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Bergamo

Minacce a Paolo Berizzi, il 4 aprile si apre il processo contro i “leoni da tastiera”

Da anni sotto scorta, il cronista bergamasco di Repubblica è finito nel mirino per via del suo lavoro di denuncia della presenza dello squadrismo in Italia

Bergamo. “Spero di vederli in faccia”: il commento di Paolo Berizzi che il prossimo 4 aprile, davanti al Tribunale di Bergamo, sarà parte lesa nel processo che vede imputati, con citazione diretta a giudizio, diverse persone individuate come gli autori di insulti e minacce.

La Federazione nazionale della Stampa italiana e il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, coinvolgendo anche l’Associazione Lombarda dei Giornalisti e l’Ordine regionale, hanno annunciato che faranno richiesta di costituzione di parte civile nel processo a carico dei “leoni da tastiera” che più volte hanno minacciato il cronista di Repubblica per il suo costante e puntuale lavoro di denuncia della presenza dello squadrismo in Italia e dei continui oltraggi alla libertà di informazione e alla Costituzione antifascista.

“Sarà guerra”; “Inginocchiati viscido schifoso”; “Stai sereno, ti controlliamo anche in vacanza”; “Stai a casa tua verme”. E ancora: “Infame, è giusto che tu viva blindato”; “Il drone ti sorveglia sempre, anche al cesso”; “gli hanno già bruciato il portone di casa, e continua”: sono alcune delle minacce aggravate, indirizzate online, al giornalista bergamasco.

Gli indagati dovranno rispondere di minacce (anche di morte) oltre che di diffamazione nei confronti del cronista, unico in Europa ad essere sotto scorta per minacce neonazifasciste, da anni nel mirino dei gruppi della galassia nera. I rapporti di alcuni indagati con formazioni del mondo neofascista sono emersi già con le perquisizioni nelle abitazioni degli indagati, nel 2020.

Oltre a pc, telefonini, memorie usb, le forze dell’ordine hanno sequestrato anche volantini di associazioni nazifasciste, bandiere con croci celtiche e svastiche, persino un’ascia. Documentati anche rapporti con ultrà di estrema destra delle curve e tifoserie calcistiche.

Da anni Paolo Berizzi, difeso dall’avvocato Fabio Pinelli, è oggetto di minacce e atti intimidatori per il suo lavoro d’inchiesta sul mondo del neofascismo. Ben sedici i procedimenti aperti in diverse procure, sempre per minacce e atti intimidatori nei suoi confronti, dal 2017 a oggi. Dal 2019 il giornalista è sotto scorta, rafforzata recentemente dopo nuove minacce e dopo l’inchiesta di Fanpage sulla “brigata nera”: in un video – tra saluti romani e inni a Hitler – viene citato il nome di Berizzi in tono canzonatorio durante una cena.

“La tutela dei cronisti – sottolinea la Fnsi – che, come Paolo Berizzi, vengono quotidianamente minacciati o aggrediti da criminali, organizzazioni nazifasciste, squadristi e negazionisti di varia natura richiede azioni rapide e certezza delle pene. Allo stesso tempo, è auspicabile tolleranza zero nei confronti di ogni formazione di ispirazione nazifascista che ricorra sistematicamente alla violenza, non soltanto nei confronti dei giornalisti”.

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