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L’architetto de simone

Parking Fara? “Un cantiere difficile, riaprirlo è molto rischioso”

Fernando De Simone, architetto , uno dei più noti esperti italiani di costruzioni sotterranee e referente in Italia dei gruppi multinazionali di professionisti progettisti Norconsult e Tec, nel 1999 venne incaricato di studiare un parcheggio sotterraneo in Città Alta, già allora bocciò l'ipotesi di realizzarlo nell'ex parco faunistico. Ecco perché

Bergamo. Riapre il cantiere del Parking Fara. Abbiamo sentito Fernando De Simone, architetto, uno dei più noti esperti italiani di costruzioni sotterranee e referente in Italia dei gruppi multinazionali di professionisti progettisti Norconsult e Tec.

Architetto De Simone, la sua società fu la prima a fare i carotaggi su quell’area anni fa, nel 1999. Perché avete desistito? E perché avete proposto un progetto alternativo?

I nostri geologi, dopo aver effettuato i carotaggi – la relazione venne consegnata all’assessore Enzo Rodeschini nel luglio del 1999 – ci sconsigliarono di scavare in quella zona, con quel tipo di terreno. Essi individuarono l’area più idonea a meno 55 metri di profondità, sotto la falda acquifera e gli eventuali reperti archeologici, che si trovano al massimo a meno 20 metri di profondità.

Avete fatto carotaggi anche in altre parti di Città Alta?

Sì, naturalmente. Dove dovevano emergere gli ascensori, al campo sportivo della Fara, e in molte altre parti. Da quelle analisi arrivammo alla conclusione che non si poteva realizzare un parcheggio nella parte alta di Bergamo, ma solamente sotto.

Che valore hanno quei carotaggi e quelle analisi?

Fondamentali. Dovendo realizzare un’opera in project financing e coinvolgendo investitori privati la nostra società, che si avvale di oltre 6mila tra geologi, ingegneri, architetti ed economisti, garantiva attraverso assicurazioni la perfetta esecuzione dei lavori.

Oggi il cantiere ha davanti altri 350 giorni di lavori, come da appalto. Quali sono le criticità che troverà la nuova società?

Riprendere il lavoro effettuato da altre imprese, se non si conosce esattamente cosa è stato fatto, è molto rischioso.

Per rimuovere la terra da quell’area si realizzò una teleferica per evitare che il transito di migliaia di camion a pieno carico passassero e danneggiassero le porte di Città Alta. Secondo lei c’è un metodo anche per portare materiali, penso al ferro, che dovrà servire per reggere la nuova struttura?

È molto rischioso pensare di portare materiali, penso solamente alla quantità di ferro, con dei mezzi pesanti attraverso le porte di Città Alta. Nessuna di loro reggerebbe alle sollecitazioni, senza contare che c’è una buona probabilità, ipotizzando un consistente numero di camion che deve trasportare il materiale di costruzione, che uno di questi mezzi urti le porte di San Lorenzo o di Sant’Agostino. Anche per evitare questi difficili problemi, noi preferimmo i 4 tunnel di ingresso/uscita, alla stessa altezza delle strade: uno da via Baioni verso il campo Utili, il secondo in via Antonio Locatelli/Viale Vittorio Emanuele, vicino alla funicolare; il terzo dalla Galleria Conca d’Oro ed, infine, il quarto da via Alberto Riva Villasanta, Via dello Statuto, Via Guglielmo Grataroli nella zona delle piscine Italcementi.

Se venisse incaricato oggi, che cosa consiglierebbe al Comune di Bergamo?

Di realizzare il nostro parcheggio. Esso ridurrebbe notevolmente l’attuale congestione automobilistica e l’inquinamento atmosferico di tutta la città. Prevede 800 posti auto oltre a 32 posti per bus turistici. Il progetto prevede anche un possibile raddoppio a 1600 posti auto ai quali aggiungere 64 posti per bus turistici, il tutto collegato a 8 ascensori da 15 passeggeri, per collegare la Città Bassa a Bergamo Alta.

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