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I dati

Produzione industriale a Bergamo: il 2021 si chiude in crescita del 17,4%

Il 2021 si chiude con una crescita media del +17,4% per l’industria e del +16,4% per l’artigianato, superando i livelli pre-crisi. Allarme per l’impennata dei costi produttivi. Anche se le aspettative degli imprenditori segnalano maggiori rischi

Bergamo. Continua a crescere anche nel quarto trimestre 2021 la produzione manifatturiera in provincia di Bergamo: la variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è pari al +10,4% per le imprese industriali con almeno 10 addetti e al +13,6% per quelle artigiane con almeno 3 addetti. Tale incremento consente al comparto industriale di chiudere il 2021 con un +17,4% complessivo, mentre il settore artigiano mette a segno un +16,4% in media d’anno.

Si tratta di risultati importanti, che permettono non solo un pieno recupero delle perdite registrate durante la crisi del 2020 quando la produzione era calata del -9,2% nell’industria e del -11,3% nell’artigianato, ma anche di raggiungere i livelli produttivi più elevati della serie storica. In un quadro globalmente positivo, non mancano però elementi di preoccupazione, legati soprattutto alla continua crescita dei costi degli input produttivi, non sufficientemente compensata dall’aumento dei listini. La flessione delle aspettative degli imprenditori sull’avvio del 2022 rappresenta in questo senso un campanello d’allarme.

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INDUSTRIA
L’industria bergamasca nel quarto trimestre del 2021 registra una crescita congiunturale della produzione del +1,7%, confermando il rallentamento fisiologico avvenuto nella seconda metà dell’anno dopo i ritmi molto elevati che hanno caratterizzato i primi due trimestri. In Lombardia l’incremento negli ultimi tre mesi è leggermente più intenso (+2,3% la variazione congiunturale), ma la crescita media registrata in regione nel 2021 risulta complessivamente inferiore (+15,6%). Se come termine di paragone si utilizzano invece i livelli medi del 2019, prima della crisi, la perfomance della provincia appare ancora più brillante (+6,6% contro +4,3% regionale).
Il risultato positivo registrato a Bergamo è frutto della specializzazione nel settore meccanico, che ha registrato una crescita particolarmente vivace nel 2021, ma anche la chimica, i mezzi di trasporto e la gomma-plastica hanno già superato i livelli pre-crisi. Tra i comparti che invece non hanno ancora recuperato i valori del 2019 si trovano quelli afferenti al sistema moda (tessile, abbigliamento, pelli e calzature) e l’industria alimentare.

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Se la produzione continua a crescere, ma a tassi che si stanno via via riportando su valori più “normali”, il fatturato non mostra invece segni di rallentamento: nel quarto trimestre l’incremento congiunturale è infatti pari al +5,2%, risultato che porta ad archiviare per il 2021 una crescita media del +22,3%. La dinamica estremamente positiva del fatturato è spinta anche dall’incremento dei prezzi dei prodotti finiti, che nel quarto trimestre mettono a segno una crescita congiunturale del +5,9%. Nonostante questo consistente adeguamento, i listini non tengono il passo rispetto alla crescita dei costi, che raggiungono il terzo rincaro consecutivo a doppia cifra (+10,2% i prezzi delle materie prime rispetto al trimestre precedente): nonostante la fase di espansione produttiva, i margini delle imprese sono quindi sottoposti a forte tensione.
I segnali che giungono dai magazzini non sono invece del tutto chiari: se i problemi di approvvigionamento di materie prime sembrano per il momento rientrati con il saldo tra le valutazioni di eccedenza e scarsità delle scorte tornato in area positiva (+0,8), le imprese segnalano ancora una situazione di carenza per quello che riguarda le giacenze di prodotti finiti (saldo pari a -8,2).
Notizie positive giungono dal fronte degli ordinativi, che mettono a segno una variazione congiunturale positiva (+6%) e in accelerazione rispetto ai trimestri precedenti.
L’occupazione delle imprese si conferma in lenta crescita: il saldo tra ingressi e uscite nel quarto trimestre è pari al +0,1% e, benché di entità assai lieve, rappresenta il quarto segno positivo consecutivo. Dopo il calo registrato nel 2020, la cui incidenza è stata d’altronde ridotta grazie all’utilizzo della Cassa Integrazione, le imprese industriali della provincia sono tornate ad espandere la propria forza lavoro per far fronte alla rapida ripresa della domanda, superando i livelli occupazionali pre-crisi.

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Nonostante i risultati positivi archiviati nell’ultima parte del 2021, le aspettative degli imprenditori per il prossimo trimestre mostrano un lieve peggioramento, anche se va sottolineato che i saldi tra previsioni di crescita e diminuzione rimangono ampiamente positivi per tutte le variabili e su livelli ancora elevati (domanda estera: +17; fatturato: +17; occupazione: +17; produzione: +15; domanda interna: +10). La minor fiducia degli imprenditori su produzione e fatturato è probabilmente conseguenza delle tensioni sui prezzi delle materie prime e dell’energia, che non sembrano allentarsi e che incidono negativamente sulla capacità delle imprese di far fronte alla domanda. Anche la crescita dei contagi da Covid19 tra fine 2021 e inizio 2022 potrebbe complicare questa situazione, aggravando la scarsità di forza lavoro avvertita in alcuni settori e rendendo più probabili strozzature e blocchi lungo le catene di rifornimento. Il calo delle aspettative in merito alla domanda interna potrebbe invece riflettere le conseguenze della risalita dell’inflazione sul reddito delle famiglie, soprattutto nei settori che producono beni di consumo.

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ARTIGIANATO
Nell’ultima parte del 2021 la produzione manifatturiera dell’artigianato in provincia di Bergamo cresce più velocemente rispetto alla Lombardia (+3,7% la variazione congiunturale contro 2,6% regionale), risultato confermato anche dalla variazione media annua (+16,4% contro +11,7%). Grazie a questa migliore capacità di reagire, le imprese artigiane bergamasche mostrano di aver già oltrepassato i livelli produttivi pre-crisi (+3,3% la variazione del 2021 rispetto al 2019), mentre in Lombardia il recupero non è stato ancora completato (-1,5%).
Il fatturato aumenta del +3,4% nel quarto trimestre, un incremento congiunturale che, benché lievemente inferiore rispetto al terzo trimestre, consente di archiviare per il 2021 una crescita media del +18%. Rallentano invece gli ordini, che mettono a segno l’incremento più limitato (+0,6% congiunturale) registrato in corso d’anno. Il risultato del fatturato è frutto anche della significativa crescita dei prezzi di vendita (+6% la variazione congiunturale nel quarto trimestre), incremento tuttavia insufficiente a compensare i rincari delle materie prime (+11,5%).
Riguardo le scorte, la difficoltà di reperimento e i prezzi record dei materiali necessari alla produzione mettono sotto pressione i magazzini delle imprese artigiane: i saldi tra i giudizi di esuberanza e scarsità sono ancora fortemente negativi sia per le materie prime (-15,8) che per i prodotti finiti (-11,4), sebbene in lieve crescita rispetto ai valori registrati nel secondo trimestre.
Il numero di addetti torna a crescere nell’ultimo trimestre del 2021 (saldo tra ingressi e uscite pari a +0,2%), dopo una parte centrale dell’anno caratterizzata da un andamento negativo. Si tratta comunque di oscillazioni di entità ridotta, che confermano l’andamento sostanzialmente stabile dell’occupazione delle imprese artigiane negli ultimi due anni. Le imprese sono d’altronde impegnate nel riassorbimento della Cassa Integrazione (ancora utilizzata dal 14% del campione), il cui impego ha consentito di evitare perdite occupazionali in seguito alla crisi.
Le aspettative degli imprenditori artigiani mostrano un ripiegamento per quasi tutte le variabili, sebbene i saldi tra previsione di crescita e diminuzione rimangano comunque in area positiva (domanda estera: +6; domanda interna e produzione: +4; fatturato: +3). Solo le previsioni sull’occupazione sono in miglioramento, con un saldo che svolta in territorio positivo (+4) segnalando un fabbisogno crescente di forza lavoro per sostenere l’espansione della produzione.

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Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “Risultati molto positivi nel 2021 sia per l’industria che l’artigianato bergamaschi, superiori alle medie regionali: non solo hanno recuperato le perdite del 2020, ma hanno raggiunto due nuovi massimi di produzione. L’ultimo trimestre tuttavia lascia intravedere un raffreddamento della crescita e un peggioramento delle aspettative, conseguenza delle dinamiche dei costi, energia e gas in primis, e dell’impennata dell’inflazione”.

carlo mazzoleni
Carlo Mazzoleni, presidente di Camera di Commercio di Bergamo
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