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Valle

Stagionati in Val Taleggio: le esperienze immersive e teatralizzate dell’Ecomuseo

Un’esperienza tutta da scoprire, che svela la bellezza e la poesia che si cela dietro il processo di stagionatura delle due Dop valtaleggine: Strachítunt e Taleggio

Al centro della stanza buia c’è una scalera illuminata. Ma la scalera cos’è? Somiglia ad una libreria, ma sulla quale anziché porre dei libri vengono messi i formaggi a stagionare e maturare. Questa struttura di legno, realizzata dalle abili mani degli artigiani della valle, è qualcosa di ancora più importante: queste assi portano dentro di loro, perché assorbite, la vita, gli odori, gli aromi, i fermenti, i microorganismi delle acque minerali, dell’aria, del fieno e del siero di latte appena munto della Val Taleggio e quindi custodiscono sapori e saperi.

I visitatori, o aspiranti stagionatori, sono invitati ad accomodarsi ai lati della scalera. Si accende uno schermo e si entra in collegamento con gli stagionatori e gli aromatizzatori e soprattutto si entra nella poesia di uno dei processi più affascinanti e misteriosi della filiera produttiva dei formaggi della Val Taleggio: la stagionatura. Come si legge sul sito dell’Ecomuseo (http://www.ecomuseovaltaleggio.it/stazioni/stagionati-a-peghera), “Partecipando al corso è possibile assistere, in diretta televisiva, al viaggio di una squadra di ‘operai aromatizzatori’ che trasporta una scalera da stagionatura dal torrente Enna sino ai prati di Alben a 1700 mt di altezza, per farle assimilare gli elementi minerali, i funghi e i batteri che popolano la vallata: i profumi della valle, in questo modo, verranno trasferiti ai formaggi durante la stagionatura. Durante la messa in scena, ciascuno poserà la propria fetta di formaggio sulla scalera per farle assorbire (simbolicamente e tangibilmente) gli aromi naturali rimasti nel legno prima di degustarla”.

Non vi sveliamo altro di questo corso teatralizzato, che ha sede in una delle porte ecomuseali della Val taleggio, a Peghera. Il percorso immersivo è parte di un ciclo di tre video installazioni teatralizzate che illustrano la lavorazione, la produzione e la stagionatura dei formaggi e si abbina ad altre possibili esperienze proposte dall’Ecomuseo, che vengono realizzate in modo personalizzato per tutte le esigenze. Queste proposte hanno come fulcro la produzione casearia e la filiera dello Strachítunt, formaggio riconosciuto come uno dei simboli più rappresentativi della vallata, unitamente al Taleggio, allo stracchino e alle tipiche baite dai tetti in pietra (piöde).

Inoltre, per i viandanti solitari, sul sito è anche possibile scaricare un’applicazione a questo link (https://play.google.com/store/apps/details?id=it.studioand.ecomuseovaltaleggio&hl=it) che accompagna il visitatore nel cuore del territorio, con una rappresentazione digitale dei cinque itinerari ecomuseali: la Via del Taleggio e dello Strachítunt, la Via delle Baite tipiche e delle Dimore rurali, la Via del Paesaggio Sacro e della Storia, la Via degli Ecosistemi e la Via degli Alpeggiatori, La Via delle Fiabe – Folletti, Diavoli e Pitocche, La via degli Alpeggiatori.

Sperimentando queste proposte non potrete far altro che scoprire perché l’Ecomuseo “Val Taleggio – Civiltà del Taleggio, dello Strachitunt e delle Baite tipiche” è, come scriveva Hughes del Varine, “un territorio, una popolazione, un patrimonio”.

Foto su gentile concessione dell’Ecomuseo “Val Taleggio – Civiltà del Taleggio, dello Strachitunt e delle Baite tipiche”

Articolo di Sara Invernizzi

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