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Indagine sole 24 ore

Qualità della vita, Bergamo risale di 13 posizioni: bene in campo economico, male l’ambiente

Il miglior risultato è il secondo posto per velocità di pagamento ai fornitori: il Covid continua a incedere e spinge all'ultimo posto per "Speranza di vita alla nascita"

Bergamo. Dopo l’anno difficile del Covid, la provincia di Bergamo risale al 39esimo posto nella classifica della qualità della vita stilata dal Sole 24 Ore, in miglioramento di 13 posizioni rispetto all’ultima rilevazione.

La 32ª edizione della storica indagine, pubblicata lunedì 13 dicembre, premia Trieste, già salita negli ultimi due anni al quinto posto della graduatoria annuale. Nella classifica 2021 il capoluogo giuliano conquista anche il primato nell’indice tematico di “Cultura e tempo libero”, arriva seconda in “Affari e lavoro” e quarta in “Ambiente e servizi”. Sul podio inoltre torna Milano, dopo la scivolata fuori dalla top ten nel 2020 per effetto del Covid, e Trento resta solida al terzo posto.

L’indagine, come ogni anno, scatta una fotografia del Paese attraverso 90 indicatori statistici su base provinciale divisi in sei ambiti: ricchezza e consumi, affari e lavoro, demografia società e salute, ambiente e servizi, cultura e tempo libero. Tra questi, ci sono 28 parametri aggiornati al 2021 (alcuni addirittura a settembre-ottobre scorso) e una decina di “indici sintetici” (cioè che a loro volta aggregano più parametri): quest’anno la storica indagine del Sole 24 Ore consente di focalizzare in particolare come sta andando la ripresa post pandemia – grazie ad un’analisi fatta su 20 dei 90 indicatori, per i quali è stata anche considerata la variazione rispetto all’anno precedente – e quali sono i divari territoriali, di genere e generazionali che ancora persistono, analizzati attraverso gli indici della Qualità della vita di bambini, giovani e anziani, che premiano le province con il miglior contesto di vita per fasce di età, e l’indice della Qualità della vita delle donne, presentato oggi per la prima volta, che misura la geografia dei divari di genere.

I risultati dell’indagine evidenziano che tra le prime dieci province, sette sono del Nord-Est: Bolzano (5ª), Pordenone (7ª), Verona (8ª) e Udine (9ª) che confermano la loro vivibilità e Treviso (10ª) è l’unica new entry, anche grazie al primato nella Qualità della vita delle donne, l’indice presentato per la prima volta quest’anno per mettere al centro le tematiche di genere nella ripresa post-pandemia.

Confermate nella top ten anche Aosta (4ª) e Bologna (6ª). Il capoluogo emiliano, in testa nell’edizione 2020, scende di qualche posizione ma conquista il primo posto in «Demografia, società e salute» soprattutto grazie agli elevati livelli di istruzione della popolazione.

Le province lombarde ri-conquistano tutte diverse posizioni rispetto allo scorso anno, ad eccezione di Sondrio. Nel 2020 la regione, più di altri territori, era stata particolarmente penalizzata dall’impatto dell’emergenza sanitaria, misurato ad esempio dal crollo del Pil pro capite in seguito al lockdown e dai dati sanitari (mortalità e contagi in primis).

Oggi Milano torna in vetta in “Ricchezza e consumi” e “Affari e lavoro”, risultando prima, tra l’altro, per i prezzi delle case, la retribuzione media annua, l’incidenza di imprese che fanno e-commerce e la diffusione dei servizi bancari online. Monza e Brianza (14ª), invece, si riprende il posto nella parte alta della classifica grazie a “Ricchezza e consumi”, con valori al top sia nella spesa delle famiglie per beni durevoli sia nella retribuzione media annua dei lavori dipendenti, al tasso di imprese che fanno e-commerce, al primato del verde storico che tiene conto dell’estensione del Parco di Monza, e al ridotto numero di infortuni gravi sul lavoro.

Il progressivo superamento della crisi pandemica rilancia altre città metropolitane. Roma sale dal 32° al 13° posto, Firenze dal 27° all’11°. Bari (71ª) guadagna una posizione mentre Napoli (90ª) ne guadagna due. La Capitale, in particolare, entra nelle top ten della Qualità della vita degli anziani, uno dei tre indici generazionali che debuttano quest’anno nell’indagine e si distingue per livelli di istruzione, edifici coperti da banda larga e patrimonio museale. In controtendenza, invece, Cagliari, Torino, Genova e Catania che perdono tutte qualche posizione rispetto al 2020.

Perdono terreno le province dell’Emilia Romagna, penalizzate – tra l’altro – dal numero di denunce per tipologie di reato in “Giustizia e sicurezza” e nei due indici del clima (che sintetizza dieci parametri climatici, dalle ondate di calore agli eventi estremi) e dello Sport e Covid (che misura l’impatto sui campionati sportivi e gli eventi annullati).

È scendendo sulla costa adriatica, poi che, rispetto allo scorso anno, si segnalano ulteriori ribassi nella classifica del benessere, a partire da Ferrara (-11 posizioni) passando per le province marchigiane, arrivando a Chieti e Pescara.

Stabile nelle ultime posizioni, quasi a confermare l’urgenza degli investimenti del Pnrr in arrivo per ridurre i divari, il Mezzogiorno. Crotone ultima, come lo scorso anno, anticipata da Foggia e Trapani che scivolano sul fondo. Su novanta indicatori le ultime posizioni sono popolate in ben 57 casi da province del Sud o delle Isole. E le prime province non del Mezzogiorno che si incontrano, partendo dal fondo e salendo verso l’alto, sono Latina (83ª) e Frosinone (82ª), seguite a poca distanza da Imperia (77ª).

I risultati di Bergamo

Ricchezza e Consumi – 35^ (+12)

Bergamo brilla nei tempi di pagamento ai fornitori: solo il 5% delle fatture supera i 30 giorni. Seconda dietro a Brescia, che ha la stessa percentuale.

Affari e Lavoro – 21^ (+47)

Tra i risultati migliori quello delle imprese che fanno ecommerce (13° posto) e il dato su Home e corporate banking (9° posto).

Demografia, Società e Salute – 54^ (+43)

Spicca l’ultimo posto in Italia nella categoria “Speranza di vita alla nascita”: nel 2020 si è abbassata a 79,6 anni di media, dato influenzato dalla terribile prima ondata Covid che ha colpito la nostra provincia.

Al primo posto, invece, per emigrazione ospedaliera: il dato, riferito al 2019, evidenzia come le dimissioni di residenti avvenute in altra regione siano solo il 2,3% del totale. Ex aequo con Lecco. Seguono Sondrio, Como e Monza e Brianza, segnale dell’eccellenza sanitaria lombarda.

Da segnalare anche il quarto posto per “Farmaci per malattie croniche”: una media di 165,3 pillole consumate pro capite (unità minime farmacologiche).

Ambiente e Servizi – 72^ (-34)

Si tratta della categoria peggiore per la provincia di Bergamo, penalizzata dalla pessima qualità dell’aria calcolata sui risultati dei capoluoghi: penultimo posto, peggio fa solo Monza.

Sempre il capoluogo, però, si rifà piazzandosi al sesto posto nell’ICityRank delle smart city che calcola 36 indicatori, tra i quali servizi online, wifi pubblico, open data, tecnologie di rete.

Dodicesimo posto per la qualità di vita dei bambini: 44esimo per quella dei giovani, 64esimo degli anziani.

Giustizia e Sicurezza – 22^ (+43)

Indicatori quasi tutti nella media, con qualche eccezione: settimo posto per indice di litigiosità (poche cause civili iscritte ogni 100mila abitanti), quindicesimo per truffe e frodi informatiche.

Cultura e Tempo libero – 52^ (-6)

Spicca il quinto posto dell’indice di sportività, con 36 parametri presi in considerazione tra cui tesserati, enti, squadre e risultati. Male i ristoranti: con 2,8 ogni mille abitanti, è 103esima in Italia.

Qualità della vita delle donne – 65^

Un nuovo indicatore, spinto verso il basso da una speranza di vita 82,5 anni, riferito al 2020 e sul quale incide negativamente il Covid.

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