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Atalanta, prova da grande: un pari stretto, ma la squadra c’è fotogallery

Come una vittoria ai punti contro la Juve che doveva dettare legge e esulta per non aver perso. Ancora episodi negativi. Su e giù: da Boga a Muriel

È stata una battaglia. Però, obiettivamente, se ci doveva essere un vincitore, questo doveva essere l’Atalanta. Non solo per il cuore, per l’orgoglio, ma anche per la tecnica, come ha ammesso lo stesso Allegri nel dopopartita. Quando ancora i suoi giocatori stavano esultando come se avessero vinto la finale di Coppa Italia.

Alla fine il pari sta stretto alla squadra di Gasperini, non a quella che era venuta a Bergamo accompagnata dalla grancassa che la vedeva già lanciata verso l’aggancio alle prime tre.

Piano, un momento. La Juventus non ha dimostrato proprio nulla. Non certo di essere più forte dell’Atalanta, anzi i due confronti diretti fanno pendere la bilancia dalla parte bergamasca.

All’andata ha deciso Zapata, stavolta un siluro di Malinovskyi stava per regalare una vittoria che sarebbe stata fantastica, per ribadire anche che da qualche anno l’Atalanta non è più inferiore a questa Juve.

Invece… Purtroppo il gol al 92′ di Danilo mette fine (speriamo) a una settimana decisamente sfortunata, caratterizzata da una serie di episodi negativi, dal Cagliari alla Fiorentina e poi con la Juve, dalla mancata espulsione del portiere bianconero al fallo di mano in area di De Ligt, al gol nei minuti di recupero. Una serie di circostanze tagliagambe.

Però, se proviamo ad andare oltre la rabbia, dobbiamo applaudire una squadra che dopo aver subìto la sfuriata iniziale della Juve ha cominciato a rispondere colpo su colpo e ha continuato in crescendo.

C’è più di un aspetto positivo da sottolineare: se guardiamo ai singoli, da Sportiello a Demiral, da Koopmeiners a Boga.

Prestazioni entusiasmanti, il portiere che sembrava messo da parte e ritorna in cattedra, dimostrando anche una freddezza esemplare.

E poi Jeremie, quel numero 10 che alla seconda da titolare trascina la squadra e i tifosi, la Curva Pisani che si infiamma anche nel ricordo di Chicco, a 25 anni dalla tragedia che ha colpito il numero 14 atalantino e Alessandra, la sua ragazza.

O quel Demiral che si incolla a Vlahovic e lo costringe perfino a subire un’ammonizione, ma soprattutto non gli fa fare gol.

Koopmeiners? Subito a guardia di Locatelli, diventa poi uomo ovunque, presente in tante giocate, all’assalto dell’area bianconera e a difesa di quella nerazzurra. Un elemento preziosissimo, davvero una bella scoperta e conferma della sua utilità.

O vogliamo dimenticare quel Malinovskyi che aveva già colpito la Juve e fa gol su calcio piazzato, pensare quante volte ci chiedevamo chi avrebbe segnato ancora su punizione… Eccolo il cecchino, che forte Ruslan con i suoi missili.

Poi ci sono le colonne della squadra, i Freuler e De Roon che non deludono mai, capitan Toloi.

Ma, appunto, c’è una squadra. Che nel momento in cui da qualche parte si sente parlare di fine ciclo (?) dimostra ancora una volta di avere non solo carattere, ma di poter continuare a recitare un ruolo da protagonista.

Arriverà quarta o quinta? Chi lo sa. Non ha nemmeno molta importanza: l’Atalanta si fa rispettare sempre, con le grandi ha ceduto solo di fronte al Milan. E i conti si faranno alla fine.

Certo, servirà anche un altro Muriel. Perché già non c’è Zapata (e Ilicic…) e non può bastare il solo Boga, ma per fortuna è arrivato lui. Lucio, però, deve darsi una mossa e fare di più: dare quello che potrebbe e ci si aspetta da un attaccante forte, con le sue qualità.

Giovedì si riparte in Europa League e il girone di ritorno in campionato è ancora lungo. Non si può perdere tempo.

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