la forza dei governi! Allora mostriamola: teniamo i riscaldamenti più bassi di un grado, spegniamo le luci di casa un po’ prima, e il computer quando non lo stiamo usando, facciamo andare la lavatrice solo quando è piena, i piatti laviamoli a mano. È un sacrificio piccolissimo che fa risparmiare almeno 1 kwh al giorno, che per 30 milioni di famiglie fanno 30 milioni di kwh al giorno. Fanno 1,5 miliardi metri cubi all’anno. Non è un grande shock al gas russo (ne importiamo 28 miliardi di metri cubi), ma è un inizio, che oltre a far bene al nostro portafogli, segna una presa di posizione collettiva. Facciamolo! Io ho già iniziato”.

E ora rammentiamo, mentre osserviamo tutte le piazze del mondo che si riempiono di manifestanti per dimostrare la loro vicinanza al popolo ucraino, che anche Bergamo si può scendere in piazza per esprimere solidarietà agli ucraini e dire basta all’invasione militare russa.

Sabato 26, a partire dalle 15, è in programma in piazzale Marconi davanti alla stazione ferroviaria di Bergamo un presidio aperto a tutti contro la guerra. È organizzato dalla comunità ucraina in collaborazione con il Comune di Bergamo, il Coordinamento provinciale bergamasco degli enti locali per la pace e i diritti umani e la Rete per la pace di Bergamo.

Domenica sera, a partire dalle 18, nel piazzale davanti alla stazione ferroviaria anche il Pacì Paciana ha organizzato un presidio contro la guerra in Ucraina.

Il Partito Democratico di Bergamo, presente al presidio di domani in Porta Nuova, ha invitato i propri rappresentanti nelle amministrazioni locali a presentare in consiglio comunale un ordine del giorno che condanna con fermezza l’invasione russa dell’Ucraina, per chiedere la fine dei bombardamenti ed esprimere solidarietà al popolo ucraino. Lo stesso ordine del giorno sarà presentato anche al Consiglio regionale della Lombardia.

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