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Pergreffi: “Quarta votazione a vuoto, ma non drammatizziamo sui tempi lunghi”

"Diciamo che c’è un po’ di frenesia in particolare tra le decine di giornalisti che girano in Transatlantico alla disperata caccia di spunti e notizie"

Quarta votazione per la scelta del Presidente della Repubblica italiana. Ancora nulla di fatto. Nessuno raggiunge quota 505, la maggioranza assoluta. Ma Sergio Mattarella raccoglie 166 voti, il 30% dei votanti (541) ha dato la sua preferenza al capo dello Stato uscente. Nonostante le sue ribadite dichiarazioni di non volere un bis. Duecentosessantuno sono state le schede bianche. Il centrodestra, come annunciato, si è  astenuto e non ha partecipato al voto.

Simona Pergreffi, senatrice bergamasca della Lega, ci racconta la mattinata di giovedì.

Certamente non è una trattativa semplice, si sta parlando della più alta carica dello Stato, ci vuole del tempo ed errori non sono ammessi.

Non bisogna drammatizzare sui tempi lunghi; in realtà, andando a vedere le precedenti elezioni, sarebbe anomalo risolvere il tutto in poche votazioni.

Qualsiasi nome proposto è comunque un alto profilo, non può essere bruciato per sfizio dell’una o altra parte. Noi della Lega abbiamo sempre pensato che dovrebbero essere i cittadini a poterlo scegliere direttamente e rimaniamo convinti di questo.

Qualsiasi gesto dei leader in queste giornate viene interpretato come un segnale.

Diciamo che c’è un po’ di frenesia in particolare tra le decine di giornalisti che girano in Transatlantico alla disperata caccia di spunti e notizie.

E così si sentono tra i cronisti commenti (seri o scherzosi non lo si riesce più a capire) del tipo: “Tizio ha messo lo zucchero di canna nel caffè, potrebbe essere un messaggio in codice per Caio” oppure “La cravatta oggi è a pois, chiaro segnale che impallinano il candidato”.

Deliri.

Quirinale a parte, il 27 gennaio, è il giorno della Memoria e visto che abbiamo l’onore (sottolineo l’onore) di avere la senatrice Liliana Segre tra i grandi elettori, tra l’altro sempre presente anche con i suoi 91 anni, non posso esimermi dal citare la sua frase: “Non può essere una giornata solo per nessuno (…) ogni volta che c’è il Giorno della Memoria c’è grande interesse, io credo che sia dal 28 in poi che bisogna ricordare.”

Come sempre un grande insegnamento.

Ricordiamoci di non dimenticare.

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