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Report 14/20 dicembre

Boom di contagi, a Bergamo percentuali più basse, ma preoccupanti

Adesso in Lombardia si contano oltre 1 milione di contagiati da inizio pandemia, ciò significa che il 10% dell’intera popolazione ha contratto la malattia

A livello nazionale negli ultimi 7 giorni i contagi certificati da tampone sono stati 167.149, in aumento del 39,6% rispetto allo stesso periodo della settimana scorsa (quando erano stati 119.708); media giornaliera 23.878 (da 17.101).

Anche se i numeri del precedente periodo sono stati un poco falsati dall’effetto ponte dell’Immacolata, passare dal +16,4% a quasi +40% in una settimana lascia presumere che l’incidenza della variante Omicron possa essere già abbastanza alta anche in Italia.

Anche il tasso di positività ai tamponi molecolari è in salita al 9,9% (dal 8,8% di una settimana fa, con una variazione del +12,5%).

Il rapporto medio settimanale positivi/tamponi totali è all’3,91% (da 3,42%).

Rapporto positivi/casi testati 26% (da 22,5%). Sale la curva dei contagi: da 0,34 a 0,45.

È chiaro che con un balzo nei contagi così importante, gli occhi adesso sono tutti sui numeri di terapie intensive e ricoveri. Attualmente i ricoveri in Area Covid sono 8.101 (erano 6.951 venerdì scorso), e quelli in terapia intensiva sono 987 (erano 856 sette giorni fa). Sono due numeri chiave. Fortunatamente siamo lontani dai record registrati durante le precedenti ondate, quando i ricoveri ordinari arrivarono a quota 30/35mila, e quelli in terapia intensiva a 4 mila. Segno evidente che i vaccini rimangono un alleato prezioso.

Ciononostante sono ancora in crescita l’indice di occupazione nei Reparti Covid e Reparti di Terapia Intensiva: rispettivamente al 12,9% e al 10,8%.

Sempre da martedì a lunedì, i decessi sono stati 849, con una crescita piuttosto sostenuta, considerato che la scorsa settimana scorso ne contavamo 642. La variazione percentuale, in questo caso, è del +32,2%.

Cresce di nuovo il numero dei tamponi totali: 4.399.904 (ne erano stati eseguiti la settimana scorsa 3.669.377).

Il valore di Rt nazionale è stabile a 1,25. Cresce l’indice di contagio ogni 100 mila abitanti: da 180 a 260.

Lombardia e Bergamo

Sale di molto in Lombardia il numero dei nuovi casi, che passa da 19.757 a 33.581, con un incremento del 70%. Cresce del 20,6% il numero dei ricoveri in Area Covid: sono 1.257 gli attuali (erano 1.135); in aumento anche quello relativo alle Terapie Intensive, che passa da 143 a 163.

Stabile rispetto alla settimana scorsa, il numero dei nuovi ingressi in T.I.: 71.

Sale l’indice di occupazione nei Reparti di Terapia Intensiva: dal 9,3% e al 10,7%. Decrementa invece quello relativo ai Reparti Covid, perché con l’aumento dei posti letto disponibili siamo ora al 12,3%. Si allontana così, almeno di un’altra settimana, il passaggio in zona gialla.

Aumentano i decessi: da 129 a 177 (+37,2%). Crescono di quasi il 40% sia il numero degli attualmente positivi, ora 69.824 (50.167 la settimana scorsa), sia quello delle persone attualmente in isolamento domiciliare, che sono 68.404 (erano 48.889).

L’incidenza dei casi ogni 100mila abitanti è in salita da 198 a 337, come l’indice medio settimanale di positività che passa dal 2,77% al 3,61%.

Adesso in Lombardia si contano oltre 1 milione di contagiati da inizio pandemia, ciò significa che il 10% dell’intera popolazione ha contratto la malattia.

Il dato della provincia di Bergamo è al 5,7%, chiaramente il migliore dell’intera regione. È altrettanto ovvio che su questo dato pesano i contagi non rilevati ufficialmente nella prima ondata. Comunque è un dato che rimarca come i bergamaschi siano, in generale, molto accorti nel seguire le regole e nel vaccinarsi.

Nonostante i buoni comportamenti di cui si diceva, la provincia di Bergamo ha registrato, nel periodo preso in osservazione, una forte crescita dei nuovi casi, +71,4%, in linea con il dato regionale; sono stati infatti 1.923 rispetto ai 1.122 del precedente.

I pazienti ricoverati in Area Medica sono 38; quelli in Terapia Intensiva 11.

Sommando i ricoveri nelle altre due Asst provinciali (Bergamo Est e Bergamo Ovest) il totale è di 82, erano 77.

Nel periodo osservato, si sono registrati 4 decessi. Sale l’indice di contagio ogni 100 mila abitanti: da 102 a 175.

Più casi di un anno fa, ma 1/6 dei morti

Il confronto dei numeri dell’epidemia di questo autunno con quelli all’autunno scorso, in Italia, continua a fotografare il miglioramento della situazione, quantomeno riguardo i casi gravi.

Crescono ancora ricoveri e decessi ma ancora sono lontani da un anno fa.

Oggi le persone ricoverate in terapia intensiva per covid sono 987, un anno fa erano 2.926. I decessi in media mobile sono 120 al giorno contro 660. Il tutto senza le restrizioni dell’anno scorso.

I contagi stanno tuttavia crescendo velocemente, e loro sì oggi sono di più di un anno fa: (23.000 in media mobile contro 16mila), quando erano in fase calante dopo il primo periodo con diverse regioni in zona rossa

Quanto circola la Omicron?

Ci sono nuove incognite guardando alle prossime settimane. In particolare la diffusione della variante Omicron che in Inghilterra, dove ha superato la Delta, si sta dimostrando molto contagiosa.

Sulla dinamica espansiva dei contagi in Italia peserà a breve la variante, che è probabilmente già molto più diffusa di quanto non venga rilevato dai dati ufficiali, a causa del basso livello di sequenziamento del materiale genetico virale che caratterizza il nostro Paese da inizio epidemia.

Il nostro Paese, infatti, analizza meno del 2% dei tamponi contro il 18% del Regno Unito e oltre il 40% della Danimarca. Non a caso questi ultimi due paesi sono quelli con la maggiore prevalenza di Omicron al momento.

La circolazione sovrapposta delle due varianti (Delta e Omicron, destinata a diventare prevalente) potrebbe avere importanti ricadute sul sistema sanitario, ma per capire con maggior precisione i possibili sviluppi dovremo attendere i dati di fine anno del Regno Unito: quando inizieranno a essere evidenti gli effetti clinici della nuova variante.

A causa della bassa età media della popolazione (27 anni) i numeri del Sudafrica, non particolarmente drammatici e comunque in aumento, non possono essere presi come rassicuranti su una minore pericolosità della variante Omicron.

Quali restrizioni?

Al momento abbiamo contagi molto elevati, ma poche misure di restrizione. Nell’ultimo report della Ecdc, riguardo la Omicron, è scritto che la sola vaccinazione non basterà a contenere l’impatto di questa ondata e che sono necessarie altre misure.

Le misure al momento in atto prevedono che sei Regioni passeranno il Natale in zona gialla. Come anticipato nel precedente report, sono infatti Veneto, Marche e Liguria e Provincia di Trento le regioni che vanno a unirsi a Friuli-Venezia Giulia, Calabria e provincia autonoma di Bolzano. Il governo inoltre ha introdotto una stretta sui viaggi, con tampone obbligatorio all’ingresso dai paesi Ue anche per i vaccinati, e non esclude ulteriori misure se la situazione dovesse peggiorare, a partire dalla possibilità di introdurre l’obbligatorietà del tampone anche per i vaccinati che vogliono andare a vedere le partite in stadi e palazzetti, entrare in discoteca o assistere ad un concerto.

I nuovi numeri dei vaccini

La novità di questa settimana è che sono entrati nei conteggi anche i bambini, fascia di età 5-11 anni. Questo cambia la popolazione di riferimento: Il 77,77% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale primario. Il 3,07% è in attesa di seconda dose. Il 25,12% ha fatto la terza dose. Complessivamente, contando anche il monodose e i pre-infettati che hanno ricevuto una dose, è almeno parzialmente protetto l’80,85% della popolazione italiana. Considerando solo gli over 5, oggetto della campagna vaccinale, rispetto alla platea del governo la percentuale di almeno parzialmente protetti è del 83,08% mentre il 79,92% è vaccinato. Considerando solo gli over 12, oggetto della campagna vaccinale, rispetto alla platea individuata dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 la percentuale di almeno parzialmente protetti è del 88,70% mentre l’85,33% è vaccinato. In altre parole, mancano all’appello 10 milioni di italiani, che per limiti di età (sotto i cinque anni), o perché impossibilitati, o ancora reticenti, non sono vaccinati.

È indispensabile procedere il più rapidamente possibile con la vaccinazione di tutti i soggetti ancora privi di protezione e con la somministrazione della terza dose booster a chiunque abbia completato il ciclo primario. Allo stesso modo torniamo a raccomandare l’utilizzo esteso delle mascherine Ffp2, ricordando che funzionano benissimo contro tutte le varianti. Diversa l’utilità delle mascherine chirurgiche, che proteggono gli altri ma non chi la indossa.

Concludiamo come consueto con i dati a livello mondiale: L’Oms, nel periodo 6-12 dicembre, rileva una leggera contrazione dei casi individuati: 5.000.817 (-2,5% sulla settimana precedente) con 46.961 decessi (-10,79%). Prosegue la forte crescita della zona di monitoraggio Africa (+111%) sebbene i valori assoluti restino per ora contenuti (167.682 nuovi casi). Diversa la situazione nella Regione Europa, che nonostante una leggera riduzione esprime ancora valori assoluti molto elevati: 2.593.221 positivi individuati, con un’incidenza di 277,9 nuovi casi per 100.000 abitanti (al secondo posto le Americhe con 81,9 per 100.000).

La sola Europa rappresenta al momento il 62,3% dei casi e il 60,3% dei decessi a livello mondiale. Una situazione riflessa anche dai dati settimanali dei Paesi più colpiti da nuove infezioni: dietro agli Usa (674.019 nuovi casi) troviamo infatti Germania (351.738), Regno Unito (350.340) e Francia (335.972). Già dal prossimo monitoraggio si osserveranno i primi effetti della variante Omicron.

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