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L'intervista

Olympiacos-Atalanta, Ferron: “Atene ambiente caldo? A Zagabria nel ’90 giocammo tra poliziotti e carri armati”

L'ex portiere nerazzurro: "Svolta americana? Non so se sia un bene o no, ma il calcio di oggi è questo se vuoi allargarti in Europa"

Atalanta in campo giovedì sera ad Atene per la rivincita di Europa League. E l’ambiente, si dice, sarà molto caldo. Come dovranno comportarsi quindi i nerazzurri per riuscire a passare anche questo esame?

La lezione ci viene dal passato e la ricorda Fabrizio Ferron (intervenuto telefonicamente alla trasmissione ‘A come Atalanta’ a TeleClusone), otto anni di militanza atalantina ed è anche l’occasione per sottolineare quanto era stata preziosa la guida di Pierluigi Frosio, scomparso pochi giorni fa.

Era il 1990 e… “Quell’anno – ricorda Ferron – abbiamo fatto davvero un bel percorso in Europa, ci siamo fermati contro l’Inter ma anche lì si poteva sperare qualcosa di più. È stata una bella esperienza. Alternavamo partite un po’ meno buone in campionato mentre in Europa siamo andati bene, poi i risultati incerti in campionato hanno portato all’esonero dell’allenatore, si sa come vanno queste cose, alla fine paga sempre il mister. Ma ci siamo tolti belle soddisfazioni in Coppa Uefa“.

Di Frosio che ricordo ha, Ferron? “È arrivato in punta di piedi, con un’umiltà incredibile. Io ero da poco a Bergamo, avevo avuto prima Mondonico. Frosio ha messo subito al centro del suo progetto il rapporto e il dialogo con i giocatori, con un rispetto e un’educazione che nel mondo del calcio non sempre si abbinano. Una persona perbene, era un uomo. Punto”.

Ora l’Atalanta ad Atene troverà un ambiente caldo, ma anche voi a Zagabria, tanto per cominciare… “Ah, davvero un bell’ambiente, con i carri armati sulle piste, i poliziotti in assetto di guerra. Si respirava un’aria pesante, però Frosio ci ha tenuti tutti tranquilli e questo è un vantaggio per tutti i giocatori”, dice il portiere.

E l’Atalanta ha passato il turno, dopo lo 0-0 di Bergamo, a Zagabria 1-1, gol di Boban e pareggio di Evair su rigore. Ma non meno infuocata era stata la trasferta a Istanbul: “Bell’ambientino sì, ci hanno fatto deviare il percorso per entrare nello stadio, però ci siamo divertiti, dai. E poi quando il tuo ambiente squadra è sereno puoi solo giocare come abbiamo giocato anche là e siamo usciti imbattuti”.

Il pensiero di Ferron su questa svolta americana dell’Atalanta? “Mah, ormai negli anni l’Atalanta ci ha abituato a recitare un ruolo che prima non conoscevamo. La svolta americana? Oggi il mondo del calcio è così, se ti vuoi allargare in Europa, poi l’Atalanta è cresciuta molto ed stata associata a gruppi importanti. Non so se sia un bene o no, ma il calcio di oggi è questo”.

Ferron è passato dai Bortolotti, a Percassi, a Ruggeri… “È la storia dell’Atalanta, sempre guidata da bergamaschi, che non è male: hanno sempre lavorato col cervello, facendo il passo non più lungo della gamba, hanno programmato e si sono fatti conoscere in giro per il mondo. L’Atalanta in Europa non è più una provinciale, vuol dire che hanno lavorato bene”.

Ora sarà non solo business? “Spero che non si stravolga tutto. In società ci sono persone competenti, chi viene a comprare prende un prodotto ottimo, non penso siano così pazzi da buttare via tutto. Sarà piacevole vedere cosa succede con questa iniezione di forza: se hanno fatto bene fino adesso speriamo che possano solo migliorare”.

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