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I dati

Nel 2021 il terziario a Bergamo torna ai livelli pre-crisi, Mazzoleni: “Imprenditori fiduciosi”

La crescita media del fatturato è del +18,4% per i servizi, che erano stati fortemente penalizzati nel 2020, e del +11,4% per il commercio al dettaglio

Bergamo. Il 2021 si chiude positivamente per il settore terziario a Bergamo: il fatturato delle imprese dei servizi nel quarto trimestre cresce del +23% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre nel commercio al dettaglio l’incremento è del +13,6%.

Con questi dati il consuntivo del 2021 archivia una variazione media del +18,4% nei servizi e del +11,4% nel commercio: i servizi sono quindi cresciuti più intensamente, anche perché erano stati penalizzati maggiormente nel 2020 (-12,7% contro -8,1% del commercio). In entrambi i comparti il percorso di recupero intrapreso nel 2021 ha consentito di colmare il divario rispetto ai livelli medi del 2019, raggiungendo nel quarto trimestre valori dell’indice del fatturato che non si vedevano da diversi anni (103,9 nei servizi e 93,9 nel commercio al dettaglio), anche se va sottolineato come la crescita dei prezzi abbia in parte “gonfiato” questo risultato. In un quadro congiunturale che per il 2022 vede addensarsi numerosi rischi, legati in particolare alla crescita dei costi e dell’inflazione, gli imprenditori bergamaschi rimangono abbastanza fiduciosi sulla possibilità che la ripresa prosegua, sebbene nel commercio al dettaglio si registri un calo delle aspettative rispetto all’ottimismo del trimestre precedente.

Camera di commercio terziario

SERVIZI
Nei servizi il profilo delle variazioni congiunturali, ossia calcolate rispetto al trimestre precedente, mostra come la crescita nel 2021 a Bergamo si sia concentrata nel secondo trimestre, per poi procedere a un ritmo inferiore nella seconda parte dell’anno. Nel quarto trimestre l’incremento è stato del +3%, una velocità in linea con quella registrata in Lombardia, mentre considerando la media annua la crescita registrata in provincia è stata più marcata (+16,1% il dato regionale). Se infine si prendono a riferimento i livelli medi del 2019, la capacità delle imprese bergamasche di reagire alla crisi è risultata superiore.
Non tutti i settori dei servizi sono riusciti a recuperare le perdite di fatturato registrate nel 2020: le attività di alloggio e ristorazione e i servizi alla persona, nonostante la significativa crescita mostrata in corso d’anno, evidenziano una variazione ancora negativa rispetto ai livelli medi del 2019, mentre i servizi alle imprese e, soprattutto, il commercio all’ingrosso hanno ampiamente superato i livelli pre-crisi.

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Un elemento da considerare con attenzione nel valutare la dinamica del fatturato emerge dalla dinamica dei prezzi, che nel quarto trimestre accelerano ulteriormente la velocità di marcia (+2,7% congiunturale). Gli incrementi record sul fronte dei costi, in particolar quelli energetici, stanno infatti spingendo le imprese a scaricarli almeno parzialmente sui propri listini, nel tentativo di rendere sostenibile la compressione dei margini.
La variazione del numero di addetti risulta positiva anche nel quarto trimestre (+0,1%), solitamente caratterizzato da una prevalenza di uscite per via della chiusura dei contratti annuali. Il dato conferma la tendenza crescente in corso, sebbene l’incremento registrato nel 2021 non sia sufficiente per recuperare le perdite accumulate l’anno precedente.
Nonostante gli elementi di criticità legati ai costi e alla recrudescenza dei contagi da Covid19 a cavallo tra 2021 e 2022, le aspettative degli imprenditori bergamaschi dei servizi per il prossimo trimestre rimangono in area positiva (+10,4 il saldo tra previsioni di aumento e diminuzione per il fatturato, +9,6% per l’occupazione), senza evidenziare peggioramenti.

Camera di commercio terziario

COMMERCIO
Il commercio al dettaglio nel quarto trimestre registra a Bergamo una crescita congiunturale del fatturato del +4,1%, confermando l’andamento positivo evidenziato nel resto dell’anno e allineandosi alla dinamica regionale (+4%). Anche in riferimento alla media annua, la dinamica provinciale nel 2021 è risultata simile a quella lombarda (+10,5%), mentre il confronto con i livelli del 2019 registra una performance migliore per le imprese bergamasche.
Gli esercizi non alimentari, che erano stati particolarmente penalizzati nel 2020, hanno registrato la crescita più intensa, riportandosi sostanzialmente sui valori pre-crisi, mentre gli esercizi non specializzati, che comprendono la grande distribuzione a prevalenza alimentare e che hanno beneficiato dell’incremento dei consumi alimentari domestici a scapito del canale Ho.Re.Ca., hanno proseguito il trend positivo su livelli di fatturato superiori a quelli del 2019.

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Sul fronte dei prezzi emerge un segnale di allarme: l’incremento registrato nel quarto trimestre è infatti in forte accelerazione (+3,5% la variazione congiunturale), segnalando la difficoltà delle imprese nel far fronte ai costi sempre maggiori e rischiando al contempo di frenare i consumi. Si tratta di una situazione rischiosa, che se protratta nel tempo potrebbe compromettere la capacità delle imprese di stare sul mercato.
Le valutazioni sulle scorte indicano come, a seguito della difficoltà di reperimento di alcuni prodotti, le imprese ricorrano maggiormente al magazzino: il saldo tra i giudizi di esuberanza e scarsità scende a +1,9, il valore più basso registrato negli ultimi anni. Data l’esiguità delle giacenze e la domanda in crescita, gli ordini ai fornitori proseguono la tendenza positiva già evidenziata negli ultimi due trimestri (+13,7 il saldo tra giudizi di aumento e diminuzione) dopo cinque anni di segni negativi.
Prosegue la fase crescente dell’occupazione: il numero di addetti nel quarto trimestre registra una variazione positiva tra inizio e fine periodo pari al +0,6%, con una crescita più significativa nei negozi non alimentari dovuta anche al picco di vendite legato al periodo delle feste natalizie.

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Le aspettative degli imprenditori registrano un saldo tra previsioni di crescita e diminuzione negativo per tutte le principali variabili (fatturato: -8,4; occupazione: -5,8; ordini ai fornitori: -13,7). In parte si tratta di un calo fisiologico, dovuto alla fine del periodo natalizio e alla conseguente diminuzione delle vendite, ma la discesa rispetto ai valori molto elevati del terzo trimestre è comunque significativa e rappresenta un segnale di raffreddamento della fiducia degli imprenditori.

IL PRESIDENTE MAZZOLENI
Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “Nel complesso anche i due comparti del terziario hanno colmato il divario con il fatturato del 2019. Ci sono tuttavia differenze tra i settori, con i servizi alle imprese che hanno superato i livelli precrisi, mentre alloggio, ristorazione e servizi alla persona sono ancora al di sotto. Nonostante le preoccupazioni sul fronte degli aumenti dei costi e dell’inflazione, gli imprenditori sono fiduciosi che la ripresa possa continuare.”

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