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In provincia

Centri commerciali aperti il 26 dicembre, la Cisl: “Emergenza prorogata, ma non per loro”

È ancora scontro sullo shopping a Santo Stefano. Olivari della Fisascat: “Seguiamo l’esempio di Papa Francesco”

È di martedì sera la notizia che il governo ha prorogato lo stato di emergenza, per via dell’inasprimento dei dati relativi al contagio di Covid, nella forma “promossa” dalla variante Omicron. E già da martedì sera molte amministrazioni locali hanno provveduto a cancellare ogni forma di festeggiamento condiviso nelle piazze e nei paesi per Natale, San Silvestro e Capodanno.

Ma le recriminazioni contro la “minacciata” apertura dei centri commerciali per Santo Stefano non trovano particolare attenzione dalle direzioni dei grandi mall della provincia di Bergamo e neppure dalle amministrazioni comunali di competenza.

“Le direzioni dei centri commerciali di OrioCenter, Le due Torri , Alle Valli e le rispettive Amministrazioni comunali nello specifico Orio al Serio, Azzano San Paolo, Stezzano e Seriate – commenta Monica Olivari, della segreteria di Fisascat Cisl di Bergamo -, hanno di fatto ignorato il grido d’allarme del nostro sindacato in merito alle aperture degli spazi commerciali per il 26 dicembre e all’altissimo rischio correlato, a seguito di assembramenti visto la mole di persone che si riverserebbe negli spazi dedicati allo shopping con reali conseguenze alla salute di tutte le persone coinvolte, dalle lavoratrici, lavoratori ai clienti. Eppure, nella lettera inviata, avevamo sottolineato come i casi di positività da Covid-19 erano e sono in continuo aumento, e tra i 10 Comuni con il maggior numero di positività del territorio ci sono proprio quelli dove sorgono i maggiori centri commerciali”.

D’altronde, i dati relativi alla settimana dal 7-13 dicembre confermano come sia stata l’ottava consecutiva di crescita del contagio sul territorio bergamasco (+38%) e che sale purtroppo anche il numero dei decessi.

“Si può osservare come da un lato la centralità della persona e della sua salute, tanto rimarcata anche dalle Istituzioni in questi ormai due anni di pandemia, non trova assolutamente spazio nel mondo della grande distribuzione – continua la sindacalista -, dove ancora la priorità è il dio denaro, il profitto ad ogni costo e l’illusione che le aperture selvagge portino più guadagni, benefici, posti di lavoro e benessere. Basta andare con la memoria alle immagini trasmesse dai notiziari che ci mostrano le gallerie dei centri commerciali strapiene di gente, come se il Covid fosse qualcosa di astratto o inesistente. Dall’altro lato, tutti abbiamo visto nei vari tg nazionali l’esempio di Papa Francesco, che nella ricorrenza dell’Immacolata, ha mantenuto fede alla parola data, premurandosi di tutelare la salute dei fedeli, portando in solitaria alle prime luci dell’alba la sua preghiera alla Madonna. È lampante oltre che abissale la differenza di valori che coesistono nel mondo in cui viviamo”.

Fisascat chiede invece che si inizi a lavorare per creare un nuovo modello di commercio moderno e sostenibile, “con responsabilità e coscienza”, con alla base dialogo tra le parti sociali, i datori di lavoro, le istituzioni, un modello che tenga davvero in considerazione le lavoratrici, i lavoratori, la clientela, non solo come entità produttrice di (finta) ricchezza, ma soprattutto come persone facenti parti di una comunità. “E che le Direzioni tutte seguano l’esempio che Papa Francesco ci ha dato – conclude Olivari -. Che ci possa essere un tavolo di confronto e di progettualità insieme a tutela della salute, del lavoro e della collettività”.

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