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Vilminore di scalve

Chiosco al Gleno, dopo le polemiche c’è il nuovo progetto

Verrebbe posizionato nella piana nei pressi della piazzola usata per l’atterraggio dell’elisoccorso

Vilminore di Scalve. L’anno scorso c’era stata battaglia sul progetto presentato dal Parco delle Orobie per realizzare un chiosco nel bacino della Diga del Gleno. Quello che era stato definito un “cannocchiale” era stato contestato sia per dove era stato posizionato – a mezza costa e secondo alcuni anche in pericolo valanghe – sia per la costruzione in se stessa che sarebbe stata sottodimensionata e con materiale che a quella quota (oltre i 1.500 metri) si sarebbe deteriorato in pochi mesi. Si era creato un Comitato, c’erano state assemblee e controproposte sul posizionamento. Ma non era stato presentato un progetto alternativo.

Adesso c’è, approvato dalla Giunta di Vilminore. Il progettista è il geometra Michele Boni (originario di Nona, frazione di Vilminore, supportato dall’architetto Ivano Mancini di Schilpario).

Verrebbe posizionato nella piana nei pressi della piazzola usata per l’atterraggio dell’elicottero di soccorso. L’importo per la realizzazione di 259.989,74 euro di cui a base d’appalto 182.502,13.
Come lo si pagherebbe? La Giunta di Vilminore, con il sindaco Pietro Orrù, ha già deliberato di partecipare al Bando di Regione Lombardia denominato “Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020: incentivi per lo sviluppo di infrastrutture e di servizi turistici locali” che prevede un tetto massimo di contributo del 90% dell’importo massimo e la scadenza era fissata al 15 febbraio scorso.

Da qui la delibera di Giunta del 4 febbraio, per rispettare i tempi di adesione al Bando. Poi ci sarà l’iter di approvazione da parte del Parco delle Orobie, già disponibile, col suo presidente Yvan Caccia, a facilitare in ogni modo la realizzazione del chiosco.

Il chiosco attuale verrà demolito. La Diga del Gleno è meta di migliaia di visitatori ogni anno. E il 2023 è l’anno del centenario del disastro: il 1 dicembre 1923, poco dopo le 7 del mattino, la diga si spalancò riversando una fiumana nella valle, distruggendo in gran parte Bueggio, Dezzo di Scalve e poi creando uno sfacelo a Corna di Darfo, dove c’è una cappelletta in ricordo dei morti (356, anche se il numero varia di qualche unità secondo diverse fonti).

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