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Confai Bergamo

Il 2021

“Un’annata agricola difficile, costi di produzione aumentati per il caro energia”

Il direttore di Confai Enzo Cattaneo: "La leggera crescita del fatturato agricolo provinciale è stata più che annullata dai rincari energetici"

Il resoconto dell’Ufficio Economico di Confai Bergamo sull’annata agraria appena conclusa delinea la situazione di un settore alle prese con molteplici criticità, non esclusivamente legate al perdurare dell’emergenza Covid.

“Benché si siano manifestati nell’ultimo trimestre dell’anno alcuni timidi segnali di ripresa – commenta Leonardo Bolis, presidente di Confai Bergamo e Confai Lombardia -, nel complesso l’annata 2021 ha visto l’agricoltura bergamasca alle prese con una serie di difficoltà oggettive, tra cui l’aumento dei costi di produzione legati ai prezzi dell’energia”.

Il generale rincaro energetico ha colpito duramente i bilanci delle imprese agricole e agromeccaniche, i cui costi di produzione sono cresciuti ad un ritmo molto superiore rispetto all’incremento dei prezzi dei beni e servizi agricoli venduti. A questo proposito è eloquente il dato che riguarda la crescita contenuta dell’indice dei prezzi agroalimentari, attestato intorno all’1,8% su base annua, solo circa la metà del tasso medio di inflazione.

“Sul fronte dei costi in agricoltura – osserva il direttore di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo -, oltre all’incremento del prezzo del gasolio, si sono registrati balzi in avanti di una serie di fattori di produzione essenziali per il settore primario, tra cui alcune categorie di fertilizzanti, con prezzi cresciuti anche dell’80% come conseguenza del rincaro del costo del gas impiegato nei processi di produzione degli stessi”.

Peraltro, l’impatto dei rincari energetici si fa notare in una molteplicità di comparti: dalla zootecnia, a causa dell’aumento del costo di essiccazione dei foraggi,  all’ortoflorovivaismo, alle prese con i costi ormai proibitivi di riscaldamento delle serre, fino all’intera filiera dell’agricoltura multifunzionale legata alla vendita diretta, nella quale il caro energia ha inciso anche sui costi degli imballaggi.

“Se pertanto il fatturato lordo dell’agricoltura bergamasca appare formalmente in leggera crescita, secondo le prime stime, per complessivi 25 milioni di euro – fa notare Cattaneo -, possiamo dire di trovarci di fronte ad un mero ‘rimbalzo tecnico’ di poco più del 4%, dopo che nel 2020 la congiuntura Covid aveva generato una frenata a doppia cifra nel giro d’affari globale rispetto al 2019”.

Anche nel 2021, inoltre, l’agricoltura bergamasca e lombarda hanno subito le conseguenze di una progressiva tropicalizzazione del clima, già in atto da alcuni anni, con i danni che il fenomeno comporta in termini di operazioni di semina, sviluppo e raccolta in un gran numero di comparti, dai seminativi alla viticoltura.

In un quadro in cui prevalgono senz’altro le tinte fosche, un dato positivo riguarda la tenuta delle aziende guidate da giovani. Come evidenziato in un rapporto della Regione Lombardia, i progetti di insediamento di giovani agricoltori presentati in provincia di Bergamo nell’ultimo quinquennio sono stati oltre un quinto del totale regionale: una proporzione che consacra l’agricoltura bergamasca al primo posto in termini di impegno dei giovani in agricoltura, seguita immediatamente dalla provincia di Brescia.

“L’auspicio è che la ben nota resilienza dei nostri imprenditori – conclude il presidente Bolis – possa trovare nelle istituzioni un adeguato supporto nei prossimi mesi, con l’obiettivo della riattivazione di un piano anticiclico di ripresa e investimenti in vista della nuova Pac 2023-2027”.

Foto di: G. Jimenez (Unplash)

 

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