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Bergamo

Politici divisi sull’obbligo vaccinale: “Favorevole”, “Grossi problemi”, “No, sono contrario”

Gli schieramenti politici hanno posizioni diverse: c’è chi è favorevole, chi si dichiara contrario e chi preferisce procedere con gradualità analizzando gli effetti che potranno scaturire dall'eventuale estensione del green pass rafforzato sul lavoro

Si accende il dibattito sull’eventuale estensione dell’obbligo vaccinale a tutta la popolazione, naturalmente facendo eccezione di chi è esente. Nelle scorse settimane l’obbligatorietà della vaccinazione in Italia è stata disposta per i medici e gli infermieri, poi è stata allargata ad altre categorie di lavoratori: il personale della scuola, del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico, il personale dei servizi segreti, della polizia locale e della polizia penitenziaria, ma anche delle Rsa, compresi i lavoratori che entrano in queste strutture con contratto esterno.

A fronte dell’aumento dei contagi che si sta registrando in questi giorni, con la rapida diffusione della variante Omicron, però il governo sta valutando l’ipotesi di imporre l’obbligo vaccinale a tutti gli italiani over 18. Si tratterebbe di un provvedimento ancora più radicale rispetto all’utilizzo del green pass rafforzato sul posto di lavoro.

Sull’argomento gli schieramenti politici hanno posizioni diverse: c’è chi è favorevole, chi si dichiara contrario e chi preferisce procedere con gradualità analizzando gli effetti che potranno scaturire dall’eventuale estensione del green pass rafforzato sul lavoro.

La deputata bergamasca del Partito Democratico, Elena Carnevali, afferma: “Sono anzi siamo favorevoli a questa ipotesi. Non ho remore sull’obbligatorietà. Si è già andati gradualmente in questa direzione, che prosegue con l’eventuale estensione dell’utilizzo del green pass rafforzato sui luoghi di lavoro. I timori che potevano esserci inizialmente riguardo alla vaccinazione sono stati ampiamente superati dai fatti e siamo giunti alla somministrazione della terza dose a un numero crescente e consistente di cittadini”.

“Ritengo – continua Elena Carnevali – che il varo di una legge che introduca l’obbligo vaccinale anti-Covid sia piuttosto complesso, anche perché richiede di esaminare alcuni profili di legittimità sul piano costituzionale, ma potrebbe essere una strada percorribile com’è stato fatto nel 2017 rendendo obbligatorie dieci vaccinazioni per i minori”.

Dal canto suo, il deputato bergamasco della Lega, Daniele Belotti, osserva: “Sull’obbligo vaccinale ci sono grossi problemi legati al fatto che purtroppo i non vaccinati sono ancora un numero elevato di cittadini. Si tratta di oltre 5 milioni e l’imposizione dell’obbligatorietà alla vaccinazione potrebbe esasperare la situazione: non è un caso che siano pochissimi al mondo i Paesi che hanno adottato questo provvedimento. L’eventuale estensione dell’utilizzo del green pass rafforzato sul luogo di lavoro costituisce di per sè un passo importante di cui bisogna valutare le conseguenze perchè c’è il rischio che da un problema sanitario si possa passare a un problema sociale con persone che, pur di non vaccinarsi, sarebbero disposte a perdere il posto di lavoro. Di fronte a questo scenario alcuni potrebbero fregarsene, ma chi ha il compito di amministrare una comunità o di gestire la sfera pubblica non può non tenere conto del rischio che potranno esserci centinaia di migliaia di disoccupati in più. Quando faranno fatica a mantenersi cosa si farà? Verranno lasciati per strada? Saranno abbandonati? Sicuramente sarà un problema sociale ed è necessario agire trovando il giusto equilibrio. Con gli ultimi provvedimenti, che prevedono l’utilizzo del green pass rafforzato per svolgere la vita sociale e per usare i mezzi pubblici si è dato una sorta di ultimatum: ora bisogna vedere quale sarà la risposta, cioè che effetti avrà sulla popolazione non ancora vaccinata”.

“Personalmente – prosegue Belotti – sono favorevole al vaccino, ma sono convinto che non si possa ignorare che il 10% della popolazione non si sia ancora vaccinato perchè quando si amministra non si possono non considerare i numeri: bisogna fare un passaggio alla volta e ogni provvedimento va valutato in base ai dati e alle conseguenze che determina, quindi prima di prendere altre decisioni vanno analizzati gli effetti delle misure contenute nel decreto del prossimo 10 gennaio”.

Il consigliere comunale di Bergamo, Andrea Tremaglia, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, invece, evidenzia: “La posizione di Fratelli d’Italia è sempre stata chiara e univoca: siamo contrari all’obbligo vaccinale senza che questa posizione venga strumentalizzata definendola contraria al vaccino. Io e Giorgia Meloni (la leader del partito, ndr) siamo vaccinati, non abbiamo nessun problema rispetto alla vaccinazione e abbiamo sempre sostenuto che sia importante effettuarla. Un conto, però, è che le persone scelgano di riceverla e un altro è che siano obbligate a sottoporsi alla vaccinazione, considerando che è un trattamento sanitario invasivo e significativo seppure, per fortuna, sui grandi numeri non ha fatto registrare sinora conseguenze negative”.

“Sappiamo – continua Andrea Tremaglia – che la situazione in cui ci troviamo è estremamente mutevole, per certi versi imprevedibile, ma la pandemia sta continuando ormai da oltre un anno e mezzo e si possono trarre alcune considerazioni. Certe misure si sono rivelate inefficienti anche se nessuno se n’è preso la responsabilità o ha fatto il mea culpa: di fronte all’incertezza comprendo che tutti navighino a vista ma bisogna ammetterlo oppure non si può che accettare che qualcuno possa avere dei dubbi”.
Infine, Tremaglia conclude: “Parlare dell’obbligo vaccinale è un modo per distogliere l’attenzione da quello che non è stato fatto e che l’esperienza acquisita in quest’ultimo anno e mezzo di pandemia avrebbe suggerito di fare. L’impressione è che si pensi che per affrontarla basti il vaccino ma è evidente che non è così: è uno strumento importante ma bisogna fare molti altri interventi come l’installazione dell’areazione meccanica nelle scuole e investimenti sui trasporti come Fratelli d’Italia sta dicendo da tempo”.

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