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Arte

Con chicche

Tutte le opere di Giovan Battista Moroni in un catalogo

Presentato all'Accademia Carrara di Bergamo rappresenta con le sue 261 pagine un lavoro notevole, composto di 227 schede che illustrano tutte le opere ad oggi attribuite al maestro albinese

Bergamo. “Che un pittore vissuto nel corso del Cinquecento abbia continuato a comunicare attraverso i secoli è un fatto piuttosto eccezionale”, commenta lo storico dell’arte Simone Facchinetti che ha appena firmato il nuovo catalogo generale di Giovan Battista Moroni. “L’attualità di Moroni spiega anche la sua recente ribalta espositiva, testimoniata dalle fortunate mostre alla Royal Academy of Arts di Londra (2014) e alla Frick Collection di New York (2019)”.

Il volume “Giovan Battista Moroni. Opera completa” è stato presentato nei giorni scorsi all’Accademia Carrara di Bergamo e rappresenta con le sue 261 pagine un lavoro notevole, composto di 227 schede che illustrano tutte le opere ad oggi attribuite al maestro albinese, quelle conservate nel territorio bergamasco e quelle disseminate nei principali musei europei e statunitensi e in molte collezioni private. La pubblicazione si avvale di un saggio sulla biografia e l’evoluzione stilistica del pittore e di un saggio sulla sua fortuna critica e si completa col regesto generale dei documenti che lo riguardano, quest’ultimo a cura di Giampiero Tiraboschi.

Il catalogo generale dell’opera di un maestro del passato è sempre impresa ardua, per via dell’ampiezza della documentazione e per il “peso specifico” della critica, che rischiano di travolgere chi si accinge a riavvolgere la matassa. Occorre una lunga gestazione e ripercorrere per intero la materia. Ma anche dire cose nuove, certificare datazioni e contesti, decifrare segreti di stile, aggiornare collocazioni e attribuzioni.

Simone Facchinetti, ricercatore di Storia dell’arte moderna presso l’Università del Salento e professore a contratto all’Università di Bergamo, non si è sottratto alla sfida e ha scandagliato per più di un decennio la figura e l’opera omnia di Moroni, arrivando a confezionare il pregevole volume pubblicato da Officina Libraria (euro 85). Un’impresa diffusa e analitica, che aggiorna con fotografie a colori il catalogo redatto nel 1975 da Mina Gregori e offre un riesame complessivo del percorso moroniano e della sua cronologia, con nuove identificazioni di personaggi e nuove attribuzioni di dipinti, ridatazioni delle opere, reindirizzamento verso altri artisti di opere credute del Moroni.

moroni ritratti

 

Dal testo emerge il profilo di uno straordinario ritrattista, immerso in un clima internazionale ma anche vittima delle alterne vicende delle famiglie dei suoi committenti, frequentatore di aristocratici, nobiluomini e nobildonne, e ugualmente di borghesi, intellettuali, mercanti, artigiani, concentrato sull’elaborazione personale dei portrait di carattere ma disponibile a declinare in pittura anche i temi religiosi della Controriforma.

L’indagine di Facchinetti ha dato buon esito anche sul fronte dell’identikit di vari personaggi effigiati dal Moroni.

Alcune sue identificazioni, suffragate dall’analisi comparata delle fonti documentali e dello stile, hanno cambiato il profilo di personaggi particolarmente iconici: è il caso, per esempio, dell’anziano nobiluomo barbuto in “robone nero” foderato di pelliccia bianca noto un tempo come “Gian Gerolamo Albani”, il membro più famoso della famiglia Albani, gente di spicco dell’aristocrazia orobica. Secondo Facchinetti si tratta invece di Gabriele Albani, un parente meno noto, ma pur sempre notevole nell’ambito cittadino, morto nel 1573. “La catena che porta al collo con il pendaglio del leone alato corrisponde al titolo di cavaliere aurato conferitogli dalla Repubblica di Venezia– scrive lo storico dell’art – L’Albani ricopre numerosi incarichi pubblici , in particolare è a lungo membro del consiglio della Città e per molti anni è eletto rettore della Pietà di Bergamo”. Il ritratto è stato associato a un aneddoto in cui Tiziano raccomanda a un gentiluomo bergamasco in visita a Venezia di farsi fare il ritratto da Moroni nella sua città natale: rientrato a Bergamo, l’uomo raccontò l’episodio al Moroni il quale dipinse lo “stupendo ritratto” ritenuto l’opera presente. In questo caso, emblematico del modo di procedere di Facchinetti nel catalogo, sono riportate molte citazioni di altri studiosi che hanno particolarmente indagato quest’opera, in modo che il lettore stesso, comparandole, possa farsi un’idea delle possibili interpretazioni e della loro attendibilità.

Il lavoro di Facchinetti accoglie, rispetto al catalogo di Mina Gregori, una trentina di opere ritenute autentiche a seguito della conoscenza del pittore progredita dal 1979, ma comporta anche qualche eliminazione di cui lo studioso ha chiarito le ragioni. E’ stata anche ridefinita complessivamente, sulla base di sottili valutazioni documentali, la cronologia delle opere, così come viene posticipata la data di morte del Moroni al 1579-1580.

moroni ritratti

 

Un lavoro erudito e appassionato quello condotto da Simone Facchinetti, che prende le mosse da Gorlago, suo paese d’origine e per coincidenza luogo di esecuzione dell’ultimo dipinto del Moroni, per ripercorrere l’iter bio-artistico dell’eccellente ritrattista e “pittore della realtà” in un’opera importante e ragionata, rivolta sia agli studiosi sia al grande pubblico che può documentarsi a ogni livello di approfondimento.

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