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Confai Bergamo

Politica agricola europea

Analisi di Confai Bergamo sulla proposta UE di un ‘Rural Pact’

Cattaneo (direttore Confai Bergamo): "Fondamentale una visione a lungo termine che possa rivitalizzare il territorio locale in tutte le sue articolazioni"

‘La definizione di una visione a lungo termine per le aree rurali è imprescindibile in vista di un piano di ripresa del settore primario che possa rivitalizzare il territorio locale in tutte le sue articolazioni, tenendo conto della specificità e dei differenti gradi di sviluppo dei singoli contesti”: così il direttore di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo, ha sintetizzato la posizione dell’associazione provinciale di agromeccanici e agricoltori circa il recente lancio dell’iniziativa Rural Pact da parte della Commissione Europea, che ha invitato a costruire un patto tra autorità pubbliche e portatori d’interesse privati per disegnare il futuro delle aree rurali. L’invito diffuso dalle autorità comunitarie riprende una comunicazione ufficiale del giugno 2021, con la quale la Commissione aveva iniziato a tracciare una serie di direttrici a lungo termine, che andavano ben al di là dell’orizzonte temporale della nuova politica agricola europea, prevista per il periodo 2023-2027.

Come riferisce il portale della Rete Rurale Nazionale, tra le questioni prioritarie che interesseranno il territorio extra urbano nei prossimi anni – secondo il punto di vista dell’esecutivo di Bruxelles – rientrano l’invecchiamento della popolazione, un sistema infrastrutturale ancora in fase di sviluppo, le carenze in termini di servizi di digitalizzazione per le imprese e la popolazione e le ridotte opportunità sotto il profilo lavorativo.

Per l’organizzazione provinciale aderente a Cai, la confederazione che riunisce imprese agromeccaniche e agricole a livello nazionale, la sfida che attende il territorio bergamasco è quella di governare la transizione da un modello tradizionale di gestione agricola basato su un alto livello di frammentazione aziendale verso livelli di ben maggiore integrazione economica e organizzativa del tessuto agricolo locale. Il territorio bergamasco, lo ricordiamo, può contare su una superficie coltivabile di circa 70.000 ettari, cui si aggiungono oltre 100.000 ettari di zone boschive.

“Dal dibattito stimolato a livello europeo – osserva Leonardo Bolis, presidente di Confai Bergamo e Confai Lombardia – ci attendiamo un coinvolgimento ad ampio raggio di tutti gli agenti territoriali effettivamente impegnati per il futuro dei nostri territori, così come un complessivo potenziamento delle politiche pubbliche orientate a creare valore nei diversi passaggi della filiera agroalimentare”.

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