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L'intervista

Sanremo, Roby Facchinetti: “Che emozione il nostro Uomini Soli tra le cover”

“Sarà una edizione memorabile, unico neo le cover di brani in inglese: abbiamo tanta bella musica italiana…”

“Con tutti questi big in gara, mi sembra di tornare agli anni ’60 e ’70. Prevedo grandi numeri”.

Ricordi e aspettative accompagnano le parole di Roby Facchinetti, storico leader dei Pooh, che si è espresso in merito al Festival di Sanremo, giunto alla sua 72esima edizione. Il cantante bergamasco, in attesa dell’inizio del suo tour “Symphony” – in partenza il 22 marzo a Bergamo –, si gode la canzone italiana davanti al televisore di casa e spera in una ripresa del mercato musicale.

Più di una volta a Sanremo sia come concorrente in gara, sia come ospite: un aneddoto o un ricordo particolare del Festival?

I ricordi sono tanti e tutti importanti: nel 1990, noi vincemmo con “Uomini soli” ad Arma di Taggia. Quell’anno, Sanremo fu spostato lì, inaugurando così il Palazzo dei Fiori – il Palafiori, dove tuttora c’è l’esposizione. Fu un’edizione notevole e davvero speciale perché rappresentò il ritorno dell’orchestra, assente da diversi anni, e delle accoppiate con cantanti stranieri. Noi ci affidammo alle corde vocali e alla presenza scenica di Dee Dee Bridgewater, artista americana pazzesca. Trionfammo anche grazie a lei che fece una versione straordinaria del nostro brano in gara. Questo è uno dei ricordi che per me, per una serie di ragioni, rappresenta il Festival.

Seguirà il Festival quest’anno?

Sì, assolutamente. Anche, semplicemente, per un dovere professionale. Alle 21, tutti seduti davanti al televisore con il telecomando in mano.

Cosa pensa della scelta artistica, dei cantanti in gara tra big e nuove leve?

Credo che quest’anno ci sia un cast veramente eccezionale. È interessante che tra i concorrenti spuntino i nomi di molti super big, da Gianni Morandi in poi. Questo mi riporta al Sanremo degli anni Sessanta e Settanta, quando era del tutto normale che partecipassero i grandi del momento. Si pensi – e con questo ho detto tutto – che ci andò anche Lucio Battisti nel 1969. Successivamente, e purtroppo, hanno sempre mediamente disertato il Festival. Sono sicuro che sarà un Sanremo con numeri considerevoli, anche e soprattutto grazie ai nomi dei grandi artisti in gara.

Chi crede potrà stupire più di tutti?

Sanremo è sempre Sanremo. Non è automatico che il vincitore del Festival trovi poi l’abbraccio più caloroso del pubblico: molte volte, capita che il brano primo classificato emerga meno di un altro che occupa posizioni inferiori nella classifica finale. È la vox populi a scegliere. Certo, Gianni Morandi ha un’attenzione particolare e potrebbe influenzare le giurie e, perché no, anche vincere. Poi non dovrà per forza essere il brano più venduto. È una particolarità che il Festival ha sempre avuto.

Ha qualche preferenza?

Ho letto qualcosa, ma le canzoni vanno ascoltate. La musica ha bisogno di orecchi attenti. Inoltre, non ci si deve mai fermare al primo ascolto: a volte, la bellezza dei brani non viene scoperta subito. Esprimere un giudizio secco, senza prima ascoltare i brani in gara, è molto difficile, se non quasi impossibile. Le canzoni sono fatte di testo e musica, uniti in un “matrimonio perfetto”.

Per la serata delle cover, Fabrizio Moro ha scelto di portare “Uomini Soli”, con cui i Pooh hanno vinto il Festival nel 1990. Che effetto farà?

Sono convinto che Fabrizio sarà protagonista di un’esibizione memorabile: ha un’estensione importante e una voce che sa emozionare. Sono contento che abbia scelto questo brano. Lo interpreterà alla sua maniera, ma non ho dubbi che lo farà molto bene.

Da regolamento, quest’anno sarà possibile cantare anche cover di brani in inglese degli anni ’60, ’70, ’80 e ’90. Qualche parere?

In tutta sincerità, al Festival della canzone italiana per eccellenza, questa decisione non mi trova perfettamente d’accordo. Il nostro repertorio è già molto vasto, pieno di brani meravigliosi: non credo ci fosse bisogno di ampliare gli orizzonti.

Cosa augura a questo Sanremo?

Che arrivi a più persone possibile. Ancora di più, mi auguro che ci saranno grandi canzoni e che la manifestazione dia una mano alla nostra categoria. Oggi, il CD sta quasi scomparendo e il vinile ha una marcia in più; tuttavia, il mercato musicale accusa la crisi, soprattutto per via del rallentamento delle esibizioni live. Spero in una spinta alla musica italiana: Sanremo dovrebbe avere anche questo ruolo.

Lei, dalla sua parte, tornerà presto a cantare dal vivo sui palchi di svariati teatri italiani: il suo tour, durante il quale presenterà il suo nuovo album “Symphony”, uscito lo scorso 26 novembre, partirà il 22 marzo 2022 dal Teatro Donizetti della sua Bergamo…

Esattamente. Poi, dopo la prima data a Bergamo, sono previste altre sei tappe: Milano, Firenze, Mantova, Roma, Treviso, Torino. È un sintomo che qualcosa si sta sbloccando. Una botta di positività – nel senso buono del termine, ovviamente!

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