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Le curiosità

Dalle mascherine alle maschere: storia e significato del carnevale

Vi accompagniamo in un viaggio alla scoperta di questa festa dalle origini antichissime

Carnevale è alle porte: si comincia a respirare una bella aria di festa e c’è tanta voglia di divertirsi. Le giornate si stanno allungando, le temperature sono diventate più gradevoli e il clima quasi primaverile di questi giorni invoglia a trascorrere più tempo all’aperto: considerando che la situazione della pandemia da Covid-19 sta migliorando, nel rispetto delle normative anti-contagio, ci sono tutti gli ingredienti per vivere al meglio questo periodo festivo.

Per la gioia di grandi e piccini, è giunto il momento di rispolverare mascherine e costumi, munirsi di coriandoli e stelle filanti, allestire allegri e colorati carri allegorici, eventualmente mettersi un po’ di trucco sul viso e scendere in strada per sfoggiare il proprio look. Laddove torneranno a essere organizzate, inoltre, si potrà prendere parte alle sfilate, come nel caso della Mezza Quaresima, in programma domenica 27 marzo a Bergamo.

Il carnevale, che coinvolge le persone di tutte le età, è particolarmente amato dai bambini per via delle feste in maschera e della simpatica usanza di fare scherzetti agli amici, ma anche per la possibilità di gustare i tanti dolci tipici come le chiacchiere, le frittelle, le zeppole e molte altre sfiziosità che variano in base alla zona in cui ci troviamo.

IL SIGNIFICATO – La festa di carnevale non prevede una data fissa ma è variabile perché è collegata alla Pasqua e si estende su un arco temporale piuttosto ampio nel quale in ogni paese vengono organizzate sfilate e feste. Il periodo di carnevale, per tradizione, si colloca tra l’Epifania e il giorno che precede il Mercoledì delle Ceneri, cioè il martedì grasso, che per tradizione è considerato il giorno del banchetto, in cui si faceva scorpacciata di cibo e di dolci prima del periodo della Quaresima (i 40 giorni che precedono la Pasqua), tempo di sobrietà e astinenza. Il culmine dei giorni di carnevale si colloca nella settimana che porta al martedì grasso e comincia il giovedì precedente, chiamato giovedì grasso. Fa eccezione il Carnevale ambrosiano di Milano, che ha una durata maggiore: prosegue fino al sabato successivo al giovedì grasso, che viene chiamato, per lo stesso motivo, sabato grasso.

Il significato della festa trova conferma anche dal punto di vista letterale: sembra che la parola “carnevale” derivi dal latino “carnem levare”, che vuol dire “togliere la carne”, con riferimento all’usanza del martedì grasso di banchettare e finire la carne in dispensa visto che non si sarebbe più potuta mangiare per tutta la Quaresima. Inoltre, la tradizione vuole che il martedì grasso venissero organizzate festose sfilate in maschera per le vie delle città come occasione di divertimento prima della penitenza quaresimale.

Secondo altre ipotesi, invece, il termine “carnevale” potrebbe derivare dal latino “carnualia”, che significa “giochi di campagna”, esprimendo l’aspetto più goliardico, oppure dall’espressione “carrus navalis”, ossia “nave su ruote”, che fa riferimento ai tipici carri allegorici.

LA STORIA – Le origini di questa festività sono antichissime: si lega al mondo cattolico e cristiano, ma se ne possono scorgere i tratti caratteristici anche in feste risalenti a epoche molto più remote, pre-cristiane, per celebrare il passaggio dall’inverno alla primavera. Le radici del carnevale, per esempio, si possono rintracciare nelle antiche feste “dionisiache” greche dedicate a Dioniso o alle feste dei “saturnali” romani che avvenivano in onore di Saturno in occasione del solstizio d’inverno e quindi attorno al 21 dicembre. In queste circostanze era lecito lasciarsi andare, liberarsi da obblighi e impegni, per dedicarsi allo scherzo e al gioco. Inoltre mascherarsi rendeva irriconoscibili ed eliminava le differenze sociali tra i ricchi e i poveri. Una volta concluse le feste, il rigore e l’ordine tornavano a essere dominanti  nella società: per indicare questa eccezionalità sono nate espressioni come “a carnevale ogni scherzo vale” ma anche l’antico detto latino “semel in anno licet insanire” , ovvero “una volta l’anno è lecito impazzire”.

Questi momenti erano occasioni di coesione sociale al punto che in Grecia venivano fermati i procedimenti penali e addirittura liberati i prigionieri per poterli includere e farli partecipare. In queste giornate di feste, inoltre, si sperimentava lo scioglimento degli obblighi sociali, gli schiavi divenivano padroni e quest’ultimi li servivano, ci si dava alla pazza gioia con grandi banchetti senza farsi mancare nulla neppure riti orgiastici in totale libertà e dissolutezza.

L’inizio delle sfilate in maschera, invece, risale ai tempi dell’Antica Roma, la festa in onore della dea egizia Iside, che si diffuse in tutto l’Impero Romano, prevedeva la presenza di gruppi e cortei mascherati come possiamo leggere nelle “Metamorfosi” (Libro XI) di Lucio Apuleio. Nella festività denominata “Equirria”, in onore di Marte, e celebrata tra il 27 febbraio ed il 14 marzo, avvenivano corse di carri mentre l’anno vecchio era simboleggiato dal personaggio di Mamurio Veturio, un uomo coperto da pelli di capra portato in processione e colpito da alcune bacchette. In suo onore veniva celebrata la festa del Mamuralia il 14 o 15 marzo.

Nel Medioevo, il carnevale veniva chiamato “fasnachat” o “fesenach”, festa di pazzia. Questo termine venne successivamente reinterpretato con “carne levare“, con il significato che abbiamo illustrato prima.

Con l’Imperatore Costantino e il cristianesimo dichiarato religione ufficiale, il carnevale fu definito una festa pagana e bandita. Nel tempo, però, le usanze del carnevale tornarono ad emergere, e la chiesa cattolica dichiarò che avrebbero potuto partecipare solo coloro che erano disposti a digiunare quaranta giorni prima della Pasqua.

In molte altre parti del mondo, soprattutto in Oriente, c’erano molte feste con cerimonie e processioni in cui gli individui si travestivano: a Babilonia, ad esempio, non era strano vedere grossi carri simboleggianti la Luna e il Sole sfilare per le strade rappresentando la creazione del mondo.

IL CARNEVALE IN ITALIA E NEL MONDO – Il carnevale viene festeggiato in tutto il mondo (Covid permettendo). Ogni paese e ogni città organizza i propri festeggiamenti e nel corso del tempo alcune kermesse sono diventate così affermate da richiamare tantissimi visitatori e turisti. Ce ne sono diversi esempi in Italia e all’estero: tra gli appuntamenti imperdibili nel Bel Paese spiccano Venezia, Vicenza, Viareggio, Ivrea e Cento (in provincia di Ferrara), mentre al di fuori dei confini nazionali un ruolo da protagonista spetta a Rio de Janeiro in Brasile.

La prima testimonianza del carnevale di Venezia risale a un documento del Doge Vitale Falier del 1094 in cui si parla di divertimenti pubblici e nel quale il vocabolo Carnevale viene citato per la prima volta. L’istituzione di questa festa da parte delle oligarchie veneziane è generalmente attribuita alla necessità della Serenissima di concedere alla popolazione, soprattutto ai ceti sociali più umili, un periodo dedicato interamente al divertimento e ai festeggiamenti, durante il quale i veneziani e i forestieri si riversavano in tutta la città a divertirsi con musiche e balli sfrenati.

Il primo documento ufficiale che dichiara il Carnevale di Venezia una festa pubblica, invece, è un editto del 1296, quando il Senato della Repubblica dichiarò festivo il giorno precedente la Quaresima. In quest’epoca, e per molti secoli che si succedettero, aveva una durata di sei settimane, dal 26 dicembre al Mercoledì delle Ceneri, anche se i festeggiamenti talvolta venivano fatti cominciare già i primi giorni di ottobre.

Le origini del carnevale di Rio de Janeiro risalgono agli anni trenta del 19esimo secolo, quando la borghesia cittadina importò dall’Europa la moda di tenere balli e feste mascherate. Sul finire del XIX secolo nella città vennero costituite le prime cordões (“corde” in Portoghese), gruppi di persone che sfilava per le strade suonando e ballando. Dal blocos (“quartieri”), gruppi legati ad un particolare quartiere della città che sfilano con tamburi e ballerine, vestiti con costumi e magliette a tema.

I blocos oggi sono parte integrante della festa a Rio: vi sono più di 100 gruppi con usi e tradizioni diversi. Alcuni sono numerosi, altri più piccoli; alcuni sfilano per le strade in formazione, altri stanno nello stesso posto. Ogni bloco ha un posto o una strada in cui festeggiare, e per i più grandi le strade vengono chiuse al traffico. I festeggiamenti cominciano da gennaio e durano fino al termine del carnevale, con gruppi che ballano il samba nel weekend agli angoli delle strade.

I blocos compongono loro stessi la musica che suonano in continuazione durante i festeggiamenti, basandosi su classici della samba o su vecchie musiche chiamate ”Marchinhas de carnevale”.

Il Carnevale di Rio de Janeiro è noto nel mondo soprattutto per le grandi parate organizzate dalle principali scuole di samba della città. Si tengono nel Sambodromo, e sono una delle principali attrattive turistiche del Brasile. Si tratta di un vero e proprio evento: le scuole di samba lavorano tutto l’anno in preparazione di questo momento.

Le parate durano quattro notti, e fanno parte di una competizione ufficiale suddivisa in sette divisioni alla fine delle quali una scuola verrà dichiarata vincitrice dell’anno.

Le origini del Carnevale di Viareggio, infine, risalgono al 1873. In quegli anni era una festa di élite, celebrata al Teatro Puccini e al Regio Casinò. Proprio da un gruppo di giovani frequentatori di queste feste, nacque l’idea di organizzare una sfilata.
Precursori dei famosi carri allegorici dei giorni nostri, furono delle carrozze riempite di fiori che percorsero la via Regia della città per la prima volta il 24 febbraio 1873, in occasione del martedì grasso.

Nel 1883 i carri allegorici, sostituirono le carrozze fiorite. Erano strutture in legno e Juta, modellati e allestiti da artigiani e lavoratori locali. Agli inizi del 20esimo secolo i festeggiamenti si spostarono sulla passeggiata vicino al mare, rendendo tutto ancor più suggestivo.

Il 1921 fu una data molto importante, perché la manifestazione iniziò una campagna di autopromozione, creando un suo inno ufficiale “Coppa di Champagne” e realizzando una rivista ufficiale “Viareggio in maschera”.

IL CARNEVALE NELLA BERGAMASCA – Anche nella provincia di Bergamo il carnevale annovera parecchi estimatori e ogni paese organizza le proprie sfilate. Fra gli appuntamenti più sentiti spiccano il carnevale di Calusco d’Adda, Almè, Brembate di Sopra, Credaro e Zogno, oltre alla sfilata di Mezza Quaresima che ha luogo a Bergamo.

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