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Take care

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Habilita San Marco, il nuovo ambulatorio di medicina ipobarica

Il dottor Christian Salaroli ci racconta la medicina di montagna

In Habilita San Marco di Bergamo è stato attivato il nuovo ambulatorio di medicina ipobarica. Il referente di questo servizio è il Dr. Christian Salaroli, che spiega come la definizione di “medicina ipobarica” possa essere anche sostituita da “medicina di montagna”, per essere più facilmente compresa dall’utenza.

Che cosa è compreso nella medicina di montagna?

«Tutto ciò che comporta un intervento medico per adattare una persona a fare sport a quote superiori ai 1.500 metri slm, a partire da chi lo pratica ad alti livelli fino al semplice escursionismo (o sci) amatoriale. È molto importante fare attenzione soprattutto dal punto di vista preventivo: un soggetto che soffre di ipertensione e vuole fare trekking sopra i 2000 metri, è importante che consulti il medico di medicina di montagna per capire se può procedere senza problemi o se deve effettuare degli adattamenti. Questo è importante soprattutto per chi sta seguendo delle terapie, per capire è necessario sottoporsi a test ulteriori e individuare la risposta adattativa della persona».

Quali sono le patologie per cui è necessario rivolgersi medico di montagna?

«È consigliato un confronto con il medico di montagna per i pazienti cardiopatici, i soggetti con patologie respiratorie e i diabetici. Per chi è già stato ad altissima quota e ha sviluppato il mal di montagna è necessaria una pre-terapia per prevenire i sintomi del male di montagna».

Quali rischi si possono correre se soggetti a rischio effettuano escursioni in altura senza aver consultato preventivamente un medico specializzato?

«I rischi si verificano a livello cardiovascolare: se una persona anziana, già affetta da determinate patologie, decide di andare in montagna e raggiungere quote modeste come 1500/1600 metri, possono comparire problemi di scompenso, ipertensione e respiratori. Questo è ciò che avviene più frequentemente. In altri casi possiamo parlare, invece, di mancate performance. Un soggetto affetto da una patologia che non conosce le proprie potenzialità e decide di fare un’escursione impegnativa, potrebbe non essere in grado di portarla a termine come previsto».

Quindi anche per le spedizioni in montagna ci può essere una consulenza.

«Sì, chiunque volesse organizzare una spedizione in alta quota può attivare una consulenza con questo ambulatorio. Personalmente, in passato mi sono già occupato di compilare la lista di farmaci da portare in spedizione, oppure di effettuare lo studio clinico della persona in partenza per una spedizione: esami ematochimici, test respiratori e test da sforzo».

Ci sono poi altri ambiti di intervento?

«C’è l’aspetto che riguarda i congelamenti. Non si tratta di una casistica particolarmente frequente nella nostra realtà, ma non è totalmente assente. Questo è un ambito di stretta cura nei confronti dei soggetti che hanno riportato un congelamento e per i quali si rende necessaria una serie di interventi che vanno dai farmaci fino ai trattamenti loco-regionali per avere una vasodilatazione locale e migliorare la perfusione».

Ci sono poi altri aspetti che vedono coinvolta la medicina di montagna?

«Un ultimo aspetto è quello del training. Parliamo di un ambito molto specifico che tocca anche la medicina sportiva. È, in sostanza, la parte relativa all’allenamento in preparazione di un’eventuale attività in quota. Questo vale sia per le attività di tipo agonistico come le ultra trail che si corrono in montagna, sia per le attività più specifiche».

Il servizio di medicina ipobarica (medicina di montagna) è molto diffuso?

«Attualmente sono veramente pochi i colleghi che hanno sviluppato questo tipo di servizio. Progetti come il nostro sono poco presenti in Italia oggi, nonostante l’attività sportiva e amatoriale legata alla montagna sia in costante crescita. Soprattutto in questo periodo post Covid-19, l’attività outdoor è in forte espansione, ma va affrontata con le dovute cautele».

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