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La tragedia

Quei due ragazzi, amici da una vita, falciati da un’auto sulla Villa d’Almè-Dalmine fotogallery

Driss Ouaissa, 20 anni, era nato a Bergamo e lavorava in Amazon, qualche mese fa aveva perso il padre. Brahim Amine Ben Farrese, 24 anni, era nato in  Marocco ma sin da piccolo viveva in Italia, faceva l'operaio. Cresciuti tra lo stadio e Monterosso, avevano frequentato gli oratori dei quartieri. Il 60enne di Golargo che li ha investiti si è presentato con la moglie tre quarti d'ora dopo sul posto della tragedia: è accusato di omicidio stradale e fuga

Paladina. Mancano una manciata di minuti alle 2 di notte tra sabato 18 e domenica 19 dicembre. Ad una ventina di metri dall’Evolution Cafè sull’ex statale della Valle Brembana due ragazzi stanno discutendo in mezzo alla strada. Sopraggiunge una vettura guidata da una ragazza, li vede, rallenta e suona il clacson. I due si spostano sull’altra corsia e poi si buttano a terra in una zuffa. Istanti, frammenti di secondi e un’auto, una Volkswagen Golf nera guidata da un 60enne di Gorlago che stava tornando da una cena con amici, li travolge in pieno e poi si allontana.

Alcuni genitori che sono venuti a prendere i loro figli fuori dal locale avvisano la polizia, i carabinieri e chiedono l’intervento di un’ambulanza. Altri ragazzi in attesa di entrare all’Evolution restano sotto shock. Sull’asfalto restano immobili i corpi di  Driss Ouaissa e Brahim Amine Ben Farrese (nella foto): entrambi di origini marocchine, ma di cittadinanza italiana. Amici da una vita. Vivevano con le famiglie nei quartieri cittadini di Monterosso e di Borgo Santa Caterina, Driss in via Leonardo Fibonacci e Brahim in viale Giulio Cesare. Per che cosa stessero discutendo o che cosa ci facevano a terra in quel momento resta un mistero. Insieme l’altra sera non hanno mai raggiunto l’Evolution, dopo essere stati precedentemente con amici in un locale di Ponte San Pietro.

Il gelo della notte è pari allo sgomento di quanti hanno assistito alla scena dell’investimento. Sul posto arrivano le ambulanze, per uno dei ragazzi non c’è più nulla da fare, per l’altro si tenta un massaggio cardiaco. Poi la resa dei medici. Due ragazzi di 20 e 24 anni perdono la vita così. I lampeggianti delle ambulanze, delle auto dei carabinieri e delle pattuglie della polizia stradale offuscano la luce della luna che fino ad allora aveva illuminato la scena della tragedia. La provinciale viene chiusa per permettere i rilievi di Legge e rimuovere i corpi di Driss e Brahim. Il pubblico ministero di turno, Emanuele Marchisio, dispone l’autopsia su entrambi i corpi che vengono trasferiti alla camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

L’EVOLUTION PER RISPETTO CHIUDE IL LOCALE

A pochi metri, dentro l’Evolution Cafè si accendono tutte le luci e si spegne la musica. “Abbiamo chiesto ai ragazzi di prendere i loro giubbini e con calma, a gruppi di 10-15 persone, li abbiamo aiutati ad uscire invitandoli a restare sulla parte destra del provinciale, la parte opposta dove c’erano a terra i due giovani – racconta Andrea Togni, il titolare del locale -. Sono stato uno dei primi ad uscire sul provinciale e quando ho saputo dell’incidente e ho chiesto alle Forze dell’Ordine come avremmo potuto essere utili, che cosa potevamo fare. Poi, davanti a tutto il personale sotto shock ho creduto opportuno chiudere lì la serata, facendo evacuare con ordine i ragazzi. Prima delle 3 il locale era praticamente vuoto. Un gesto di rispetto nei confronti delle due giovani vittime”.

La voce che all’Evolution fosse finita la serata rimbalza come un tam tam tecnologico tra i messaggi dei ragazzi che frequentano altre discoteche.

“Sono uscito di nuovo in strada e dopo circa un’ora, mentre le pattuglie della stradale effettuavano i rilievi è arrivato anche l’uomo che li aveva investiti” prosegue Togni. Il 60enne di Gorlago che ha investito i due ragazzi si è presentato con un’altra auto, non aveva capito che cosa fosse successo. Aveva tirato dritto, poi si è fermato e ha chiamato la moglie. Con lei si è presentato sul posto della tragedia e ha ammesso tutto davanti agli agenti della polizia stradale di Bergamo, coordinati dal vice Questore Mirella Pontiggia. Sottoposto all’alcol test è risultato negativo, aveva un tasso alcolemico inferiore a 0,5 grammi per litro, la soglia di tolleranza prevista dal Codice della strada. È stato indagato per omicidio stradale e fuga, mentre la sua auto è stata posta sotto sequestro.

C’è chi sostiene che quell’area non sia illuminata.  “Bisogna precisare che su tutta l’ex statale non c’è un lampione, all’esterno del mio locale ho fatto posizionare dei fari che illuminano l’area – precisa Togni -. È da dieci anni che chiediamo l’attraversamento pedonale, un sottopasso. Tre anni fa con il Comune di Paladina abbiamo inoltrato la richiesta alla Provincia di Bergamo. Poi c’è stato il Covid e tutto si è bloccato, quando siamo ripartiti con l’attività ci hanno risposto che avremmo dovuto rivolgerci ad Anas”.

driss
Driss Ouissa, 20 anni

BRAHIM E DRISS, AMICI DA UNA VITA

Driss Ouaissa,
20 anni, e Brahim Amine Ben Farrese, 24, erano due ragazzi molto conosciuti tra i quartieri di Monterosso e Borgo Santa Caterina. Driss era nato a Bergamo da genitori maghrebini mentre Brahim era nato in  Marocco ma sin da piccolo viveva in Italia. Con la famiglia abitava in viale Giulio Cesare, zona stadio, aveva fatto esperienze di lavoro anche a Londra, poi era tornato e ultimamente faceva l’operaio. Lascia nel dolore i genitori e un fratello di 20 anni.

Driss era rimasto orfano del padre, scomparso qualche mese fa. Viveva con la madre e un fratello più piccolo a Monterosso, in via Leopardi, e lavorava in Amazon a Cividate al Piano. “Ragazzi per bene, allegri e ben integrati, cresciuti tra gli oratori di Monterosso e Borgo Santa Caterina”, raccontano alcuni amici – che domenica si sono ritrovati in piazza Pacati a Monterosso – tra le lacrime e sconvolti per la terribile morte di Brahim e Driss.

Per cosa stessero litigando e perché in quella zuffa fossero finiti a terra sul provinciale restano misteri, gli amici che erano con loro e che avevano tentato di separarli continuano a negare: “Non sappiamo il motivo di quella lite”.

brahim
Brahim
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