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Il volume

Le lettere dal Cile di Franco Cortesi: “Per i giovani, perché si impegnino in politica” video

Chiara Cortesi, brillante studentessa di Giurisprudenza, intervista il nonno Franco Cortesi, già assessore al Comune di Bergamo e presidente del Parco dei Colli, sul volume "Lettere dal Cile". Franco Cortesi fu inviato in Cile dalla Democrazia Cristiana per attuare un accordo di aiuto e di collaborazione tra la Segreteria Nazionale DC e il leader della DC cilena Eduardo Frei Montalva, eletto poi Presidente dal 1964 al 1970

Ho avuto il piacere e l’onore di intervistare mio nonno, Franco Cortesi, autore del libro “Lettere dal Cile, 1962-1963-1964” (Lubrina Bramani editore, Bergamo 2021), testimonianza di un giovane bergamasco che, con coraggio e motivazione. non si è tirato indietro davanti alla proposta della Democrazia Cristiana italiana di andare in Cile per attuare un accordo di aiuto e di collaborazione tra la Segreteria Nazionale DC e il leader della DC cilena Eduardo Frei Montalva, eletto poi Presidente dal 1964 al 1970.

Nel periodo trascorso nella terra dei fuochi il filo rosso che lo ho sempre tenuto legato e vicino, nonostante i migliaia di chilometri, alla sua famiglia, agli amici, alla città e a quella vita che là ,in Cile, gli pareva così lontana, è stata la corrispondenza epistolare con una ragazza, Anna Bianconi, da poco conosciuta ma alla quale con costanza raccontava la sua nuova quotidianità. Con Anna, che sarebbe poi diventata sua moglie, Franco ha costruito, senza nessun altro mezzo per comunicare che non fossero lettere spedite per posta, una relazione così intensa, viva e profonda che gli ha permesso di affrontare e vivere l’esperienza politico-professionale intrapresa senza mai sentirsi solo o lontano da casa.

Scrivere a lei era un modo per comprendere meglio anche se stesso, per riflettere sulle esperienze che faceva, sulle persone che incontrava, sui posti che scopriva. Lei era una costante nella frenetica vita cilena, un momento da dedicarsi per sentire le reciproche storie e sentirsi vicini.

Quando ventisettenne Franco ha deciso di partire, tra i giovani della sua età era comune il sentimento di vivere un periodo storico di forte cambiamento, carico di speranze finalizzate a realizzare modelli sociali democratici stabili dopo le macerie, la disillusione e il disincanto lasciato dalla seconda guerra mondiale. In questo contesto, forte di un senso civico che lo identificava e in cui si riconosceva, egli ha deciso di accettare l’incarico e di partire per una terra lontana e per molti aspetti sconosciuta. Non un atto eroico o straordinario, ma un modo per dare un contributo in un mondo diverso, agitato da forti tensioni.

Franco Cortesi prende spunto dagli incontri con la gente del posto, dagli alti esponenti politici, agli umili cittadini di Santiago, dai minatori, ai contadini, per scrivere un diario personale di pensieri, incontri, sensazioni, che aprono a riflessioni filosofiche, politiche, sociologiche e in qualche caso anche musicali che ci danno un ritratto vivo, coinvolgente, diretto di un paese che cercava una sua identità.

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