Una beffa di quelle che non si dimenticano facilmente. Viene da rispolverare la legge di Murphy: “Quando qualcosa può andare storto, lo farà”.
L’Atalanta non è certo nel picco di forma, ma tutto pare aver preso una sfortunata piega dall’inizio del nuovo anno con infortuni pesanti in ruoli cruciali, ondata di Covid massiccia e risultati poco sfavillanti.
Se si guarda in casa propria e si analizza la prestazione dei nerazzurri, si può notare come qualche netto miglioramento rispetto alla prova irriconoscibile contro il Cagliari ci siano stati. Sarebbe stato molto preoccupante il contrario.
Se si guarda invece agli episodi in fin dei conti la Dea regala due rigori alla Fiorentina (su uno dei quali Musso addirittura ci arriva), prende due legni che gridano vendetta al cospetto di Dio, al 92′ va vicina alla rete della vittoria con Djimsiti e invece in superiorità numerica perde tutto con il gol di colui che era stato inserito per difendere a denti stretti il pareggio.
Raccogliendo tutti gli episodi citati verrebbe da chiosare e riassumere con un semplice “Non è proprio periodo”.
Forse è vero, ma per correttezza ed onestà analizziamo la partita del Gewiss Stadium. Nei primi venti minuti la squadra orobica pare essere rimasta la stessa vista contro i sardi qualche giorno prima: la Dea subisce svantaggio e pressing degli uomini di Italiano, quando prova a costruire dal basso rischia tantissimo, quando rilancia lungo il falso nueve non regge l’attacco e non supporta la squadra. La scossa arriva con la bellissima rete di Zappacosta, che al tramonto del primo tempo offre a Boga una palla deliziosa con l’esterno ivioriano che la piazza bene ma bacia il palo.
Nella seconda parte di gara la Dea si sistema meglio in difesa, il gioco non è quello dei bei tempi anche per i meriti della Viola, ma comunque la Dea mostra idee migliori. Boga accende la sfida con un super slalom, ma è un’ingenuità di Koopmeiners a ridare vita alla Fiorentina.
Nel finale, con i toscani in dieci, l’Atalanta prova a chiuderla prima dei supplementari (traversa di Zappacosta e occasionissima per Djimsiti) ma al 93′ arriva la beffa più atroce con la rete di Milinkovic che sbarra la strada verso la semifinale ai giocatori orobici e infiamma anche il post-gara con le recriminazioni nerazzurre per un eventuale fuorigioco di Bonaventura.
Si dice che “chi perde spiega”: le criticità ci sono eccome, il pensiero di un ciclo finito è balzato in testa a tutti anche solo inconsciamente, inutile negarlo. In più un obiettivo è sfumato, in casa le vittorie sono un miraggio, all’orizzonte ci intravedono due sfide toste e importanti per gli altri due obiettivi (la Juve è già uno spareggio per il quarto posto, l’Olympiacos per poter sognare anche solo in minima parte ancora quel trofeo che manca a questa squadra). È un momentaccio ma guai a chi molla un millimetro.
TOP E FLOP
Nel complesso la prova non è assolutamente da buttare. A livello individuale a pagare dazio maggiormente sono De Roon e soprattutto Koopmeiners, autori di due interventi assolutamente evitabili in area di rigore.
La buona notizia arriva dal primo gol di Boga, il quale anche in una sfida non facile per un reparto offensivo senza punta vera, conferma le caratteristiche per cui è stato acquistato e mostra un’intesa con Zappacosta che se affinata per bene può rivelarsi un asse importante. Meno bene Pasalic: non c’è dubbio che aspettarsi dal croato le stesse prestazioni di Zapata è folle, ma contro i viola il numero 88 non è riuscito quasi mai a vincere un duello.
In calo anche Djimsiti, non un buon periodo per l’albanese: tra Lazio, Cagliari e Fiorentina tre prestazioni ampiamente sotto il suo standard.
Il direttore Marino nel pre gara ha dichiarato che la squadra è a posto così nonostante il lungo problema legato a Zapata. Francamente pensare di fare i prossimi tre/quattro mesi senza una vera punta, lo si è visto già in questa occasione, non pare affatto sostenibile.
O viene stravolto il gioco in modo completamente diverso, inteso proprio a livello di principi e filosofia il che significa rivoluzionare tutto al buio a metà cammino, oppure qualche pezza va messa. D’altro canto chiaro anche trovare un attaccante forte e subito pronto tra gli svincolati non è facile, altrimenti non sarebbero svincolati.
LE PAGELLE
Musso 6,5
Djimsiti 5,5
Demiral 6,5
Palomino 6 (Koopmeiners 5)
Hateboer 5,5
Freuler 7
De Roon 5,5
Zappacosta 7
Pasalic 5 (Pessina 5,5)
Malinovskyi 5 (Muriel 6)
Boga 7
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