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L'intervista

Margherita Salvi, portiere di Villa d’Almè e la sua stagione stellare con il Como Women fotogallery

Classe 1995, ha iniziato a giocare a 8 anni e da allora è sempre rimasta tra i pali: Atalanta, Mozzanica, Chievo Verona, San Marino per approdare a settembre nella squadra lariana

Villa d’Almè. “Ho sempre giocato a calcio con mio fratello e i nostri amici: i pomeriggi in piazza erano ricchi di partite infinite”: esordisce così Margherita Salvi, portiere bergamasco classe 1995, quando le viene chiesto di raccontare come è nata la sua passione per il calcio.

All’età di 8 anni accompagna il fratello a iscriversi alla squadra del paese, Villa d’Almè e, complice anche la presenza di un’altra ragazza, le viene proposto di fare lo stesso. Margherita decide di accettare; da quel giorno, non lascia più il campo da calcio.

Gioca con i ragazzi fino ai 12 anni, quando va all’Atalanta femminile: qui resta per quattro anni, passando dalla categoria esordienti alla prima squadra, con tanto di esordio nell’allora serie A2.

Durante questi anni arrivano anche le prime convocazioni nella rappresentativa della Lombardia, con la quale vince il Torneo delle Regioni nel 2008, e nelle nazionali Under-17 e Under-19 che le regalano la gioia della partecipazione alle qualificazioni per gli europei di categoria.

Nel 2012, a causa del fallimento dell’Atalanta femminile, approda all’Orobica, società con la quale vince un campionato di serie B ed esordisce in serie A. Nel 2017 passa all’Atalanta Mozzanica e ci resta per due stagioni, per poi firmare prima con il Chievo Verona e, la scorsa stagione, con il San Marino.

Dopo aver collezionato diverse esperienze, quest’anno veste la maglia del Como Women, squadra di serie B: “Ciò che più mi ha impressionata e convinta è stato il progetto serio e a lungo termine che il presidente, con tutto lo staff dirigenziale, sta mettendo in atto – dichiara –. Ha scelto dirigenti di alto livello, con tanta esperienza nel calcio femminile, e uno staff completo e di prim’ordine”.

Il campionato, dopo le prime undici giornate, vede il Como guidare la classifica con 24 punti, miglior attacco e miglior difesa. Margherita non nasconde l’orgoglio per la sua squadra e afferma: “Sono molto contenta e soddisfatta del lavoro svolto in questi mesi, soprattutto a livello del gruppo, che è unito come poche volte mi è capitato di trovare, anche se c’è la consapevolezza di dover fare ancora molto. Il campionato è molto lungo e ci sono tante squadre che lottano per i primi posti; quindi, l’obiettivo è continuare a lavorare bene ad ogni allenamento per migliorarci sempre di più, restando unite come è stato finora”.

Accenna poi allo stop forzato della serie B femminile, le cui ultime tre partite (le ultime due di andata e la prima di ritorno) sono state rinviate per via dell’elevato numero di contagi da Covid-19 tra le giocatrici delle squadre partecipanti: “Stare molte settimane senza scendere in campo non aiuta. Ci stiamo allenando come se dovessimo giocare, ma ovviamente non è la stessa cosa. Purtroppo, questa emergenza sanitaria ha portato la federazione a questa decisione e non possiamo che prenderne atto e sperare di uscirne il prima possibile”.

In assenza del campionato, però, per il Como è tempo di una grande sfida: l’andata dei quarti di finale di Coppa Italia contro la Roma, campione in carica. L’appuntamento è previsto per sabato 29 gennaio. La squadra lariana ha ottenuto il primo posto nel girone, e il conseguente passaggio del turno, lo scorso 18 dicembre, grazie all’1-1 contro il Sassuolo – una delle maggiori forze della massima serie – per via della migliore differenza reti.

“Il 18 dicembre è stata una giornata storica e quasi surreale. Avevamo preparato scrupolosamente la partita e sapevamo che in casa nostra avremmo potuto fare bene anche contro la seconda forza della serie A. Due giorni prima avevamo saputo che sarebbe stata anche l’ultima partita della nostra compagna Elena Cascarano, vera bandiera del Como, e in qualche modo è stato il coronamento della sua carriera, come se non potesse finire in modo diverso”, commenta il portiere.

“Ovviamente – prosegue – sarà una partita difficilissima, la Roma è una squadra di altissimo livello e ha giocatrici di caratura internazionale. Noi prepareremo la gara come sempre nei minimi dettagli e giocheremo per ottenere il massimo, consapevoli che queste partite ti fanno crescere sempre, a prescindere dal risultato”.

Calcio, ma non solo: oltre all’amore per lo sport, Margherita è un’educatrice e in passato ha lavorato nelle scuole con i ragazzi disabili; quest’anno sta realizzando dei progetti sportivi in diversi istituti scolastici. La montagna è una delle sue mete preferite e ci si rifugia non appena può. Inoltre, le piacciono molto i puzzle e la lettura e suona la chitarra.

Non manca di soffermarsi sul rapporto con la sua città, Bergamo: “Con Bergamo c’è un legame veramente profondo. Mi piace soprattutto Città Alta con le sue Mura, San Vigilio, il Campanone, Piazza Vecchia”, afferma. Essere bergamasca è per lei motivo d’orgoglio, tanto che si è tatuata lo skyline di Bergamo con la Dea dello stemma atalantino in sovrimpressione.

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