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Focus Economia

Camera di commercio

Export bergamasco più snello: svolta digitale sui certificati di origine fotogallery

Entro l’estate stampa in azienda per tutti

Bergamo. È il valore aggiunto che spinge il mondo a guardare con un occhio di attenzione in più ai prodotti italiani: quel “Made In” che accompagna ogni prodotto realizzato in Italia e che è da solo garanzia di qualità e di autorevolezza sul mercato. Lo sanno bene le imprese di Bergamo, provincia esportatrice dove il volume di merci vendute all’estero ha segnato record importanti negli ultimi trimestri (leggi qui).

Imprese che si rivolgono alla Camera di Commercio per ottenere il Certificato di Origine dei propri prodotti esportati fuori dall’Unione Europea (all’interno, in quell’Europa che rappresenta il più grande mercato comune del mondo, non è necessario), un documento riconosciuto dai trattati internazionali che attesta il luogo di produzione di un bene e che è quindi indispensabile per completare le procedure di sdoganamento da parte del paese di destinazione.

Per rendere più snella la procedura, e favorire l’attività di import-export delle imprese, è da tempo in corso la digitalizzazione del processo che porta al rilascio dei Certificati d’Origine, e una prima importante tappa è prevista per i prossimi mesi: entro l’estate, infatti, tutti i Certificati di origine rilasciati dalla Camera di Commercio di Bergamo non saranno più consegnati allo sportello ma tutte le imprese bergamasche potranno stamparli direttamente in azienda (con la sola eccezione degli esportatori occasionali). Una novità che coinvolge una platea di circa 1.300 imprese impegnate quotidianamente nel commercio con l’estero, e che, già dalle prossime settimane, inizieranno a ricevere comunicazione in tal senso dagli uffici camerali. Quella di Bergamo è stata la prima Camera di Commercio in Italia a sperimentare l’eliminazione della carta attraverso la digitalizzazione dei Certificati di origine.

TENARIS AVVIA LA SPERIMENTAZIONE NEL 2019
Anche in questo caso, come per altri servizi erogati dalla Camera di Commercio, la pandemia di Covid-19 ha solo dato la spinta decisiva ad un processo di transizione verso il digitale che era già in corso: semplicemente, ciò che rappresentava un servizio aggiuntivo – la possibilità di sbrigare le proprie pratiche da remoto, appunto – di fronte alle norme per prevenire il contagio si è rivelato una necessità che è stata anche in grado di rompere resistenze normative e abitudini consolidate.

Era il 2017 quando la Camera di Commercio di Bergamo introdusse l’obbligo, per tutte le imprese, di richiedere il certificato attraverso la piattaforma online dedicata, da ritirare poi una volta pronto agli sportelli fisici. Un primo passo che prevedeva già alcuni vantaggi: l’impresa poteva, da remoto, inviare tutta la documentazione allegata alla richiesta senza vincoli di orario, nel fine settimana o nei giorni festivi, con le stesse credenziali di accesso utilizzate per gli altri servizi digitali della Camera. Gli uffici dell’ente procedevano con l’istruttoria, chiedevano eventuali integrazioni o correzioni. Al termine, rilasciavano il Certificato d’Origine con cui attestavano, appunto, l’origine effettiva del prodotto venduto. Che non per forza è l’Italia, se il prodotto transita dal nostro paese o viene lavorato solo parzialmente qui. Il luogo d’origine è infatti quello in cui, sulla base di precise normative internazionali, è avvenuta l’ultima lavorazione sostanziale, dove si è verificata la trasformazione che ha portato ad un nuovo prodotto: se, per esempio, il filato viene dal Vietnam ma il tessuto è realizzato a Casnigo il prodotto sarà “Made in” Casnigo,
me se il tessuto bianco viene dal Vietnam e a Casnigo viene esclusivamente tinto di rosso rimane “Made in” Vietnam, dove appunto è stato realizzato.

Fino al marzo del 2020, dunque, la stampa del certificato era a cura della Camera mentre all’impresa spettava il ritiro. Complessivamente, tra la sede di Bergamo e l’ufficio di Treviglio, la Camera di Commercio ha rilasciato nel 2020 37.050 Certificati di origine richiesti digitalmente, un numero che nel 2021 è salito a 38.180. E se i numeri sono ancora lontani da quelli pre-Covid (nel 2019 erano stati rilasciati oltre 41 mila certificati) nonostante la crescita delle esportazioni è solo perché queste si sono dirette sempre più in aree dove il certificato non è richiesto, quindi soprattutto nell’Unione Europea, con il risultato che la filiera si è accorciata, anche per l’incertezza e le restrizioni legate alla pandemia che caratterizzano ancora diverse parti del mondo (tra tutte, la Cina).

Già allora, tuttavia, era in corso una prima sperimentazione che aveva coinvolto dal 2019 Tenaris nel ruolo di apripista della stampa in azienda. Poi, nel maggio 2020, la sperimentazione era stata estesa ad un gruppo di 39 imprese bergamasche, grandi utenti import-export.
Ogni giorno la Camera riceve una media che oscilla tra le 80 e le 200 richieste di certificato, che nei periodi di picco arrivano anche a 300. La stampa in azienda non aumenta il numero di certificati rilasciati, ma consente un risparmio di tempo notevole per le aziende che li richiedono, innescando un importante efficientamento del processo.

LA CERTIFICAZIONE DI QUALITÁ. IL BOLLINO ICC/FWC
Rimanevano tuttavia, e rimangono ancora, alcune criticità, perché molte dogane faticano ad accettare un documento che può presentare tra l’altro qualità di stampa variabili (e le imprese non vogliono correre il rischio di avere la propria merce ferma al confine), per questo sono stati introdotti alcuni accorgimenti: come il QR code apposto sui Certificati di origine collegato ad una banca dati nazionale dove poter verificare le informazioni fondamentali del prodotto, e il più avanzato (riconosciuto a livello internazionale, anche se volontario) Sistema di Certificazione ICC/FWC, un bollino che attesta come nell’intero processo di certificazione siano state seguite tutte le linee guida internazionali, e che riporta un codice che consente di verificare l’autenticità della certificazione attraverso una banca dati internazionale.

Dal 7 febbraio 2022 sarà possibile stampare anche il bollino ICC/FWC direttamente in azienda. “I vantaggi sono diversi – spiega il Segretario generale della Camera di Commercio di Bergamo, Paola Esposito – Il bollino attesta il ruolo della Camera di Commercio nel processo di certificazione, ne rafforza la credibilità, facilita la verifica e quindi l’accettabilità del Certificato di Origine da parte di altri stati. Quello stampato in azienda – a colori e su un formulario dedicato, fornito dalla Camera – è un documento ufficiale a tutti gli effetti, e contiene la riproduzione della firma olografa e dei timbri, bollino ICC e QR code. Ci sono, insomma, tutti gli elementi utili per attestarne la veridicità in modo rapido e sicuro, rendendo ancora più agevole il processo di esportazione dei nostri prodotti”.
A Bergamo dal 28 febbraio la stampa in azienda del Certificato di Origine diventerà la modalità prevalente per le 39 aziende che l’hanno cominciata a sperimentare ormai da due anni, ma l’obiettivo della Camera di Commercio è che entro il primo semestre 2022 la stampa in azienda sia estesa a tutte le imprese bergamasche.

OBIETTIVO CERTIFICATI DI ORIGINE DIGITALI
L’obiettivo nel medio periodo è però più ambizioso, e punta alla completa digitalizzazione del Certificato di Origine, che dovrebbe così diventare un file da mostrare (e da inviare con anticipo alle dogane) attraverso un dispositivo (cellulare o tablet, per esempio), abbandonando così completamente il tradizionale foglio di carta. Una sorta di “Green Pass” per le merci, insomma. Un traguardo a cui a livello nazionale stanno lavorando anche Unioncamere e Ministero dello Sviluppo Economico, che necessita però di un’evoluzione normativa a livello nazionale ed internazionale, ma soprattutto di una cultura dell’innovazione più diffusa, magari sulla scia della strada aperta proprio dalla Camera di Commercio di Bergamo.

“La nostra è una delle Camere italiane più avanzate sul fronte dei servizi online e dell’innovazione – commenta Carlo Mazzoleni, presidente della Camera di Commercio di Bergamo –. Da tempo, in particolare, stiamo facendo significativi passi avanti nella direzione di una completa digitalizzazione dei Certificati di origine, un obiettivo importante non solo per il nostro territorio ma anche a livello nazionale, visto che l’Italia è un paese esportatore. Le merci non si sono fermate nemmeno con il Covid-19, così come gli uffici della Camera, e l’essere protagonisti dei flussi del commercio internazionale rappresenta una sfida di portata globale, per cui la transizione digitale in questo settore rappresenta un asset strategico per l’intero sistema paese”.

UNO SGUARDO OLTRE CONFINE
Tale è l’attenzione che la Camera di Commercio di Bergamo riserva all’internazionalizzazione che le novità dei servizi a supporto delle aziende che commerciano oltre confine non si fermano qui. In azienda sarà per esempio possibile nei prossimi mesi stampare anche visti e autentiche di vario tipo, come autodichiarazioni o fatture di esportazione vidimate, ed è in corso il processo di digitalizzazione dei Carnet ATA, i “passaporti” che accompagnano le esportazioni temporanee di quelle merci (destinate per esempio alle fiere) che escono dai confini nazionali ma che dopo un breve periodo rientrano in Italia, con l’obiettivo di eliminare il tradizionale libretto da timbrare in dogana.

Negli ultimi due anni sono stati inoltre accelerati i processi di digitalizzazione dei servizi relativi alle attività a sostegno dell’internazionalizzazione delle piccole medie imprese bergamasche – l’ossatura del nostro sistema economico e produttivo –, dalla formazione – incontri seminariali, meeting, convegni etc. – fino al supporto per la partecipazione a fiere internazionali, incontri commerciali in presenza, missioni economiche e visite presso operatori all’estero.

A sostegno della competitività delle imprese italiane, poi, due sono i progetti in cui gli strumenti digitali sono sempre più protagonisti: il progetto “Incoming Buyer Esteri”, che favorisce l’incontro – anche se virtuale – con potenziali clienti esteri in sostituzione dei mancati eventi b2b tradizionali, e il progetto “S.E.I. – Sostegno Italia all’Export”, che aiuta le imprese che non hanno mai esportato o che esportano in maniera occasionale a consolidare la loro presenza all’estero attraverso servizi di assistenza, di formazione, elaborazione di report, export check up e piani export.
Infine, notevole è la crescita di tutte quelle occasioni di formazione a distanza – webinar promossi in collaborazione con Unioncamere Lombardia e sistema camerale lombardo o con Promos Italia – dedicate all’internazionalizzazione e alle modalità di sviluppo del proprio business nei mercati esteri organizzate attraverso piattaforme informatiche virtuali (Meet, Zoom, etc.): erano 9 nel 2019, di cui solo 4 online, sono salite a 13 nel 2020 e a 24 – quasi raddoppiando, dunque – nel 2021.

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