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Verso le elezioni

Quirinale, Dario Violi tra i delegati regionali: “Non voterò Berlusconi”

Il consigliere bergamasco dei 5 Stelle risponde ai Dem che l’hanno attaccato

Bergamo. “Non ho ancora deciso chi votare: nel mio gruppo è in corso il confronto sulle figure papabili per il Quirinale e non partecipo al toto nomi. Posso assicurare, però, che sulla mia scheda non scriverò Silvio Berlusconi”. Così il bergamasco Dario Violi, consigliere regionale M5S che è stato scelto tra i delegati lombardi per eleggere il nuovo presidente della Repubblica, si esprime in merito all’importante compito che gli è stato affidato.

Oltre al governatore Attilio Fontana e al presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi (entrambi della Lega), l’assemblea del Pirellone ha scelto di mandare a Roma – in rappresentanza delle opposizioni – il consigliere del Movimento 5 Stelle Violi, già candidato presidente della Regione nel 2018. “Poter votare per l’elezione del capo dello Stato – afferma il consigliere pentastellato – è una grande emozione. È stata una sorpresa: fino a ieri non me l’aspettavo, ma mi ha fatto molto piacere che tanti consiglieri regionali abbiano puntato su di me. Ci tenevo e penso che chiunque si impegni nella politica, dal consigliere di zona fino ad arrivare al parlamentare europeo, abbia l’ambizione, anzi il sogno, di votare il presidente della Repubblica. Svolgerò questo compito con responsabilità: è un onore ma anche un onere, perché è vero che esprimerò solamente un voto su mille, ma è altrettanto vero che si tratta di uno dei passaggi fondamentali della storia della nostra Repubblica”.

Per quanto riguarda eventuali sue preferenze, Violi specifica: “Non ho ancora deciso chi votare: nel mio gruppo è in corso il confronto sulle figure papabili per il Quirinale e non partecipo al toto nomi. Tracciando un identikit del mio candidato ideale, ritengo che debba essere una persona che abbia onorato il Paese nel campo in cui ha operato, che potrebbe essere politico, professionale o istituzionale. Deve essere una personalità di alto profilo, in grado di avere buone relazioni internazionali e adatta a rappresentare gli italiani: i cittadini dovranno potersi identificare con chi verrà eletto. Tendenzialmente, quindi, preferirei che si optasse per qualcuno che non sia un capo di partito e non abbia condotto tutta la sua carriera all’interno delle istituzioni, perchè è importante che conosca anche il mondo al di fuori dei palazzi e si immedesimi con la gente comune”.

“Scorrendo la storia della nostra Repubblica – prosegue il delegato – si trovano figure particolarmente significative, fra le quali spicca Sandro Pertini, che è rimasto impresso nei cuori degli italiani non solo per la sua capacità politica e istituzionale ma anche perchè riusciva a comunicare efficacemente con i cittadini. Nonostante sia stato il rappresentante di una parte politica, ha saputo spogliarsi di questa veste e relazionarsi positivamente con gli italiani. Anche Carlo Azeglio Ciampi viene ricordato da tanti con affetto, anche se Pertini è inarrivabile”.

Nelle ultime settimane si sta discutendo dell’ipotesi di eleggere una donna al Quirinale. In merito a questa possibilità, Violi osserva: “Ritengo che non sia una questione di sesso: essere uomo o donna non deve fare la differenza, quello che conta è avere le caratteristiche giuste per ricoprire questo ruolo. Lo sostengo in ogni ambito: questa considerazione vale sia per l’elezione del presidente della Repubblica sia per la futura elezione del nuovo presidente di Regione Lombardia e non solo. Secondo me oggi esiste una classe dirigente femminile che nel Paese e nella mia regione può scalfire il maschilismo, ma il genere non può essere un prerequisito. Sono convinto che laddove non ci siano rapporti politici incancreniti e vi sia libertà di scelta le donne riescano ad affermarsi, per esempio il Movimento 5 Stelle ha avuto due donne che hanno ricoperto la carica di sindaco di due importanti città come Roma e Torino”.

Dopo l’elezione di Violi tra i delegati lombardi che voteranno il nuovo presidente della Repubblica, il gruppo regionale del Partito Democratico è andato all’attacco: “Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno scelto un esponente del Movimento 5 Stelle. Il delegato delle opposizioni per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica – hanno scritto i dem in una nota – è stato scelto dal centrodestra. L’interferenza della maggioranza nelle dinamiche dell’opposizione è un fatto grave. Questi sono fatti politici che hanno un senso chiaro e hanno a che fare con l’obiettivo di Forza Italia di far eleggere Silvio Berlusconi come prossimo capo dello Stato”.

A loro Violi risponde: “Posso assicurare che sulla mia scheda non scriverò il nome di Silvio Berlusconi perchè è lontano dalla mia storia politica personale e dalla storia del Movimento che rappresento. L’attacco del Partito Democratico mi fa sorridere: ha scelto di escludersi dal tavolo delle minoranze pensando di avere numeri sufficienti per eleggerne il delegato e invece non era così: gli sono mancati i voti sia interni, probabilmente a causa di divisioni tra i suoi rappresentanti, sia esterni. Capisco l’imbarazzo che possano provare dovendo giustificare a Roma la mancanza di un loro delegato, ma le schede si leggono chiaramente: quando si è effettuata la votazione ho svolto il ruolo di scrutatore e, alla luce dei voti e degli abbinamenti che ho visto, mi viene da dire che evidentemente l’accordo con la Lega l’avevano fatto loro, ma non ha retto”.

Dal punto di vista numerico, Violi ha raccolto 22 voti (il doppio degli 11 del gruppo M5S) superando di 5 preferenze il nome indicato dal Partito Democratico, quello del capogruppo Fabio Pizzul, che si è fermato a 17 (i consiglieri dem sono 14). I voti per Fontana sono stati 47, quelli per Fermi 31. Viviana Beccalossi, del gruppo Misto, ne ha invece ottenuti 12. “Noi – conclude il consigliere regionale del Movimento 5 stelle – non abbiamo fatto accordi con gli altri partiti: io ho semplicemente dato la mia disponibilità e mi ha fatto piacere che gli altri consiglieri abbiano puntato su di me”.

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