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Il ricordo

Schianto in moto a Cavernago, addio a Roberto Erba: “Si faceva in quattro per gli altri”

Molto conosciuto in Valle Seriana, aveva giocato in diverse squadre del calcio dilettantistico ed era impegnato come volontario all'Oratorio Calcio Pradalunga. Lascia la moglie Monica e i figli Alessandro e Debora

Pradalunga. Un grande appassionato di calcio e di montagna, una persona disponibile e piena di vita. Roberto Erba, 56 anni, è deceduto martedì poco prima delle 14 in un incidente stradale mentre stava andando a lavorare all’Accuma, azienda di automazione e robotica di Ghisalba. In sella a uno scooter 125, ha urtato una Fiat 600 ed ha battuto il capo contro il cofano dell’auto. Vani i tentativi di rianimarlo.

Roberto era molto conosciuto in Valle Seriana: aveva giocato in diverse società di calcio provinciale, alla Falco Albino, a Gandino, a Selvino. Amava molto questo sport: appese le scarpette al chiodo, era diventato volontario all’Oratorio Calcio Pradalunga.

“Tre anni fa mi hanno chiesto di fare il presidente, così ho alzato il telefono e l’ho chiamato. Gli ho detto: ‘Roby se vieni con me accetto, altrimenti gli rispondo di no’ – racconta l’amico Beppe Nembrini, che da allora guida la società del Csi -. Così abbiamo iniziato insieme questa avventura. Lui era una persona disponibilissima, si dava un gran daffare, quando c’era bisogno di qualcosa si faceva in quattro per aiutare. Recentemente avevamo sistemato l’ufficio e lui aveva smontato tutti i mobili vecchi, li aveva portati via e montato quelli nuovi. Era davvero prezioso. Un uomo in gamba, atletico, dinamico. Un volontario come non se ne trovano più. Nessuno vuole più spendersi per il prossimo, invece Roberto lo faceva con il cuore, non so come faremo senza di lui”.

 

roberto erba

 

 

Erba aveva allenato la squadra dei dilettanti, che poi si è sciolta. “Ora ci sono i pulcini e la scuola calcio ma lui stava cercando di ricostruire una nuova squadra. Voleva portare i giovani al nostro campo a sette, voleva che giocassero a pallone”.

Martedì Erba, vedendo la bella giornata, aveva deciso di andare al lavoro con lo scooter del figlio: “Non lo usava quasi mai – dice Nembrini -. Solo che suo figlio Alessandro era sempre in trasferta e la moto rimaneva in garage, così ogni tanto Roberto la prendeva per evitare di lasciarla troppo ferma. Che disgrazia… lui che era così prudente. Amava la montagna e spesso andava a fare qualche escursione da solo. Io lo riprendevo, gli dicevo che era pericoloso, ma lui mi rassicurava: ‘Stai tranquillo che non vado a rischiare, se vedo qualche pericolo torno indietro’, mi diceva. E poi è andata a finire così”.

Roberto lascia la moglie Monica e i suoi due figli, Debora e Alessandro.

Mercoledì mattina la salma è stata riconsegnata alla famiglia e composta nella camera del commiato accanto alla chiesa di Cornale. I funerali si svolgeranno venerdì 11 febbraio alle 15 nella chiesa parrocchiale di Pradalunga.

 

roberto erba
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