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Il risultato

Intesa Sanpaolo: il 2021 si chiude con un utile netto di 4,185 miliardi di euro

I risultati del 2021 confermano la capacità di Intesa Sanpaolo di affrontare efficacemente la complessità del contesto pandemico e di creare valore per tutti gli stakeholder, con un utile netto pari a 4,2 miliardi di euro, a fronte di stanziamenti - allocati a valere sull’utile ante imposte - pari a 2,2 miliardi nell’anno, di cui 1,7 miliardi nel quarto trimestre, per l’ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del Gruppo

Il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo venerdì 4 febbraio 2022 ha approvato i risultati d’esercizio e consolidati al 31 dicembre 2021.

I risultati del 2021 confermano la capacità di Intesa Sanpaolo di affrontare efficacemente la complessità del contesto pandemico e di creare valore per tutti gli stakeholder, con un utile netto pari a 4,2 miliardi di euro, a fronte di stanziamenti – allocati a valere sull’utile ante imposte – pari a 2,2 miliardi nell’anno, di cui 1,7 miliardi nel quarto trimestre, per l’ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del Gruppo.

Nel biennio 2020-2021, Intesa Sanpaolo ha allocato complessivamente – a valere sull’utile ante imposte – circa 8 miliardi di euro di stanziamenti per il rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del Gruppo, al quale concorrono anche le sinergie annue previste per oltre un miliardo di euro derivanti dalla fusione di UBI Banca realizzata con successo senza costi sociali.

Gli stanziamenti del 2021 hanno riguardato:
– 1,6 miliardi di euro di rettifiche di valore addizionali per accelerare la riduzione dei crediti deteriorati, di cui 1,2 miliardi nel quarto trimestre per la riduzione di circa 7,7 miliardi di euro di crediti deteriorati lordi (per circa 2,9 miliardi già nel trimestre e per circa 4,8 miliardi prevista per cessioni nel 2022);
– 0,3 miliardi di rafforzamento delle riserve assicurative, di cui 0,2 miliardi nel quarto trimestre;
– 0,3 miliardi, interamente nel quarto trimestre, di oneri relativi a 2.000 uscite volontarie previste dall’accordo sindacale di novembre 2021.

I risultati del 2021 sono stati conseguiti mitigando efficacemente l’impatto di COVID19, in particolare con:
• attenzione per le persone del Gruppo e i clienti:
– lavoro a distanza abilitato per circa 78.000 persone,
– assunte circa 2.400 persone in Italia dal gennaio 2020;
– circa 100% delle filiali aperte e pienamente operative (consulenza solo su appuntamento, operatività di cassa solo su appuntamento nelle aree con restrizioni per Covid-19 più elevate) e continuità operativa garantita dall’efficace modello di banca multicanale (filiale online, internet banking, App e ATM / casse automatiche) e dal servizio di assistenza e consulenza da remoto fornito da circa 30.800 gestori;
• supporto continuo all’economia reale e alla società:
– sostegno alle iniziative sanitarie per oltre 100 milioni di euro, incluse le donazioni derivanti dalla rinuncia del Consigliere Delegato e CEO e di 21 top manager a un importo complessivamente pari a circa 6 milioni di euro dei bonus riconosciuti dal Sistema Incentivante 2019;
– destinazione di 150 milioni di euro del Fondo Impact (pari al 50%) alla riduzione del disagio socio economico causato da COVID-19;
– Programma Rinascimento, dal valore complessivo di 80 milioni di euro, che include prestiti di impatto alle micro imprese e start-up, per la ripresa ed evoluzione del modello di business nel contesto conseguente alla pandemia, attraverso progetti di sviluppo e innovazione, con impatti su economia reale e coesione sociale del territorio, lanciato a Bergamo in collaborazione con il Comune (30 milioni) e a Firenze in collaborazione con la Fondazione CR Firenze (50 milioni);
– prima banca in Italia a concedere moratorie, precedendo lo specifico quadro normativo: da inizio 2020, finora accordate moratorie – inclusi i rinnovi – per 115 miliardi di euro (dei quali circa il 77% relativi a imprese e circa il 23% a famiglie); l’ammontare di moratorie attualmente in essere è pari a circa 4,9 miliardi di euro (dei quali circa l’ 89% relativi a imprese e circa l’ 11% a famiglie);
– prima banca in Italia a firmare il protocollo d’intesa con SACE, fornendo immediato supporto alle imprese in applicazione del Decreto Liquidità: complessivamente, includendo anche il Fondo PMI, erogati finora crediti garantiti dallo Stato per un ammontare pari a circa 43 miliardi di euro (circa 11 miliardi SACE e circa 32 miliardi Fondo PMI);
– messi a disposizione delle imprese e dei professionisti 50 miliardi di euro di nuovi crediti per la salvaguardia dell’occupazione e la gestione dei pagamenti durante l’emergenza;
– 10 miliardi di euro di nuove linee di credito per supportare circa 2.500 filiere
produttive italiane, potenziando il Programma Sviluppo Filiere.
• forte value proposition sui canali digitali, che ha permesso un’immediata risposta dell’attività del Gruppo:
– potenziamento dei servizi digitali, con circa 12,9 milioni di clienti multicanale e circa 8,1 milioni di clienti che usano l’App di Intesa Sanpaolo, riconosciuta da Forrester come “Digital Leader” e citata tra le Best Practice in diverse categorie tra le App bancarie europee;
– Artificial Intelligent Sales di Intesa Sanpaolo premiato come migliore programma di innovazione di digital sales;
– per il secondo anno consecutivo, primo posto tra le grandi aziende italiane nella competizione “Cyber Resilience amid a Global Pandemic”, organizzata da AIPSA (Associazione Italiana Professionisti Security Aziendale);
La generazione di valore per tutti gli stakeholder si fonda anche sul ruolo di Intesa Sanpaolo come motore della crescita sostenibile e inclusiva, con iniziative in tema di ESG
(Environmental, Social, Governance) e clima, in particolare:
– servizio di consulenza ESG dedicato e finanziamenti ESG-linked per le piccole e medie imprese;
– team ESG specialistico di coverage e di prodotto a supporto dei gestori e dei clienti della Divisione IMI Corporate & Investment Banking;
– forte focalizzazione sui fondi ESG, con 110 miliardi di euro gestiti da Eurizon classificati secondo gli articoli 8 e 9 del regolamento SFDR;
– modello proprietario di Scoring ESG a livello di controparte per le società non finanziarie e sua integrazione in corso nel framework della propensione al rischio di credito;
– attività formative dedicate ai temi ESG per le persone del Gruppo (oltre 38.000 persone formate) e la clientela corporate (Skills4capital);
– a luglio 2021, aggiornamento della policy sul carbone per azzerare entro il 2025 le esposizioni verso il settore dell’estrazione del carbone e introdotta una nuova policy
relativa alle risorse Oil & Gas non convenzionali con cessazione immediata dei nuovi finanziamenti e azzeramento delle esposizioni entro il 2030;
– a settembre 2021, impegno ad adottare e implementare lo Stakeholder Capitalism Metrics sviluppato dal World Economic Forum;
– nel quarto trimestre 2021, impegno a un obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050
– per le proprie, per i portafogli prestiti e investimenti, per l’asset management e l’attività assicurativa – nel quadro dell’adesione del Gruppo alla NetZero Banking Alliance (NZBA), alla Net Zero Asset Managers Initiative (NZAMI), nonché alla Net Zero Asset Owner Alliance (NZAOA) e alla Net Zero Insurance Alliance (NZIA).
Intesa Sanpaolo è l’unica banca italiana inclusa nei Dow Jones Sustainability Indices e si classifica prima tra le banche europee in tre delle principali valutazioni internazionali ESG, MSCI, Sustainalytics e Bloomberg ESG Disclosure Score, è anche inclusa dal lancio a ottobre 2021 nell’indice MIB ESG di Euronext e Borsa Italiana.
Inoltre, Intesa Sanpaolo è stata inserita per il quinto anno consecutivo nell’indice riguardante la parità di genere Bloomberg Gender-Equality Index (GEI) 2022, registrando un punteggio ampiamente superiore alla media del settore finanziario a livello mondiale e delle società italiane, è stata riconosciuta come prima banca in Europa nel Diversity & Inclusion Index di Refinitiv tra le 100 migliori aziende per diversità e inclusione ed è stata tra le prime europee ad aver ottenuto la prestigiosa certificazione internazionale Gender Equality European & International Standard (GEEIS-Diversity) su diversità e inclusione;

Nel 2021, per il Gruppo si registra:
● utile netto pari a 4.185 milioni di euro, rispetto a 3.277 milioni del 2020, in crescita del 19,4% rispetto a 3.505 milioni se si escludono le componenti relative all’acquisizione di UBI Banca e l’impatto contabile del connesso impairment del goodwill;
● risultato corrente lordo in aumento del 7,3% rispetto al 2020;
● risultato della gestione operativa in crescita del 5,4% rispetto al 2020;
● proventi operativi netti in aumento dell’ 1,9% rispetto al 2020, con commissioni nette salite del 9,3%;
● costi operativi in diminuzione dell’ 1,1% rispetto al 2020;
● elevata efficienza, con un cost/income al 52,5% nel 2021, tra i migliori nell’ambito
delle maggiori banche europee;
● costo del rischio del 2021 a 59 centesimi di punto (da 97 nel 2020), a 25 se si esclude lo stanziamento per accelerare la riduzione dei crediti deteriorati (da 48 nel 2020 se si esclude lo stanziamento per i futuri impatti di COVID-19);
● miglioramento della qualità del credito:
– riduzione dei crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, di circa 50 miliardi dal picco di settembre 2015 e di circa 37 miliardi dal dicembre 2017 superando, per circa 11 miliardi, l’obiettivo di riduzione pari a circa 26 miliardi del Piano di Impresa 2018-2021;
– la riduzione pro-forma, tenendo conto della riduzione per cessioni prevista nel 2022 già oggetto di accantonamento nel quarto trimestre 2021, è di circa 54 miliardi dal picco di settembre 2015 e di circa 42 miliardi dal dicembre 2017 superando per circa 16 miliardi l’obiettivo di riduzione del Piano di Impresa 2018-2021;
– lo stock di crediti deteriorati scende a dicembre 2021, dal dicembre 2020, del 27% al lordo delle rettifiche di valore e del 34,1% al netto, rispettivamente del 50,2% e 48% pro-forma tenendo conto della riduzione per cessioni prevista nel 2022 già oggetto di accantonamento nel quarto trimestre 2021;
– l’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi a dicembre 2021 è pari al 3,2% al lordo delle rettifiche di valore e all’ 1,5% al netto.

Considerando la metodologia adottata dall’EBA, l’incidenza dei crediti deteriorati è pari al 2,4% al lordo delle rettifiche di valore e all’ 1,2% al netto, rispettivamente inferiore al 2% e all’ 1% pro-forma tenendo conto della riduzione per cessioni prevista nel 2022 già oggetto di accantonamento nel quarto trimestre 2021.

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