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Associazione aga

Bergamo e provincia: “I nostri giovani stanno male, abusano del loro corpo”

La denuncia del presidente Enrico Coppola: "I ragazzi si rifugiano in alcol e droga, aumentano gli episodi di autolesionismo e i disturbi alimentari. Un disagio già evidente prima del Covid, che con la pandemia e le restrizioni si è aggravato"

Pontirolo Nuovo – ” I nostri ragazzi stanno male e lo manifestano abusando del loro corpo. Questo disagio c’era già prima del Covid e la pandemia ha aggravato questa situazione che non sparirà con la fine delle restrizioni”.

Enrico Coppola, presidente dell’Aga, l’associazione Genitori Antidroga, lancia l’allarme sullo stato di salute dei giovani interessati da problemi sempre più aggravati da comportamenti psicopatologici associati all’uso di alcol e droga.

Questa è la situazione constatata fra i minori che, negli ultimi mesi, l’Aga ha preso in carico con i propri servizi: nell’ambulatorio di Treviglio, su 800 utenti seguiti, circa 300 sono under 25 e nella comunità di Pontirolo Nuovo sono attualmente ospitati 8 minori. Fra i ragazzi seguiti dall’associazione c’è anche chi è ricorso all’autolesionismo procurandosi tagli superficiali sul corpo per procurarsi dolore, chi ha sviluppato disturbi alimentari e chi è stato coinvolto in situazioni che l’hanno portato a vivere la propria sessualità in modo distorto.

Per tutti loro l’Aga ha predisposto progetti di cura sempre più specialistici con l’impegno costante di una equipe multidisciplinare composta da 25 professionisti. “Il minino comune denominatore di queste psicopatologie che in alcuni casi sfociano anche in problemi psichiatrici  è un uso strumentale del proprio corpo a cui i giovani stanno sempre più ricorrendo per sfogare il proprio malessere e la propria aggressività -spiega Coppola-. Purtroppo succede che droga e alcol vengano utilizzati come automedicazione finendo però per aggravare ulteriormente lo stato di disagio psicofisico già compromesso da altri comportamenti patologici”.

La preoccupazione degli esperti e delle istituzioni competenti è quindi sempre più alta. Secondo l’associazione questi comportamenti sono la conseguenza di un disagio giovanile che era molto forte già prima dello scoppio dell’epidemia di Covid: “La motivazione – continua il presidente dell’associazione – è ancora quella che abbiamo più volte denunciato in passato: purtroppo viviamo in una società basata sul consumismo i cui valori proposti non coincidono con i reali bisogni di crescita e di benessere dei ragazzi. E quanto accaduto negli ultimi due anni non ha cambiato la situazione, anzi”.

Una differenza sostanziale, questa, tra il disagio giovanile degli anni passati e quello attuale, come sottolinea Coppola: “Se una volta l’uso di droghe e alcol era sintomo di contestazione o emarginazione sociale, oggi è puro consumismo, c’è una normalizzazione di questi atteggiamenti”.

Cosa fare quindi per aiutare adolescenti e preadolescenti? Per Aga servono interventi educativi e di sviluppo di comunità che sappiano fare rete soprattutto per intercettare il disagio giovanile precocemente ed è importante che i Comuni si facciano promotori di sviluppo e coordinamento di reti per facilitare percorsi aggregativi e sociali, con attenzione alle famiglie con adolescenti.

L’associazione aveva iniziato a promuovere sul territorio a fine 2019 a Brembate, Spirano, Pognano, Lurano, Castel Rozzone, Arcene, un progetto sperimentale di prevenzione denominato Progetto Scudo, rivolto ai ragazzi fra l’età delle scuole medie e le superiori. L’obiettivo era quello di promuove l’avvio di un percorso educativo in contrasto ad ogni forma di dipendenza con al centro la famiglia e il coinvolgimento di tutte le principali realtà educative del territorio: in primis le scuole, gli oratori e le associazioni sportive.

“Poiché questo progetto aveva tra gli obiettivi principali la socializzazione – spiega Coppola -, a causa del Covid ci siamo visti costretti a interromperlo. Nel momento però in cui ci saranno le condizioni sanitarie favorevoli siamo pronti a riprenderlo. Ne vale la salute dei nostri giovani”.

L’impegno è importante: “Serve un grande lavoro di sensibilizzazione dei ragazzi e delle famiglie. Spesso infatti i Comuni e la comunità in generale promuovono iniziative utili e interessanti alle quali però i destinatari non aderiscono. C’è la volontà di coinvolgere maggiormente i ragazzi ma è necessario riuscire ad agganciare loro e le famiglie con l’aiuto delle figure che hanno a che fare con i giovani: professori, allenatori, educatori”, conclude il presidente.

Il problema del disagio giovanile è anche al centro della nuova legge regionale 23/20 per il contrasto delle dipendenze che, a causa dell’emergenza sanitaria, sta solo ora muovendo i primi concreti passi. E’ appena stato costituito il Comitato di indirizzo e coordinamento in area dipendenze, presieduto dal presidente della Regione, e il tavolo di coordinamento tecnico composto da 13 membri definiti esperti: cinque rappresentanti del privato sociale, cinque di Asst, uno di Ats e due di Regione Lombardia.

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