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25 anni dalla morte

Fortunato ricorda Pisani: “Chicco in campo andava a mille all’ora”

Daniele Fortunato dal 1994 al 1997 è stato compagno di squadra di Federico Pisani nell’Atalanta allora guidata da Emiliano Mondonico

Sono passati 25 anni dalla tragica scomparsa di Federico Pisani e della sua fidanzata Alessandra Midali, ma il ricordo è sempre vivo nella memoria di chi ha vissuto sul campo con questo ragazzo spensierato e dei tifosi nerazzurri, che si entusiasmavano quando il numero 14 (la maglia poi è stata ritirata dal club nerazzurro) iniziava il riscaldamento per entrare in campo. E, spesso, riusciva a ribaltare una partita che sembrava segnata.

Lo ricordiamo con Daniele Fortunato, che dal 1994 al 1997 è stato compagno di squadra di Federico Pisani nell’Atalanta allora guidata da Emiliano Mondonico.

Fortunato era un po’ l’allenatore in campo della squadra e quindi conosceva bene i suoi compagni, anche sotto il profilo umano. Così ci descrive Federico “Chicco” Pisani: “Era un ragazzo molto tranquillo, riservato. Di poche parole, un ragazzo dolce. E sul campo… beh era un po’ la nostra salvezza, per noi ‘anziani’ o comunque più esperti, fin dalle amichevoli del precampionato. Perché noi andavamo con il nostro ritmo e però contro certe squadre bisognava fare subito bella figura: Pisani entrava e segnava due gol, dava subito alla partita un altro significato, la rendeva più brillante. Perciò, dicevo al Mondo, ma perché non lo fai entrare subito? Chicco andava a mille all’ora…”.

Ricorda ancora Fortunato: “Era un giocatore dotato di buona tecnica, teneva sempre la palla vicina al piede e se ne andava in velocità. Non aveva la classe di un campione, però saltava spesso l’uomo e creava difficoltà agli avversari. Era… un Muriel un po’ meno tecnico, abile a rompere gli equilibri delle partite. Un giocatore come pochi, per rapidità e velocità, anche nelle amichevoli faceva sempre la sua figura”.

Il Mondo? “Lo trattava bene, poi per lui era un’arma, avere in panchina Pisani era come adesso avere Muriel”.

Pisani se n’è andato a soli 22 anni… Fortunato ancora è incredulo: “Il giorno dopo la tragedia ci siamo allenati e ci sembrava inverosimile, è stato difficile anche per noi, suoi compagni di squadra. Io non mi rendevo conto, mi chiedevo. Ma sarà in ritardo se non arriva? Invece proprio non c’era. Anche al funerale, avrei voluto dire due parole ma non ce l’ho fatta: vedere i genitori in quei momenti è devastante, l’ho provato anche quando è morta mia sorella, non esiste dolore più grande”.

Sono momenti che ti restano dentro e non riesci a dimenticare. Quando poi un compagno di squadra è ancora un ragazzo, nel pieno della sua gioventù. Fortunato aggiunge: “Sono rimasto malissimo quando è morto Rotella, che tutti ricordiamo come persona molto educata, a modo, come del resto era Pisani, al di là del calciatore. E l’esempio è Gaetano Scirea: tornavamo da una trasferta con la Juve, abbiamo saputo della sua morte in Polonia e…quando sono arrivato alla Juve le prime persone che ho visto sono state Boniperti, poi Zoff e Scirea. Come fai poi a non emozionarti? Sono persone che ricordiamo tutti per la loro grande sensibilità, come quel ragazzo così educato che quando entrava in campo metteva lo scompiglio nelle difese avversarie. Chicco Pisani, chi lo fermava?”

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