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Report 30 novembre/6 dicembre

Covid: ancora all’insù contagi, ricoveri e decessi, ma corrono le terze dosi

A Bergamo la crescita c'è ma è minore rispetto al resto d'Italia. Resta l'incognita variante Omicron

Anche questa settimana (dal 29/11 al 06/12), prosegue la crescita del contagio e rimane difficile, al momento, ipotizzare i numeri che ci porteranno a una nuova inversione del trend, anche per l’incognita della variante Omicron che rimane assolutamente indecifrabile, relativamente all’impatto che potrà avere nel nostro Paese.

Ne parleremo dopo i principali numeri e indicatori.

A livello nazionale negli ultimi 7 giorni i contagi certificati da tampone sono stati 102.841, in aumento (+22,8%) rispetto allo stesso periodo della settimana scorsa (quando erano stati 83.729); media giornaliera 14.692 (da 11.961). È una crescita sostenuta, ormai da quasi sette settimane.

Il tasso di positività ai tamponi molecolari è in salita al 7,53% (dal 6,77% di una settimana fa, +11,2%).

Il rapporto medio settimanale positivi/tamponi totali è all’2,63% (da 2,27%).

Rapporto positivi/casi testati 17,8% (da 13,5%). Sale la curva dei contagi: da 0,24 a 0,29.

Continuano a salire i ricoveri in area medica: al 6 dicembre sono 5.879 (+14,5% dai 5.135 del 29 novembre) e quelli in terapia intensiva, 743 (+ 11% dai 669 del periodo precedente) con 390 nuovi ingressi nella settimana, stesso dato della precedente.

I decessi, sempre da martedì a lunedì, sono stati 548; +11,4% rispetto a una settimana fa, quando se ne erano registrati 492.

Cresce ancora il numero dei tamponi totali: 4.025.094 (ne erano stati eseguiti la settimana scorsa 3.844.443) il 71,8% dei quali di tipo antigenico rapido.

Il valore di Rt nazionale è stabile a 1,35. Cresce l’indice di contagio ogni 100 mila abitanti: da 137 a 155.

Lombardia e Bergamo

Sale in Lombardia il numero dei nuovi casi, che passa da 13.656 a 16.778, con un incremento del 22,9%. Cresce del 20% il numero dei ricoveri in Area Covid: sono 986 gli attuali (erano 817); in aumento anche quello relativo alle Terapie intensive, che passa da 99 a 125.

Decresce, rispetto alla settimana scorsa, il numero dei nuovi ingressi in Terapia intensiva: da 56 a 51.

Salgono l’indice di occupazione nei Reparti Covid e Reparti di Terapia Intensiva: rispettivamente al 12,4% e al 8,2%. A questo proposito, sono stati aumentati i posti letto da 6.688 a 7.945, allontanando così la Regione da una possibile zona gialla.

Aumentano del 71% i decessi: da 66 a 113. Cresce del 30% sia il numero degli attualmente positivi, ora 39.621 (30.400 la settimana scorsa), sia quello delle persone attualmente in isolamento domiciliare, che sono 38.510 (erano 29.484). L’incidenza dei casi ogni 100mila abitanti è in salita da 120 a 165, come l’indice medio settimanale di positività che passa dal’ 1,74% al 2%.

La provincia di Bergamo ha registrato una crescita dei nuovi casi percentualmente minore al dato lombardo e nazionale: nel periodo sono stati 808, con un incremento del 9% sul precedente, quando erano stati 741. Sale il numero il numero dei pazienti ricoverati: 38 in Area Medica (erano 35 la settimana scorsa), stabili quelli in Terapia Intensiva: 6.

Da sottolineare che sommando i ricoveri nelle altre due Asst provinciali (Bergamo Est e Bergamo Ovest) il totale è di 66.

Nel periodo osservato, si sono registrati 3 decessi. Sale l’indice di contagio ogni 100 mila abitanti: da 67 a 75. Aumentano di poco sia le persone in isolamento obbligatorio, ora circa 1.500; sia quelle in isolamento fiduciario, da 3.000 a 3.200.

Variante Omicron

La variante sembra in grado di reinfettare chi ha già avuto il virus in precedenza con una frequenza tre volte superiore rispetto alla Delta, come dice il primo studio preliminare sudafricano.

L’altro dato riguarda la forte crescita dei casi: +400% su base settimanale, sempre in Sudafrica. La conoscenza è in divenire e ci stanno lavorando gli scienziati in tutto il mondo. La preoccupazione delle autorità sanitarie e dei governi non deve allarmare: al momento è l’unico approccio possibile per non sottovalutare in rischi. Occorre prudenza e attendere gli esiti degli studi.

“Sicuramente i vaccini funzionano e sono l’arma migliore. Per ora la variante Omicron in Italia non sta circolando, tranne il focolaio individuato, e per ora il vaccino sta coprendo bene dalla variante Delta che è l’unica circolante”. Si è spiegato così il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza. Una frase che contestualizza la situazione.

Torna a correre la campagna vaccinale

Il super green pass ha spinto le nuove vaccinazioni e le terze dosi ora corrono. Nell’ultima settimana sono state somministrate circa 440.000 dosi di vaccino, di cui 380mila terze dosi, aumentate di circa il 30% rispetto alla settimana precedente E i numeri sono ancora in crescita.

Il 77,25% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale primario. Il 2,75% è in attesa di seconda dose. Il 14,65% ha fatto la terza dose. Complessivamente, contando anche il monodose e i pre-infettati che hanno ricevuto una dose, è almeno parzialmente protetto l’80% della popolazione italiana. Considerando solo gli over 12, oggetto della campagna vaccinale, rispetto alla platea individuata dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 la percentuale di almeno parzialmente protetti è del 87,74%, mentre l’84,76% è vaccinato.

L’effetto delle vaccinazioni ha finora garantito condizioni di vita quotidiana quasi normali: più che al numero dei casi giornalieri negli ultimi mesi l’attenzione si è rivolta, correttamente, alle ricadute cliniche della Covid-19. Il confronto dei dati a distanza di 12 mesi è illuminante: i ricoverati in area medica il 6 dicembre 2020 erano 30.391, contro 5.879 del 6 dicembre 2021; i ricoverati in terapia intensiva erano 3.454 contro gli attuali 743. Questo nonostante il virus dello scorso anno fosse molto meno contagioso di quello attuale.

I vaccini e i bambini

Dopo l’ok dell’Ema, e quello successivo dell’AIFA, la vaccinazione per i bambini dai 5 anni in su è di fatto approvata. E sono in arrivo 1,5 milioni di dosi del vaccino Pfizer preparate ad hoc per questa fascia d’età (sono calibrate con un terzo della dose normale).

Si tratta di una prima tranche che sarà integrata a gennaio e che sarà resa disponibile a partire dal 15 dicembre, così che gli hub, che attiveranno in diversi casi percorsi e orari specifici, saranno in grado di procedere alla vaccinazione dei bambini a partire appunto dal giorno dopo, il 16 dicembre, con le prenotazioni che in alcune Regioni cominceranno a scattare già qualche giorno prima.

Che il vaccino tra i più piccoli sia diventato un passo non più rinviabile lo dimostrano i numeri elaborati dall’Associazione Italiana Epidemiologia, che spiega come l’aumento dei nuovi casi interessi tutte le classi di età, ma è particolarmente marcato nel gruppo di età 6-10 anni.

I pediatri lo stanno ripetendo da mesi: il valore aggiunto della vaccinazione under 12 riguarda, in primo luogo, la salute degli stessi bambini che, sia pure in casi relativamente rari, è messa a rischio dall’infezione da Sars-CoV 2, sia acutamente che, in modi ancora tutti da comprendere, a lungo termine.

Anche questi vaccini sono sicuri ed efficaci, e oltre ai dati che sono stati analizzati dall’Ema e dall’Aifa ne troviamo conferma nei milioni di bambini in questa fascia di età finora vaccinati in Usa e Israele.

Chiudiamo come di consueto con i dati a livello mondiale (Bollettino Oms del 30 novembre 2021). I nuovi casi nella settimana 22-28 novembre sono stati 3.799.878 (+5,6% sulla precedente) con 37.524 decessi (+7,4%). La crescita più importante si è registrata nella zona di monitoraggio Oms “Africa” (+93%): tuttavia con numeri per ora limitati (43.730 nuovi casi) e legati soprattutto al Sudafrica.

La regione con l’incidenza più elevata si conferma l’Europa (285,2 casi per 100.000 abitanti, riflesso di 2.660.956 nuovi casi) seguita dalle Americhe (64,5). La stessa Europa riporta anche l’incidenza più elevata per quanto riguarda i decessi: 3,1 per 100.000 abitanti, con tutte le altre zone di monitoraggio che restano al di sotto di quota 1 per 100.000.

Dall’inizio della pandemia, ad oggi, i decessi nel mondo legati al Covid sono 5.240.000, a fronte di un totale di circa 265 milioni di casi di contagio. Il 44,3 % dell’intera popolazione mondiale risulta vaccinato con doppia dose. In Africa solo il 18%.

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