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L’analisi post voto

In Provincia un “Governo Draghi” in stile Bergamo

Il Pd conta di più, ma nei piccoli comuni si preferisce il centrodestra. Il boom di Mauro Bonomelli

Bergamo. In via Tasso, per molti, quello di Pasquale Gandolfi viene considerato un nuovo “Governo Draghi” su scala provinciale. Il neo presidente ha annunciato di voler “dialogare con tutti”, e non senza ragione visto l’appoggio quasi unanime delle forze in campo, Lega compresa.

Tuttavia, anche se i numeri usciti dalle elezioni del 18 dicembre mostrano un equilibrio tra centrosinistra e centrodestra con sei consiglieri eletti ciascuno, il Pd avrà di fatto la maggioranza in consiglio.

Non solo perché il presidente è un candidato dem e si aggiunge agli eletti Russo, Bonomelli, Amaddeo, Alessio, Drago e Gandossi, ma anche perché il centrodestra, la seconda forza in Provincia, è diviso.

Sono sei i consiglieri provinciali eletti da Per Bergamo – Responsabilità e Territorio, ma uno di questi potrebbe subito collocarsi all’opposizione: Alessandro Colletta, sindaco di Orio al Serio, sembra infatti prossimo al passaggio a Fratelli d’Italia. “Ci ha manifestato la sua intenzione di unirsi al partito – spiega Andrea Tremaglia, segretario provinciale di FdI -. A breve ci vedremo per fare delle valutazioni”.

Specialmente sul suo ruolo all’interno del consiglio provinciale che sarà, in caso di ingresso in FdI, all’opposizione appunto. “È chiaro che se entrerà a far parte del gruppo dovrà anche accettarne la posizione di non appoggiare Gandolfi e quindi di non far parte della maggioranza”. Rinunciare, in sostanza, anche all’eventuale delega proposta dal Presidente.

I consiglieri della Lega di fatto diventerebbero cinque: Bentoglio, Ferrari, Macoli, Masper e Prevedini. Lo stesso numero ottenuto alle elezioni del 2018.

In Fratelli d’Italia invece rimane l’amarezza per la mancata rielezione dell’unico nome proposto, il vicesindaco di Sant’Omobono Terme Demis Todeschini, già consigliere provinciale uscente. “Sono molto dispiaciuto – commenta Tremaglia – soprattutto per il grande lavoro che ha fatto in questi anni”. Un inizio non facile per il nuovo corso del partito di Giorgia Meloni a Bergamo.

Ma un dato positivo c’è secondo il segretario: quello sulla presa di distanze da Gandolfi: “Sono soddisfatto perché la nostra linea di votare scheda bianca è stata condivisa da molti altri amministratori. Le schede bianche sono state più di 400”. Il candidato unico non è piaciuto a quasi un elettore su cinque.

Sul meccanismo della votazione di secondo livello, fortemente indirizzata dal voto ponderato, dimostrano riserve anche i vincitori. Come Mauro Bonomelli, assessore a Costa Volpino, il più votato con 4624 voti ponderati. “Siamo fortemente perplessi sul concetto della ponderazione, e lo dice uno che ha ricevuto tante preferenze”.

Per Bonomelli la vittoria dei Democratici resta in ogni caso netta. “È il segno dell’ottimo lavoro che è stato fatto non solo per queste elezioni ma anche nella gestione degli ultimi anni”. E sul suo risultato personale commenta: “Mi aspettavo di andare bene ma non così tanto. È motivo di grande felicità ma anche di grande stimolo”.

Alcuni dati provenienti dai seggi potrebbero comunque indurre una riflessione nel centrosinistra. Dove il peso del voto conta di più, ovvero nei comuni più grandi, sono i dem a prevalere. Ma nei comuni più piccoli, fino a 3000 abitanti, si è votato di fatto per il centrodestra: 264 voti (2640 ponderati) contro i 120 voti (1200 ponderati) per i Democratici. Nella fascia A il Pd si colloca in realtà al terzo posto: i Civici Moderati per Bergamo, capitanati dall’ex presidente della Provincia Gafforelli, hanno fatto meglio con 163 voti (1630 ponderati) ottenendo il loro miglior risultato.

Anche nei comuni della fascia B, da 3001 a 5000 abitanti, primeggia la lista Lega-FdI: 180 voti (5220 ponderati) a fronte dei 125 (3625 ponderati) per il centrosinistra. “L’impegno del nostro gruppo nei prossimi anni – conclude Bonomelli – dovrà essere certamente quello di aumentare la capillarità sul territorio”.

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