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Istanza di fallimento

Denatalità, Covid e rincaro di materie prime: la Brevi di Telgate deve arrendersi

"Domanda fortemente indebolita, costi insostenibili e difficoltà di approvvigionamenti, risulta impraticabile per la società tornare con le sue sole forze a un livello di fatturato, marginalità e generazione di cassa necessari a soddisfare il piano di risanamento presentato ed omologato" afferma l'azienda

Telgate. La Brevi di Telgate è costretta a chiudere i battenti e ha presentato istanza di fallimento lo scorso 6 dicembre.

A rendere pubblica la difficile situazione è la PHI Industrial che in una nota comunica “con rammarico, che la partecipata del fondo Phi Fund II Brevi Milano Spa, attiva con il marchio “Brevi” e sede a Telgate nel settore degli articoli di puericultura, è stata costretta a presentare istanza di fallimento in proprio”.

Dall’acquisizione della società, nel giugno 2018, il fondo “ha lavorato assiduamente per rilanciare la società e far fronte alle avverse condizioni di mercato nonché alle complicate vicissitudini societarie”. “Phi Industrial ha sostenuto la società con ingenti risorse finanziarie e l’ha accompagnata con successo all’omologazione di un piano di risanamento attraverso lo strumento del concordato preventivo, presentato a settembre 2020 e approvato dalla stragrande maggioranza dei creditori ad aprile 2021, il tutto con l’obiettivo di rilanciare la società preservandone la continuità aziendale e l’occupazione“.

Che cosa non ha funzionato quindi? A pesare è stato il contesto di mercato degli ultimi diciotto mesi.

Condizioni esterne che “hanno reso il piano di risanamento presentato ed omologato non più perseguibile: le prolungate e ripetute ondate Covid-19 hanno esacerbato la caduta delle nascite nei mercati di riferimento, l’approvvigionamento di merce dai mercati asiatici ha riscontrato notevoli problematicità di reperibilità e consegna e il relativo il costo dei trasporti è aumentato di oltre il 700%, la reperibilità di materie prime quali plastica e metalli nei mercati locali è spesso venuta a mancare e, quando disponibili, il loro prezzo è più che raddoppiato nel corso dell’ultimo anno. In questa condizione di domanda fortemente indebolita, costi insostenibili e difficoltà di approvvigionamenti, risulta impraticabile per la società tornare con le sue sole forze a un livello di fatturato, marginalità e generazione di cassa necessari a soddisfare il piano di risanamento presentato ed omologato”.

In attesa delle prossime determinazioni in merito da parte del Tribunale, “PHI Industrial confida tuttavia che, grazie alla qualità degli asset della società e al processo strutturato di ricerca di un investitore appositamente intrapreso, possa intervenire un acquirente strategico che, per esempio attraverso possibili sinergie industriali o distributive, sia interessato a proseguire il percorso di valorizzazione della società o di un suo ramo aziendale nell’interesse della continuità aziendale, dei dipendenti e dei creditori”.

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