“Quando fu scoperto il primo contagiato, domenica 23 febbraio, all’ospedale di Alzano c’erano già 100 persone positive”. Lo ha svelato il microbiologo Andrea Crisanti, che venerdì mattina ha consegnato la sua perizia per l’inchiesta Covid della procura di Bergamo.
I magistrati bergamaschi si sono affidati anche a lui per cercare di individuare eventuali responsabilità nella gestione della pandemia, che ha colpito in modo pesante la Bergamasca “con seimila morti su una popolazione di un milione di abitanti”.
Un anno e mezzo di lavoro per Crisanti, con migliaia di documenti analizzati: “Ho preparato un centinaio di pagine – ha spiegato all’arrivo in piazza Dante – che spero possano aiutare chi indaga, in particolare sulla gestione dell’ospedale di Alzano nei primi giorni in cui scoppiò la pandemia e di come questo si sia intersecato con i vari piani pandemici. Ho cercato di seguire le direttive del procuratore, che intende fornire alle famiglie la verità su quello che è successo. Si tratta del primo tentativo di questo tipo in Italia e anche in Europa”.
“Ammetto che è stato toccante anche dal punto di vista personale – ha concluso l’esperto – lavorare ogni giorno con il pensiero di migliaia di morti per il virus e di storie personali legate a questo disastro. Non può non esserci empatia con tutta questa sofferenza”.
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