Dopo sei giorni di votazioni a Montecitorio, dopo trattative, boutade, nomi bruciati… la Repubblica italiana ha il nuovo Presidente, che è l’uscente, riconfermato alla grande: Sergio Mattarella.
A nulla sono valsi i ripetuti (da un anno a questa parte) messaggi prima sottintesi, poi accennati, poi espliciti, di indisponibilità a un bis.
Ben più dei 505 grandi elettori richiesti per raggiungere il quorum, ben 759 scritto il nome di Mattarella nella scheda deposta nelle urne alla ottava chiamata, nel pomeriggio di sabato 29 gennaio. È il secondo presidente più votato dalla storia italiana, dopo Sandro Pertini.
Lo scrutinio decisivo era iniziato alle 16,30.
Dopo che le delegazioni avevano raggiunto il capo dello Stato al Quirinale per proporgli la volontà di tutti i pariti (tranne Fratelli d’Italia) di riaverlo lì sul Colle per altri 7 anni.
“È andata, tutto bene” aveva commentato all’uscita la capogruppo di Forza Italia, Anna Maria Bernini. “Si è messo a disposizione” aveva detto Julia Unterberger, del Gruppo delle Autonomie.
Ma in precedenza il presidente del Consiglio Mario Draghi e Mattarella si erano visti al Quirinale a margine della cerimonia di giuramento del nuovo giudice costituzionale Filippo Patroni Griffi. Draghi stesso aveva chiesto a Mattarella di restare al suo posto “per il bene e la stabilità del Paese”.
In Parlamento, dove Mattarella aveva già preso un’altra valanga di voti in mattinata al settimo scrutinio (387), si era subito diffusa un’enorme euforia. Quelle parole di Draghi venivano intese come il via libera di Mattarella al bis.
“Avevo altri piani, ma se serve ci sono – ha dichiarato, di buon umore, il Presidente – Mi rendo conto della situazione, ne prendo atto”.
Avrà un grande consenso, gli è stato annunciato. E lui: “Vi ringrazio della stima “.
Il trasloco nella nuova casa affittata nel quartiere Pinciano di Roma può attendere.
Queste le misurate parole del nuovo Presidente dopo l’accettazione dell’incarico: “Desidero ringraziare i parlamentari e i delegati regionali per la fiducia espressa nei miei confronti. I giorni difficili trascorsi per l’elezione della presidenza della Repubblica, nei giorni dell’emergenza che stiamo ancora attraversando, richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento. Queste considerazioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati e devono prevalere su considerazioni e prospettive personali”.
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