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L’intervista

Argento alle Olimpiadi italiane di Informatica: Noemi, 17enne del Lussana, fra gli azzurri in Indonesia?

“Dopo cinque ore di gara sei distrutto, non solo mentalmente. Mi è capitato di finire gare come queste col fiatone, è come una corsa”

Bergamo. È indecisa fra l’intelligenza artificiale, i computer quantistici e la programmazione. Nel suo futuro, comunque, ci vede l’informatica.

E si può dire che faccia bene Noemi Gambirasio, 17enne studentessa del liceo Lussana e vincitrice della medaglia d’argento alle Olimpiadi Italiane di Informatica 2021.

La giovanissima della classe 4^U ha ottenuto il miglior risultato bergamasco dell’edizione classificandosi al 18esimo posto sul totale dei 158 partecipanti, provenienti da tutta Italia, che il 16 novembre si sono affrontati nella competizione online. E per poco ha mancato la medaglia d’oro, andata ai primi tredici classificati.

“È ancora tutto presente come sensazione – racconta Noemi a Bergamonews -. La soddisfazione è tantissima. Ma a prescindere dalla medaglia, essere fra i possibili olimpici è il riconoscimento più importante”.

Sì, perché l’argento non è l’unico traguardo. Grazie al suo posizionamento infatti è stata inserita nel gruppo dei 35 Po, i possibili olimpici, che accederanno alla fase di preparazione e selezione per le Olimpiadi Internazionali che si svolgeranno in Indonesia dal 7 al 14 agosto. Di questi, a giugno, rimarranno solo i 4 membri della squadra olimpica. E non solo, perché la 17enne di Bergamo, una delle sole tre ragazze fra i 78 medagliati, si candida anche per un posto nella Squadra Femminile che parteciperà alle Egoi, le European Girls’ Olympiad in Informatics, dal 26 giugno al 2 luglio in Turchia.

Per arrivare a un risultato così grande ha dovuto sudare. Non solo perché ha iniziato la preparazione a maggio superando due eliminatorie territoriali, nelle quali ha sfidato oltre diecimila studenti in tutto il Paese. Ma il suo è stato un vero impegno fisico: “Dopo cinque ore di gara sei distrutto, non solo mentalmente. Mi è capitato di finire gare come queste col fiatone, è come una corsa. È incredibile come l’esercizio mentale affatichi il corpo”.

Nonostante si definisca per nulla sportiva, l’allenamento per le competizioni la impegna come un’atleta professionista: “Lo paragono a uno sport. Come le mie compagne che giocano a pallavolo fanno esercizi per preparare i muscoli al movimento, anch’io mi esercito. Ma dietro ci vuole anche uno studio teorico, gli esercizi non bastano”. Quantitativamente, si allena anche più di un’atleta agonista: “In preparazione della gara nazionale mi allenavo tutti i giorni tre o quattro ore ogni pomeriggio”.

E per questa gara si è preparata praticamente da sola. Cosa non scontata per una ragazza della sua età. “La sfida più grande – confessa – è trovare il materiale, e soprattutto materiale che sia attendibile e al tuo livello. E poi stare ore e ore davanti a uno schermo non è facile, sono comunque una ragazza di 17 anni e al computer mi distraggo. Ci vuole un grande autocontrollo”.

Padronanza di sé alla base, ma in particolare consapevolezza dei propri mezzi. “Ci vuole voglia, sì, ma serve anche il talento, la predisposizione. Bisogna cercare di accettare quello in cui più si è bravi”.

Noemi porta la sua esperienza: “A me interessava la cyber security, ma dopo un corso ho capito che ero carente nelle caratteristiche necessarie in quel campo”. Poi, certamente, servono impegno e dedizione. “Non sono mai soddisfatta. Non lo ero nemmeno dopo la gara. Quando ti stai allenando a questi livelli è fondamentale la determinazione, bisogna insistere finché il risultato non esce al cento per cento”. Noemi non è solo talentuosa ma anche molto matura per la sua età.

L’informatica, per lei, oltre che una passione è una forma mentale, un modo per esprimersi. “L’informatica è tanta creatività. Sembra strano, ma come gli artisti esprimono le loro idee scrivendo, o componendo musica, anche gli informatici, i matematici, i fisici e i chimici mettono tanta creatività in quello che fanno. È vedere le cose da un punto di vista diverso, è buttare fuori le proprie emozioni. Come un ballerino che si muove su una coreografia”.

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