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Nuovo anno di battaglie

Treno per Orio, il 18 la conferenza dei servizi ma i comitati di quartiere non sono stati invitati

Dopo aver inoltrato la richiesta, parteciperanno come uditori. Esclusi invece i residenti che dovranno subire un esproprio

Bergamo. Ammessi, ma solo come uditori. Non potranno quindi prendere parola, i membri del comitato di quartiere di Boccaleone, Legambiente Bergamo e Italia Nostra Bergamo, alla conferenza dei servizi in programma il prossimo 18 gennaio dove si parlerà del treno per Orio.

Nessuno li aveva invitati, così hanno chiesto di poter partecipare e la loro proposta è stata accolta. Niente di fatto invece per i residenti che verranno espropriati, se il progetto andrà in porto: si parla di circa 160 famiglie, residenti nei condomini di via pizzo Recastello e Giambellini che si vedranno togliere giardino e parcheggi.

Nella mattinata di venerdì c’è stata una conferenza stampa indetta dai comitati cittadini di Boccaleone, San Tomaso de Calvi, Colognola, Campagnola e Villaggio degli Sposi, da Italia Nostra e Legambiente, durante la quale si è fatto il punto sulle azioni portate avanti nel 2021 e si sono ribadite con forza le motivazioni che spingono i cittadini a dire no al collegamento ferroviario, così come pensato, per connettere la città al Caravaggio.

La preoccupazione sale anche per quanto riguarda il piano di sviluppo aeroportuale: “Abbiamo uno scalo che si trova a 3 chilometri dalla città e ci sono quartieri che già subiscono da anni i disagi che inevitabilmente l’infrastruttura provoca. Ma Bergamo è una città a servizio dell’aeroporto?”, chiede Antonella Airoldi del comitato di San Tomaso.

I comitati e le associazioni fanno fronte comune perché, come spiega la presidente del comitato di Boccaleone Danila Maida: “Abbiamo a cuore lo sviluppo urbanistico di Bergamo. Vogliamo lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti una città sana e vivibile, vogliamo salvaguardare i quartieri perché se non ci battessimo per questo significherebbe essere complici di un progetto devastante, che abbasserebbe di molto la qualità della vita”.

Il progetto del treno per Orio ha ancora dei punti non chiari: “Ad oggi non sappiamo quali siano le fonti di finanziamento, non c’è stata un’analisi costi/benefici da parte di Rfi, documento imprescindibile per le opere che superano i 10 milioni di investimento” dichiara Elena Zoppetti, sempre del comitato di Boccaleone. Guglielmo Tarenghi aggiunge: “Gli indicatori che abbiamo analizzato non giustificano la creazione di un’infrastruttura simile. Per supportare i costi e consentire almeno di recuperare le spese per l’acquisto dei convogli e del materiale rotabile, il treno dovrebbe essere utilizzato da un minimo di 6 milioni di passeggeri all’anno. Per questo motivo riteniamo che i soldi pubblici non siano spesi in modo proficuo e giustificabile per quest’opera”.

I comitati sostengono il collegamento solamente con un parziale interramento del percorso, che creerebbe un minor impatto sul quartiere di Boccaleone e preserverebbe, come sottolineato da Elena Ferrario, presidente di Legambiente Bergamo “le aree agricole, il paesaggio, la cintura verde e la villa Gargana, una cascina del 1600 con un certo valore storico”. “Il ministero della Cultura e la Sovrintendenza lo scorso luglio hanno effettuato un sopralluogo in seguito al quale hanno rilasciato un parere tecnico favorevole ma condizionato: nel progetto esecutivo lo scavalco di via Lunga dovrà essere interrato, andranno inserite barriere antirumore e gli scavi del tracciato dovranno essere supervisionati da assistenza archeologica”, aggiunge Paola Morganti, presidente di Italia Nostra Bergamo.

Un’altra richiesta avanzata da comitati e associazioni riguarda l’opportunità di considerare i progetti della tratta Bergamo-Orio, di quella Ponte San Pietro-Montello e Bergamo-Montello come parte di un unico progetto a servizio dell’aeroporto e del suo piano di sviluppo, e non come progetti separati, così da valutare l’impatto globale.

Infine si torna a parlare di inquinamento acustico e zonizzazione: “Abbiamo presentato un reclamo, tramite avvocato, all’Unione Europea in quanto l’incremento del numero dei voli, a livello di inquinamento acustico, va be oltre il limite indicato dalla stessa UE”, conclude Ferrario.

I comitati quindi non mollano e promettono di battersi anche nel 2022. Lo scorso anno hanno presentato 74 osservazioni, hanno fatto 90 incontri, scritto 87 lettere e 20 comunicati stampa, indetto 3 conferenze stampa e 3 manifestazioni, organizzato 4 incontri tematici e raccolto 17mila firme.

 

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