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La storia

Valentina Palladini, allenatrice bergamasca: una “donna in campo” nel calcio maschile

Classe 1990 è responsabile dell’attività di base dell’ASD Ranica Calcio e collabora con i pulcini 2011 dell’Albinoleffe. Tiene anche il blog 'Coach V.' dove riporta esperienze, pensieri e allenamenti

Valentina Palladini, classe 1990, è un’allenatrice bergamasca piena di ambizione. La passione per il calcio le è stata trasmessa dal padre, ex portiere; il tempo ha fatto il resto. Dopo aver calpestato per anni l’erba del parco vicino a casa, Valentina ha iniziato a giocare nella squadra del paese: l’Aurora Seriate.

Successivamente, dopo un capitolo anche nell’Atalanta Nerazzurra, si è dedicata al calcio a 7 e a 5, avvicinandosi sempre più alla figura del tecnico.

“Quando mi sono accorta che l’esperienza da allenatrice mi dava di più rispetto al vivere il campo da giocatrice, ho lasciato il calcio giocato”, afferma. Ha così inizio l’avventura di Valentina che oggi, dopo aver conseguito diversi attestati e patentini – l’ultimo dei quali il patentino UEFA B con licenza D, conseguito a maggio 2021 -, può allenare fino alla serie D maschile e serie B femminile.

Al momento, la giovane allenatrice è responsabile dell’attività di base dell’ASD Ranica Calcio e collabora con i pulcini 2011 dell’Albinoleffe.

Carica di un bagaglio non indifferente, Palladini guarda dritto al futuro e pianifica i prossimi passi: “Tra i progetti c’è il desiderio di continuare ad allenare e di accrescere il mio percorso formativo; mi piacerebbe continuare ad alimentare il blog che ho appena aperto con esercitazioni e articoli, incrementando le occasioni di confronto con altri allenatori. A breve inizierò un corso totalmente gestito dall’Accademia Barcellona. Voglio arrivare ovunque io senta di poter dare il massimo”.

Consapevole di aver dato tanto alle categorie dell’attività di base, non si preclude la possibilità di un salto di categoria: “Non voglio fare il passo più lungo della gamba, ma se dovessi pensare al calcio femminile mi piacerebbe seguire la primavera; per quanto riguarda il calcio maschile, invece, sarebbe interessante seguire la categoria dei giovanissimi per una sfida tra calcio e adolescenza”, dichiara.

Tanto lei, alle sfide, è abituata: essere una “donna in campo” nel calcio maschile è tutto fuorché semplice. Nonostante le “ragazze mondiali”, protagoniste di una favola moderna ai Mondiali francesi del 2019, siano riuscite a dimostrare in Italia (e nemmeno a tutti) che il talento non ha genere, sono ancora troppi i pregiudizi nei confronti del genere femminile in ambito calcistico.

Queste le parole della giovane allenatrice: “Spesso si pensa a due mondi totalmente diversi, ma non lo sono. In questi ultimi anni, fortunatamente, molti allenatori, allenatrici e giocatrici stanno dando tanto per la crescita del calcio femminile e per dimostrare che il calcio è di tutti”. Anche suo.

“Il lavoro che stanno facendo oggi le calciatrici – continua -, è di altissimo livello, soprattutto per quanto concerne il loro approccio alla concezione dell’allenarsi per migliorarsi. Vedere obiettivi realizzabili è importante per accrescere l’ambizione di bambine e ragazze che fino ad ora hanno sempre giocato a calcio per pura passione. Ogni calciatrice sta donando molto al futuro del femminile: le stimo molto per l’umiltà, la dedizione e l’impegno”.

Tra traguardi passati e obiettivi futuri, il presente di Valentina ha tanto da raccontare e lo fa attraverso le pagine di un blog, “Coach V.”,  periodicamente aggiornato. L’idea è nata a seguito dei corsi frequentati: “In ogni corso che ho seguito (UEFA B, Milan Academy, Coverciano e CSI) sono emersi elementi importanti di crescita: il confronto e la condivisione con gli allenatori. Parlare delle nostre metodologie, di quello che viviamo in campo, che proponiamo ai ragazzi e soprattutto di come essi reagiscono, mi ha fatto valutare l’idea di tenere un blog in cui io stessa potessi portare pensieri, esperienze, allenamenti e al tempo stesso gli altri potessero confrontarsi, portando qualcosa del loro bagaglio personale. Tutto questo soprattutto in questo periodo complicato, in un’ottica di crescita personale e professionale”, spiega Valentina.

Aspetto, quello del confronto, caratterizzante anche il camp organizzato quest’estate dal Barcellona a San Marino, al quale l’allenatrice ha preso parte seguendo le ragazze del 2008 e 2009. Un’esperienza formativa arricchente che le ha permesso di mettersi in gioco e di avvicinarsi a nuovi approcci e metodologie. “È quello che cerco e ho sempre cercato nelle mie esperienze da allenatrice: qualcosa che vada a scardinare la normalità mettendo in costante dubbio ciò che faccio per crescere, ampliare il mio bagaglio personale e portare tutto questo in campo per i ragazzi e le ragazze”.

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