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Il caso

Dalmine, le minoranze scendono in piazza: “L’accordo sull’inceneritore penalizza la città”

L'intesa è stata chiusa alla fine delle scorso anno, ma Nostra Dalmine è critica: "Pagheremo di più per smaltire i nostri rifiuti, le royalties diminuiscono e la società che gestisce l'impianto pagherà solo i soldi che già doveva al Comune, senza alcun risarcimento"

Dalmine. Le minoranze di Dalmine scendono in piazza con un gazebo informativo rivolto alla popolazione sul nuovo accordo (clicca qui per i dettagli) e la nuova convenzione tra amministrazione e la società che gestisce l’impianto di termovalorizzazione cittadino (clicca qui per leggerla), approvate a maggioranza in consiglio comunale il 27 dicembre scorso.

Pd, Nostra Dalmine e Insieme per Dalmine sabato 29 gennaio saranno al Parco Pertini dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 per illustrare a cittadini e associazioni i dettagli dell’intesa trovata a fine anno con Rea, che regolamenterà i rapporti tra le parti nei prossimi anni, e il proprio pensiero al riguardo.

Una convenzione che le tre forze di opposizione definiscono “svantaggiosa“, in quanto “aumenterà il costo di smaltimento dei rifiuti e garantirà incassi molto minori al Comune”, criticando anche le modalità d’azione dell’amministrazione comunale.

“Tutta la documentazione è stata inviata ai consiglieri comunali il 22 dicembre – spiegano da Nostra Dalmine – Le commissioni per sciogliere tutti i dubbi con gli assessori, i tecnici comunali e i consiglieri comunali si sono svolte il 23 dicembre. Il 27 dicembre si è svolto il Consiglio Comunale in cui sono stati votati l’accordo e la nuova convenzione. Tutto in fretta e furia durante le feste. Pensiamo sia stato irrispettoso nei confronti del Consiglio Comunale. Il tempo a disposizione dei gruppi politici per consultare i propri elettori e i cittadini è stato sostanzialmente nullo. Su un argomento così importante, sia i gruppi politici sia i cittadini sarebbero dovuti essere consultati con ampio anticipo e considerazione”.

Ma cosa prevede il nuovo accordo tra Comune di Dalmine e Rea? 

Le parti si sono incontrate per aggiornare una convenzione che risaliva al 1998 in quanto, dopo oltre 20 anni, alcuni presupposti su cui si basava sono cambiati.

Anni durante i quali i rapporti non sono stati, per usare un eufemismo, idilliaci: diverse, infatti, sono le cause e controcause che sono state intentate per far valere i rispettivi interessi, in particolare sul versamento delle cosiddette royalties che Rea avrebbe dovuto versare nella casse comunali, calcolate sulla base dei rifiuti provenienti da fuori comune che l’impianto smaltisce.

Nell’accordo originario il Comune di Dalmine poteva smaltire un quantitativo di rifiuti fino a 15 tonnellate al giorno, ora ridotte a 10: a cambiare è anche l’importo delle compensazioni ambientali a fronte di un contenimento delle emissioni inquinanti in atmosfera, con le royalties che passano da 8,26 euro a tonnellata a 5,4 euro. 

L’aggiornamento della convenzione prevede poi che gli interventi compensativi e di riequilibrio ambientale riguardino: “il potenziamento e la riqualificazione energetica degli edifici comunali, l’attuazione del piano della mobilità, la cura delle aree verdi, il miglioramento della fruibilità dei parchi, il potenziamento dei mezzi della protezione civile, l’efficientamento dell’impianto di illuminazione pubblica, il costo di riscaldamento della piscina comunale e del velodromo, ecc”.

“Dalmine pagherà di più per smaltire i propri rifiuti – aggiungono da Nostra Dalmine -. Lo sconto di Rea diminuisce dal 40% al 30%, con conseguente impatto sulla tassa dei rifiuti. E l’accordo non è davvero ‘storico’, come sostiene l’Amministrazione, perchè Rea pagherà solo i 18 milioni che ci doveva, in 12 lunghi anni. Non ci darà nulla per il danno che Dalmine ha subito e per tutte le spese legali sostenute. L’amministrazione ha fatto bene a cercare un accordo con la società per chiudere tutte le cause in atto ma avrebbe dovuto pretendere di più. Manca del tutto l’elemento risarcitorio. Negli ultimi vent’anni, Dalmine ha dovuto fare enormi sacrifici per riuscire a chiudere e finanziare le spese di bilancio anche a causa delle mancate entrate dalla Rea”.

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