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Il resoconto del 2021

Dall’omicidio Colleoni ai due giovani travolti fuori dall’Evolution: un anno di cronaca nera

Con il ritorno alla (quasi) normalità dopo i lockdown del 2020, si sono rivisti omicidi, tragedie stradali, sul lavoro e in montagna, ma anche morti poco chiare

Dopo un 2020 di chiusure e restrizioni per la pandemia, con le riaperture e la (quasi) ritrovata normalità l’anno che si sta per concludere è tornato a esser denso di fatti di cronaca nera.

A partire dall’omicidio dell’ex militante della Lega Franco Colleoni il 2 gennaio a Dalmine. Quel giorno, un freddo sabato mattina d’inverno, nel cortile del ristorante di famiglia Il Carroccio in via Sertorio, nella frazione Brembo, il 68enne litiga per l’ennesima volta con il figlio Francesco con il quale aveva da anni un rapporto burrascoso. Dopo aver ricevuto uno schiaffo, il 34enne avrebbe aggredito il padre per poi scaraventarlo a terra e battere la sua testa sulle pietre del vialetto di casa, fino a ucciderlo. Il 15 dicembre Francesco è stato condannato in primo grado a 21 anni di carcere.

Brembo di Dalmine, l'omicidio di Franco Colleoni

L’otto agosto un altro omicidio, in via Novelli a Bergamo. Il 19enne Alessandro Patelli accoltella a morte Marwen Tayari, 34enne di origine tunisina, sui gradini di un palazzo al civico 4b non lontano dalla stazione. A provocare la discussione il fatto che il giovane uscendo dal portone di casa aveva urtato una delle figlie di Tayari, che si era seduto sui gradini esterni con la famiglia per mangiare alcuni panini. Richiamato dal tunisino, il 19enne avrebbe avuto da ridire sul fatto che si erano appostati proprio lì, per poi colpirlo con un coltellino che utilizzava per alcuni lavoretti in campagna.

Nel 2021 arriva la sentenza per un omicidio avvenuto durante il lockdown della prima ondata Covid. Il 29 ottobre Cristian Michele Locatelli viene condannato in primo grado a 18 anni di carcere per aver picchiato mortalmente la compagna 34enne Viviana Caglioni, morta l’8 aprile 2020 al Papa Giovanni. L’aggressione era avvenuta il 31 marzo della scorso anno, in una casa di due piani malridotta di via Maironi da Ponte, nel quartiere cittadino di Valverde. Il decesso otto giorni dopo in ospedale, dove la giovane donna, tossicodipendente come il suo compagno, era stata ricoverata con segni di violenza all’inguine, all’addome, in volto, sulle labbra e alla testa.

Omicidio Valverde

L’episodio più drammatico accade verso la fine dell’anno, nella notte tra sabato 18 e domenica 19 dicembre. A pochi metri dal locale notturno Evolution Cafè, lungo l’ex statale della Valle Brembana a Paladina, mentre due ragazzi discutono in mezzo alla strada finiscono a terra e vengono travolti da una Golf nera guidata da un 60enne di Gorlago che stava tornando da una cena con amici: sull’asfalto restano immobili i corpi di  Driss Ouaissa, 20 anni, e di Brahim Amine Ben Farrese, 24 anni, entrambi di origine marocchina ma con cittadinanza italiana.

Incidente mortale a Paladina

Un altro incidente stradale con un giovane bergamasco che ha perso la vita è quello accaduto a Davide Lego, il 28enne di Terno d’Isola morto sabato 11 dicembre dopo essere uscito di strada in motorino a Tenerife, dove si era trasferito da poco per lavoro.

Con la ripresa dell’attività dopo le varie chiusure, si ripresenta il dramma di chi muore lavorando: secondo gli ultimi dati della Cisl, solo nei primi dieci mesi del 2021 rispetto allo stesso periodo di tempo dell’anno precedente, si è passati da 4 a 11 vittime in Bergamasca. Il più giovane a perdere la vita è stato Singh Baljit, morto a 36 anni alla Toora Casting S.p.a. di San Paolo d’Argon dopo aver messo il piede su un lucernario che si è sfondato ed essere caduto da otto metri di altezza. Baljit, arrivato in Italia dall’India nel 2008, viveva a Presezzo con la moglie e due figli di 4 e 9 anni.

SIngh Baljit

Non mancano come ogni anno le tragedie della montagna. La più giovane vittima del 2021 è Nicola Rebussi, il 22enne di Scanzorosciate travolto da una valanga lunedì 22 marzo sui monti di Lizzola, nel territorio di Valbondione.

Nella notte tra lunedì 22 e martedì 23 novembre si spegne all’improvviso, a soli 28 anni, nella sua casa di Alzano Lombardo Dalila Bianchi. La giovane si era presentata alle 6 di lunedì al pronto soccorso di Alzano, con dolori e febbre alta. Secondo il racconto della sorella, sarebbe stata dimessa verso mezzogiorno con la diagnosi di infezione alle vie urinarie. La Procura di Bergamo ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per fare chiarezza sulla vicenda.

dalila
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