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Bergamo

Liceali, matricole, nerd: nell’ultimo anno 137 giovani hanno chiesto aiuto psicologico al consultorio

C'è chi ha patito il secondo lockdown, chi ha affrontato il primo anno di università online e chi con la Dad si trovava a suo agio ma ha sofferto per la riapertura. Da fine gennaio tornano i gruppi guidati da professionisti

Bergamo. Sono 137 gli adolescenti e i giovani che nel 2021 hanno avanzato richiesta di consulenza psicologica al consultorio di Borgo Palazzo.

Le femmine tra i 14 e i 23 anni che hanno avuto accesso al servizio gratuito sono 103, i maschi 34. La fascia d’età più rappresentata è quella tra i 17 e i 18 anni con 38 accessi.

L’anno che si è appena concluso è stato faticoso a livello psicologico per i giovani e i giovanissimi: per cercare di dar loro un sostegno, sono stati avviati dei percorsi di gruppo, guidati da psicologi, che li hanno aiutati ad elaborare il periodo vissuto, a condividere i propri pensieri e le proprie esperienze.

“Con il Covid sono aumentate le fatiche nell’aprirsi agli altri quindi, per alcune situazioni, è stato importante facilitare il confronto – spiega Erika Innocenti, dirigente psicologa del consultorio familiare di Borgo Palazzo e referente dei gruppi -. Durante gli incontri si partiva da una tematica legata all’adolescenza e, attraverso questo stimolo, si facevano delle riflessioni: un percorso per accompagnare i ragazzi nella presa di coscienza delle proprie emozioni e per metterli di fronte a visioni diverse. Spesso infatti sono emerse interpretazioni differenti di una stessa esperienza”.

Due i gruppi principali: “Pianeta adolescenza” dedicato ai ragazzi dai 14 ai 18 anni e “Giovani e identità” per quelli dai 18 ai 23 anni.

Dagli incontri sono emersi principalmente quattro tipi di situazioni.

La prima riguarda i ragazzi che frequentano le scuole superiori, ben adattati nell’ambito sociale, che praticano sport spesso a livello agonistico. “Per loro il secondo lockdown è stato davvero destabilizzante ed ha creato maggiori danni a livello psicologico – spiega Innocenti -. Durante la prima ondata eravamo tutti sulla stessa barca, tutti chiusi in casa, le attività erano ferme. Mentre nella seconda si sono fermati solamente loro, le altre persone hanno continuato ad andare al lavoro, i bambini a scuola, salvo il mese di Dad. Gli adolescenti hanno dovuto fare grandi sacrifici, si sono visti togliere tanto e questo li ha mandati in crisi. Il percorso di gruppo è stato molto utile perché li ha aiutati a verbalizzare il loro disagio e abbiamo potuto riflettere insieme sulla vita piena di impegni che la maggior parte di noi conduce e che ci lascia poco tempo per guardarci dentro”.

La seconda riguarda i ragazzi che si sono iscritti al primo anno di università: “Le matricole affrontano un grandissimo cambiamento passando dalle superiori all’università e farlo attraverso la didattica a distanza è stato molto complicato, anche e soprattutto per la mancata socializzazione. Tanti hanno messo in discussione le loro scelte curricolari, si sono trovati disorientati rispetto al loro futuro”.

Ci sono poi i ragazzi con situazioni familiari difficili, problematiche, con dinamiche conflittuali tra i genitori, che si sono acuite durante i lockdown e che i figli hanno subito senza potersi distrarre, senza potersi sottrarre uscendo.

Infine c’è il gruppo che, con la didattica a distanza, si è trovato in una situazione ideale: “Si tratta di ragazzi un po’ timidi e inibiti, che hanno apprezzato la dad perché li ha resi maggiormente tranquilli a livello prestazionale – dice la psicologa -. Il disagio si è quindi presentato con la riapertura: si sono trovati ancora più in difficoltà nell’interfacciarsi con persone con le quali già facevano fatica in situazioni di normalità”.

Con l’aiuto dell’associazione Nepios e dei suoi volontari, il consultorio vorrebbe creare altri progetti in questi termini, anche per far incontrare e conoscere ragazzi con interessi simili, che potrebbero quindi stabilire dei legami di amicizia più facilmente rispetto a rapporti con compagni di classe magari meno timidi di loro.

Il servizio di consulenza psicologica, sia individuale sia di gruppo, serve soprattutto ad intercettare delle situazioni che potrebbero tramutarsi in disagi molto più evidenti e che richiederebbero, se trascurate, ricoveri in neuropsichiatria. “Il lavoro di prevenzione che facciamo in rete con il pubblico, con i comuni, gli enti e gli ambiti territoriali è molto richiesto – conclude la dottoressa -. A fine gennaio partiranno i nuovi gruppi ma, in casi riscontrassimo nuove esigenze, verrebbero riproposti”.

Il numero per la consulenza psicologica, al quale tutti coloro che ritengono di averne necessità possono rivolgersi, è 035.2676546.

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