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La lettera

Caos tamponi e quarantene: “I nostri figli, a casa negativi, chiedono: allora perché ci siamo vaccinati?”

Un gruppo di mamme bergamasche scrive alla redazione: "Abbiamo provato a far fronte al disorientamento e al crollo emotivo dei bimbi, abbiamo provato a gestire situazioni lavorative critiche, ma adesso siamo allo stremo"

Un gruppo di mamme bergamasche ci ha inviato la seguente lettera, riguardante l’ennesima quarantena che ha colpito i loro bambini.

È il 3 febbraio, i nostri figli di 7 anni sono al T5 (il secondo tampone, ndr). Dalla riapertura della scuola siamo al quarto tampone almeno, una quarantena (ovvero 10 giorni chiusi in casa) e pochi giorni di scuola in presenza. Vite sospese.

In fila a fare i tamponi nelle ultime settimane ci sono quasi esclusivamente i bambini e questo dovrebbe fare riflettere in maniera profonda. Tamponi a bambini senza sintomi, perché il concetto di contatto stretto per i bambini a scuola non è lo stesso che per gli adulti. Banchi distanziati di quasi 2 metri, mascherine sempre indossate (ormai in molti FFP2), finestre costantemente aperte, ripetuta igienizzazione delle mani. Eppure, per un positivo, tutti a fare i tamponi e al secondo positivo tutti in DDI e chiusi in casa per 10 giorni. Tutto questo solo perché la scuola è l’unico luogo in cui c’è garanzia di tracciamento (anche se i contagi certamente non avvengono qui, come ampiamente dimostrato).

Abbiamo sopportato questo provvedimento per un mese, rispettando delle norme che consideravamo assurde e penalizzanti per i nostri figli, eppure, per senso civico e di responsabilità, non ci siamo sottratti a nessuna di queste regole. Abbiamo provato a far fronte al disorientamento e al crollo emotivo dei bambini, abbiamo provato, a volte riuscendoci e a volte no, a gestire situazioni lavorative critiche. Ma siamo allo stremo e al T5 arriva il secondo positivo.

Scatta immediatamente la DDI e la quarantena, per tutti, anche per i nostri figli con tampone negativo e ciclo vaccinale completato. È una beffa, perché proprio la sera prima abbiamo gioito per la rimozione di queste norme assurde che ci hanno fatto impazzire per un mese. Ci rendiamo presto conto dell’impatto psicologicamente devastante di questa ennesima privazione. I nostri figli piangono, ci guardano e iniziano a fare domande a raffica “Mamma, sono in DAD o anche in quarantena?” “Ma sono vaccinato e ho il tampone negativo, perché non posso ancora andare a scuola?” “Ma non hanno cambiato le regole?” “Ma devo fare un altro tampone?” e alla fine la domanda delle domande “Mamma, ma perché ho fatto il vaccino?”.

Questo è troppo, questo va oltre la nostra capacità di genitori di poter dare delle spiegazioni valide ai nostri figli, perché ora questo non è più il provvedimento, ma lo viviamo come un sopruso per i nostri figli, per noi e per i loro insegnanti. Oggi no, la nostra intelligenza, il nostro senso critico e il nostro senso civico ci impongono di appellarci a chiunque, affinché il nuovo provvedimento che entrerà in vigore lunedì 7, venga applicato in maniera retroattiva.

Non possiamo privare ancora una volta i nostri bambini (vaccinati e sani) della scuola in presenza e della libertà di uscire dalle quattro mura di casa. Oggi non possiamo arrenderci e con questa lettera chiediamo ad ATS di intervenire in maniera tempestiva e di dare ai nostri figli la libertà che gli è stata nuovamente e soprattutto indebitamente tolta.

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