Bergamo. Richiesta di condanna a 22 anni e sei mesi per Francesco Colleoni. L’ha formulata mercoledì mattina il pm Emanuele Marchisio nelle sue conclusioni del processo per l’omicidio di Franco Colleoni, ucciso lo scorso 2 gennaio nel cortile del suo ristorante Il Carroccio a Dalmine.
Secondo il magistrato quel giorno padre e figlio, che avevano un rapporto burrascoso e non si parlavano da anni, hanno litigato per alcuni paletti caduti in giardino. Quando l’uomo ha tirato uno schiaffo al giovane, quest’ultimo ha reagito.
Prima c’è stata una scazzottata, poi Francesco avrebbe ucciso suo padre sbattendogli la testa contro le pietre del vialetto di casa, che sono state trovate sporche di sangue.
Infine, sempre secondo l’accusa, ha simulato in modo grottesco una rapina, ma in casa non sono state rinvenute tracce di estranei.
La difesa ha replicato spiegando che qualcuno potrebbe essere entrato in casa e aver aggredito Franco. Nessuno ha cercato impronte di estranei o segni di effrazione. Poteva avere nemici, per il suo carattere, per la condanna per molestie o magari per la Lega.
Per l’avvocato di Francesco, in carcere dal giorno dell’omicidio, non è possibile determinare con esattezza come Franco sia stato ucciso e il quadro indiziante e insufficiente per arrivare a una condanna.
Il legale Enrico Cortesi ha chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto, o in subordine la condanna per omicidio preterintenzionale per la spinta dopo il diverbio.
La corte presieduta dal giudice Giovanni Petillo si è ritirata per la sentenza.
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