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Due anni di pandemia

Il Covid e i bimbi dell’asilo: “Quella specie di verme che non ci lascia abbracciare” video

Alla materna di Azzonica disegni e impressioni di una vita diversa: i più piccoli nemmeno ricordano quando non si portava la mascherina

Sorisole. “Il coronavirus è una palla che ha dei puntini e fa ammalare i bambini e i grandi”, dice Nicole, 5 anni. “È una specie di verme che va in giro nelle case e fa star male le persone”, spiega Riccardo, orgoglioso dei suoi 6 anni già compiuti. “Ha le braccia, le gambe e non si vede perché lui è ‘indisibile'”, dice Elias, della classe dei grandi. “È una polverina nel cielo che va via quando è estate”, rassicura Giulia, mezzana. “È così piccolo che si vede solo con il ‘microscopico’, sono dei vermini piccolissimi e sono un centinaio”, dice Luca.

Ormai anche i bambini della scuola materna conoscono bene il Covid-19. Ognuno lo immagina come vuole, lo disegna, fa i conti quotidianamente, da due anni a questa parte, con regole da rispettare per evitare il contagio. Ma i piccoli, come dimostrano i bimbi dell’Associazione Scuola Materna Giovanni XXIII di Azzonica, frazione di Sorisole, sono bravissimi ad adattarsi ai cambiamenti.

Non indossano la mascherina perché sotto i sei anni non è obbligatoria, ma la vedono sui volti delle maestre, dei genitori, delle persone che incontrano: “Bisogna portarla per non far entrare nel corpo il Covid”.

I più piccoli nemmeno si ricordano più com’era il mondo prima della pandemia. Per loro è diventato normale vedere le bocche celate dal dispositivo di sicurezza, non poter abbracciare i compagni, rispettare rigorosamente le distanze e avere contatti solo con i bambini inseriti nella propria “bolla”.

Le loro maestre hanno sempre creato occasioni di gioco e divertimento per evitare di appesantire ulteriormente una situazione già difficile: si leggono libri, si impara ‘Il ballo del sapone’ per avere mani ‘scintillanti’, si prova la febbre prima di entrare all’asilo, si mangia insieme stando distanti l’uno dall’altro ma si sperimenta il self service servendosi autonomamente da contenitori messi al centro dei tavoli.

C’è anche nostalgia per il poco di vita pre-pandemia che questi bambini di 4 e 5 anni hanno vissuto. “Mi mancava tanto mio nonno quando siamo stati chiusi in casa”. “Mi piacerebbe se non eravamo neanche divisi, così potevamo abbracciarci”. “Era meglio se non esisteva il Covid, così potevamo andare tutti in giro senza mascherina”.

In caso di contagio, per Nicole la cura al ‘mal di tosse’ è semplice, come ha illustrato nel disegno fatto insieme con Tommaso: “Qui c’è la medicina e i biscotti, i fermenti lattici e lo spruzzino per i lavaggi del naso”. Il virus è una palla con gli uncini in quasi tutte le rappresentazioni dei bambini, ma spesso c’è qualche supereroe che lo combatte e lo fa morire.

 

scuola materna azzonica

 

Nonostante le varie limitazioni, la vita, quando vai all’asilo, è bella comunque e la maggior parte dei bimbi è riuscita ad abituarsi a questo nuovo modo di vivere. Qualcuno ha avuto un po’ più di difficoltà, ed è una situazione che si riscontra in diverse scuole dell’infanzia, come racconta la coordinatrice della materna di Azzonica, Domenica Rovelli: “Ci sono bimbi che stanno facendo più fatica e che magari hanno avuto delle regressioni, non vogliono separarsi dal genitore la mattina, oppure hanno ripreso ad usare il ciuccio. In tante strutture alcune famiglie hanno preferito sospendere la frequenza o ridurla per timore dei contagi o per le interruzioni dovute alle quarantene ma, in generale, abbiamo avuto la piena collaborazione delle mamme e dei papà fin dall’inzio della pandemia”.

“In questi due anni abbiamo dovuto riorganizzare i nostri spazi e la modalità di insegnamento – spiega la maestra della classe verde, Silvia Volontè -. Purtroppo abbiamo dovuto creare delle sezioni bolla e lasciare il progetto di intersezione laboratoriale dove le due classi lavoravano insieme. Abbiamo creato tre differenti ingressi per ogni gruppo e acquisito numerosi altri accorgimenti nel rispetto delle normative. Alcuni di questi cambiamenti ci hanno però portato a riflettere e abbiamo trovato degli aspetti positivi: ad esempio manterremo anche in futuro, a emergenza finita, i tre ingressi perché bambini e genitori si sentono maggiormente accolti e possono avere uno scambio con la maestra di riferimento. Abbiamo anche visto che, con le riunioni da remoto, c’era molta più partecipazione da parte delle famiglie rispetto a quelle in presenza, soprattutto da parte dei papà”.

Cristiana Rota è la maestra della classe blu: “Anche prima della pandemia la nostra scuola promuoveva la didattica in natura e all’aperto. Con il Covid le uscite sul territorio sono aumentate, per i bambini sono salutari dal punto di vista della prevezione dei contagi e favoriscono la socializzazione, la conoscenza dell’ambiente che li circonda e delle stagioni. Anche il rimando delle maestre della scuola primaria è positivo: chi trascorre tanto tempo all’aperto sa osservare ciò che lo circonda, sa cogliere maggiormente le sfumature”.

Due anni di Covid hanno cambiato tanto la vita dei bambini in età prescolare ma, come sottolinea la coordinatrice, “dai nostri piccoli abbiamo tanto da imparare, ci insegnano che lo spirito di adattamento è fondamentale” e che a volte, per esorcizzare la paura, basta una canzoncina e un bel disegno.

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