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Coldiretti bergamo

Sant’Antonio e gli agricoltori: il Covid ridimensiona le celebrazioni

Benedizioni in cascina e messe per poche persone

Sarà in generale un festa di Sant’Antonio Abate ridimensionata quella che si terrà il 17 gennaio nella Bergamasca. Le celebrazioni per il Santo protettore degli animali infatti risentiranno delle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria. Lo rende noto Coldiretti Bergamo nell’evidenziare che sul territorio provinciale sono diversi gli appuntamenti organizzati dalle parrocchie insieme agli agricoltori Coldiretti, con anche la benedizione degli animali nelle stalle.

Bergamo. La festa di Sant’Antonio è una ricorrenza particolarmente sentita dal mondo agricolo ed è entrata a far parte delle tradizioni più care, anche per il suo profondo significato.

È un appuntamento che gli agricoltori di ogni paese rurale vivono con molta partecipazione – sottolinea Coldiretti Bergamo – nonostante gli effetti della pandemia stiano condizionando le varie iniziative.

“Lunedì nella Chiesetta di Sant’Antonio di Grone – spiega Carlo Belotti segretario Coldiretti per la zona della montagna Orientale – verrà celebrata una Messa con l’offertorio dei frutti della terra e la benedizione delle macchine agricole e degli animali. In tempi normali è un evento che coinvolge il mondo agricolo della zona e molti cittadini, quest’anno invece limiteremo la partecipazione solo agli agricoltori del paese”.

Per gli allevatori gli animali custoditi nelle stalle rappresentano un tesoro unico oltre che un elemento importante per garantire il presidio del territorio.

“Il nostro parroco – dice Elena Lazzarini, allevatrice di Fontanella – sta passando in tutte le cascine a benedire gli animali e le stalle. Il giorno di Sant’Antonio poi, per evitare il più possibile i contagi, celebrerà una messa solo per poche persone, in rappresentanza di tutta la comunità rurale”.

L’allevamento è una delle attività più significative della nostra realtà è rappresentano un tassello importante per la salvaguardia della biodiversità – evidenzia Coldiretti Bergamo -. Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni.

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