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Congresso a nembro

Simone Alloni confermato segretario generale della Filca Cisl Bergamo

Sulla qualità dell’abitare si è aperta una riflessione ampia e articolata, rimessa in discussione anche per colpa degli effetti generati dalla pandemia che talvolta ha costretto a fare i conti con un modello di “costruito” non adeguato sia in termini abitativi sia per la difficile connessione con i servizi di base

Nembro.  Il congresso della Filca Cisl di Bergamo, sindacato con quasi 7000 iscritti, che si occupa dei lavoratori dell’edilizia e delle aziende che producono materiali delle costruzioni, ha riconfermato Simone Alloni alla guida della categoria. Con lui, la fiducia è stata riconfermata anche alla segreteria composta da Giovanni Anesa e Massimo Lamera.

Sulla qualità dell’abitare si è aperta una riflessione ampia e articolata, rimessa in discussione anche per colpa degli effetti generati dalla pandemia che talvolta ha costretto a fare i conti con un modello di “costruito” non adeguato sia in termini abitativi sia per la difficile connessione con i servizi di base.

Gli interventi previsti dal programma “PinQua” sulla qualità dell’abitare, finanziato con il Decreto del Ministro delle Infrastrutture e la Mobilità Sostenibile, sono finalizzati a ridurre il disagio abitativo aumentando il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, a rigenerare il tessuto socioeconomico dei centri urbani, a migliorare l’accessibilità, la funzionalità e la sicurezza di spazi e luoghi degradati, spesso localizzati nelle periferie.

Tutto questo, insieme alla spinta dell’ecobonus 110% ha dato una incredibile boccata di ossigeno al lavoro edilizio, settore che in provincia di Bergamo ha prodotto una ripresa sensibile, grazie anche agli oltre mille cantieri stimati nei comuni orobici, avviati per la riqualificazione di immobili.

Si stima che in Lombardia, solo dai cantieri aperti in base al “110”, le denunce alle casse edili siano “impennate” di qualche migliaio di lavoratori iscritti in più rispetto all’anno precedente, con buona ricaduta anche su tutto l’indotto e per tutte le economie provinciali.

L’aumento del numero degli occupati si scontra con l’assenza di lavoratori specializzati. Molte imprese infatti lamentano il reperimento di personale qualificato e generico. La forte crisi dell’edilizia avvenuta nel decennio scorso ha causato una drastica diminuzione di forza lavoro (nel 2012- 2014 si stimava circa il – 42%) impoverendo così un settore che oggi fa i conti con se stesso.

“Per questo bisogna investire sul potenziamento della formazione. La formazione deve tornare centrale per aumentare competenze, professionalità e cultura della sicurezza nei posti di lavoro.
Questo anche alla luce della riqualificazione che il progetto PinQua mette sul piatto per ridisegnare quartieri e centri urbani. È uno dei temi dibattuti alla tavola rotonda organizzata all’interno del congresso in corso a Nembro.

“Il nuovo modello dell’Abitare dentro l’attuale contesto bergamasco” è stato il tema su cui si sono confrontati sindacalisti, amministratori locali, esperti in nuovi materiali da costruzione e docenti universitari.

“La centralità che assume il “territorio” nel determinare la qualità della vita porta alla necessità di una profonda riflessione sui processi di trasformazione urbana che hanno prodotto una progressiva erosione dei diritti sociali – dice Simone Alloni -: rapporti tra spazi urbani e i legami sociali, cambiamenti delle funzioni tradizionali, cambiamenti demografici della popolazione, la transizione digitale, quella ambientale. Di fronte a tali cambiamenti le città sono chiamate a modificarsi e riorganizzarsi in base a nuovi principi e a nuove logiche di sviluppo: in quest’ottica si aprono possibilità nuove che offrono l’opportunità di un’azione politica mirata a far si che la ‘questione urbana’ diventi centrale nell’affrontare nuovi modelli di sviluppo economico-sociale. Per questo sottolineiamo la necessità di pianificare un progetto complessivo che permetta di rivitalizzare città e contesti urbani, anche in risposta a nuovi bisogni e al crescente disagio abitativo, componente fondamentale del più ampio disagio sociale del paese, drammaticamente emerso come punta di un iceberg in questa fase pandemica. Occorre porsi la finalità di migliorare sia la qualità degli insediamenti che il benessere sociale delle comunità, identificando interventi che mirino anche a soddisfare le esigenze ambientali, di inclusione, di protezione e promozione della salute delle persone. Nelle città, infatti, esistono criticità riguardanti lo stato del patrimonio edilizio, pubblico e privato, in chiave edilizia e funzionale, il riutilizzo di spazi e strutture dismesse, la riqualificazione di aree degradate (periferiche, ma non solo), la riconnessione funzionale tra parti di città, l’emergenza abitativa di fasce deboli di popolazione; si pone un problema di impronta ecologica impattante e di sostenibilità ambientale. Di conseguenza, politiche e investimenti nelle città rappresentano dei punti cardine nel processo di transizione verso resilienza e sviluppo sostenibile. Le parole chiave sono ‘cambiamento culturale facendo sistema nel rispetto dei valori’, dove anche il sindacato può decidere se fare la sua parte”.

 

 

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