“Il Vº Bando dei contratti di filiera e di distretto in elaborazione a livello ministeriale dovrà contribuire allo sviluppo strategico del settore agroalimentare in tutte le sue dimensioni territoriali, con un’attenzione particolare alle progettualità improntate all’innovazione e alla sostenibilità dei processi produttivi”: è quanto auspica Leonardo Bolis, presidente di Confai Bergamo e Confai Lombardia, commentando le risultanze della recente riunione della Conferenza Stato-Regioni che ha esaminato un nuovo decreto ministeriale, compreso tra gli strumenti normativi che accompagneranno l’attivazione delle risorse del PNRR in agricoltura.
I contratti di filiera e di distretto, lo ricordiamo, furono introdotti per la prima volta con la legge finanziaria del 2003 e sono forme di partenariato pubblico-privato, essendo stipulati tra i diversi protagonisti della filiera agroalimentare e il ministero delle Politiche Agricole.
“L’obiettivo di tali accordi – precisa Enzo Cattaneo, direttore di Confai Bergamo – è principalmente quello di stimolare una serie di investimenti nel settore agroalimentare sulla base di collaborazioni di carattere interprofessionale, a partire dalla produzione agricola e passando successivamente per le fasi della trasformazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti agricoli e agroalimentari. Un aspetto qualificante di questa metodologia di lavoro è dato dalla possibilità di declinare a livello territoriale una visione d’insieme che prende forma attraverso l’interazione tra il governo nazionale e le amministrazioni regionali”.
Nelle precedenti edizioni del bando i progetti finanziabili prevedevano un volume di investimenti compreso tra 4 a 50 milioni di euro. “In attesa di una definizione dettagliata della disciplina relativa ai beneficiari e agli interventi ammissibili – aggiunge Cattaneo -, come organizzazione territoriale sottolineiamo l’importanza di un coinvolgimento a pieno titolo di tutti gli attori del settore primario, riconoscendo anche il ruolo del comparto agromeccanico nella sua funzione di garante della tracciabilità di filiera e di sostegno alla qualità dei processi produttivi”.
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