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In bergamasca

Bollette, Comuni in allarme. Il sindaco di Castione: “Solo per il metano 42mila euro in più”

Ad Albino 130 mila euro in più per luce e gas, tra i 300 e i 350 a Treviglio. A Scanzorosciate e Seriate 200 mila per le utenze di edifici e pubblica illuminazione. "Senza fondi statali straordinari tagli ai servizi e aumento delle imposte"

Il caro bollette non colpisce solo famiglie e imprese: anche i Comuni devono farci i conti. A preoccupare sono le spese correnti, in aumento con le utenze di luce, gas e non solo: migliaia di euro – in alcuni casi centinaia di migliaia – in più da pagare. Con tutte le difficoltà che ne conseguono.

Il sindaco di Castione della Presolana, Angelo Migliorati, si sfoga sui social. “Mi è arrivata la richiesta degli uffici comunali di prevedere in bilancio l’incremento per i costi del metano (ancora non hanno fatto i conti per l’ incremento dei costi dell’energia elettrica) – scrive -. Si passa da una spesa prevista di 111.500 euro annui ad un conto presunto di 153.800 euro. Un incremento di 42.300 euro, pari ad un aumento del 50%. Dove vado a tagliare per recuperare queste risorse? Già versiamo allo Stato, con il fondo di solidarietà, ben 2.449.160 euro all’anno. Che altro dobbiamo fare, attaccarci alla canna del gas? Ah no, è troppo caro…”, ironizza.

Il problema riguarda un po’ tutti i comuni, chi più chi meno. Sempre in Valle Seriana, il sindaco di Albino Fabio Terzi (Lega) fa sapere di avere previsto a bilancio circa 130 mila euro in più sui capitoli riservati ai consumi di luce e gas. A Scanzorosciate oltre 200 mila per le utenze di edifici pubblici e pubblica illuminazione. “Un aumento superiore al 50% rispetto all’anno scorso – sottolinea il sindaco Davide Casati (Pd) -. Siamo molto preoccupati, perché un aumento così significativo della spesa corrente se non viene coperto da fondi statali straordinari deve essere coperto da un taglio dei servizi e dei contributi comunali, oppure da un aumento delle imposte e delle tariffe locali”. Insomma, si chiedono misure da parte del Governo. Possibilmente immediate.

La stessa cifra (200 mila euro) è stata conteggiata anche dall’amministrazione comunale di Seriate. “Spero sia un errore di calcolo della ragioneria”, taglia corto il sindaco del Carroccio, Cristian Vezzoli, evidentemente preoccupato. “A Treviglio ne sentiremo il peso tra maggio e giugno, con conguaglio e saldo a consuntivo – aggiunge il collega Juri Imeri -. Chiaro che è un problema: stiamo verificando, c’è un aumento del 30% sull’energia elettrica. Sul bilancio di previsione che stiamo elaborando il gas e luce incide tra i 300 e i 350 mila euro, 180 ciascuno. Poi abbiamo impianti come il centro sportivo, col gestore che a certe cifre non ci sta più dentro”. In alcuni casi, anche le opere pubbliche già appaltate vengono a costare di più, a causa dei rincari delle materie prime. Il rischio è quello di una paralisi.

Sulle difficoltà degli amministratori pubblici nel gestire i bilanci, è intervenuto nei giorni scorsi il sindaco di Lenna Jonathan Lobati. Un intervento che non riguarda solo il tema dei rincari. “È un po’ come avere la Ferrari e montare le gomme consumate, o avere un guasto e non riparalo perché costa. Quello che succede nei nostri bilanci è praticamente questo. Quanto volte – si chiede – abbiamo sentito dire che ci sono le buche sulla strada e spendono i soldi per fare la biblioteca nuova, oppure spendono i soldi per fare la ciclabile e non tagliano l’erba?”. Avanza una proposta: “Perché non introdurre un criterio per il quale se ottengo un finanziamento da 1 milione, una quota deve essere destinata obbligatoriamente alla manutenzione e di conseguenza posso accantonarla e spenderla in parte corrente su più anni, 10/20 almeno. Se usassimo questo criterio – sostiene – avremmo qualche opera nuova in meno, ma sicuramente non avremmo problemi a fare la manutenzione del verde, a tenere rifatta la segnaletica orizzontale, a chiudere le buche e più in generale a gestire le nostre amministrazioni con la logica del buon padre di famiglia. Chi governa – conclude – dovrebbe sfruttare l’occasione del Pnrr per creare delle regole più semplici ed elastiche. Il 2026 è dietro l’angolo e il rischio di restare un paese burocraticamente arretrato è altissimo”.

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